La Sapienza dei simboli

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Tutti gli insegnamenti che riguardano la Tradizione possono essere affrontati a diversi livelli che si stratificano e si compenetrano; di conseguenza, è il nostro personale grado di consapevolezza che determina che cosa potremo apprendere e che cosa no.
Ormai anche i testi “segreti” sono quasi accessibili a tutti, materialmente parlando, ma la loro struttura stratificata è una garanzia che la Conoscenza sia destinata solo a chi ricerca e arriva a possedere le “chiavi”. Ecco perché anche le scuole iniziatiche sono organizzate per gradi, ognuno con un tipo di lavoro da svolgere su di sé e ed un livello di accesso alla Conoscenza.
Solo i grandi illuminati posseggono tutte le chiavi, gli altri devono lavorare vite e vite per arrivarci. In realtà, comunque, anche gli illuminati si sono preparati per secoli; noi probabilmente ne conosciamo solo il capitolo finale della formazione.
Una delle difficoltà maggiori della nostra mente è uscire dagli schemi consolidati, per compartimenti stagni, e cogliere le analogie e le corrispondenze. Ci lasciamo fuorviare dai nomi: è difficile identificare un arcangelo con una sefirôth dell’Albero della Vita cabalistico, gli gnomi con gli angeli che tutelano l’elemento terra, i tre grandi Fuochi alchemici Sapienza, Amore e Potere con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo della tradizione cattolica, Osiride, Horus e Iside per quella egizia, Brahma, Visnu e Siva per quella indiana ecc. ecc., eppure si tratta degli stessi principi e concetti.
Il lavoro forse più arduo è quello dell’integrazione della Conoscenza, ci vuole tempo e impegno e vero studio. Un buon maestro può accelerare questa presa di coscienza e un metodo molto efficace è il lavoro sui simboli, che sono chiavi di conoscenza universali e sintetizzano il sapere di tutte le tradizioni. Essi rappresentano uno strumento eccezionale per il progresso spirituale.
La scienza esoterica ha da sempre usato un linguaggio simbolico-figurativo con base analogica. Il vantaggio didattico delle immagini simboliche è quello di fare in modo che la mente superiore possa far uso di simboli che il cervello fisico trasmette pur senza averli compresi: in questo modo sono poste le fondamenta per un insegnamento che in seguito può raggiungere la sfera cosciente dall’alto, o meglio da dentro, quando la terra è pronta a ricevere il seme.
I simboli sono forme criptiche e impenetrabili per la mente ordinaria, ma come frecce infuocate oltrepassano sicuri il muro del tempo, degli insegnamenti pregressi cristallizzati e dei pregiudizi per agganciarsi all’inconscio dell’individuo, che è fatto della stessa pasta; sono quindi comprensibili ad un livello non mediato dalla cultura, non soggetto al travisamento della parola e dei concetti intellettuali. Conservano un potere e un’energia dati dall’analogia con ciò che rappresentano e dal lavoro che saggi ed iniziati di tutti i tempi hanno compiuto avvalendosi di essi; contengono mondi di Conoscenza e racchiudono delle Verità eterne. Lo studio dei simboli apre la mente e mette direttamente in contatto con quelle Verità, stimolando quei processi di analogia che in un secondo tempo portano a cogliere le identità tra i diversi insegnamenti e tradizioni.
La nostra mente separa e disperde, il simbolo unisce e sintetizza.
Il motivo del simbolismo come base di espressione della vera saggezza è che l’immagine simbolica è un’espressione sintetica del pensiero che può essere afferrata sia sul piano fisico che sugli altri piani; è quindi, come il mercurio, un pontefice che collega il mondo degli dei col mondo degli umani, che unifica la comprensione tra le varie menti dell’uomo.
Il pensiero analitico, quello che sperimentiamo usualmente nello stato di veglia, ha come mezzo di espressione il linguaggio; i contenuti sono sviluppati in una sequenza narrativa logica, lineare e temporale. Il simbolo, invece, si avvale di una gestalt (forma) con una struttura sintetica in cui tutti i significati coesistono ed è quindi fuori del tempo.
Gli insegnamenti custoditi nel simbolo possono essere abbracciati nella loro interezza, anche se esso si compone di diversi livelli di comprensione e pertanto diventa un veicolo di messaggi differenziati.
Lo spirito umano si caratterizza per la sua capacità di unificare e dare senso al molteplice grazie a funzioni simboliche originarie. Una serie di pensieri molto lunga potrebbe essere espressa in forme geometriche; probabilmente Dio e gli angeli e tutte le intelligenze più evolute comunicano scambiandosi flussi energetici in forme geometriche estremamente armoniche e luminose, ed il piano della manifestazione del Logos si esprime, nell’infinitamente grande come nell’infinitamente piccolo, con lo stesso linguaggio geometrico.
Il mandala è un’immagine simbolica basata su figure geometriche che intende rappresentare le relazioni intercorrenti tra i diversi piani di realtà, le energie che plasmano l’universo ed i loro rapporti; è pertanto uno strumento che aiuta il ricercatore di Verità a visualizzare in modo simbolico questi rapporti fino a cogliere intuitivamente, dopo un lungo percorso interiore, la loro realtà ultima. Il simbolo, come rivelazione, permette l’evolversi dell’uomo in quanto, comunicando senza dire, segnala il giusto percorso da compiere ed è la Stella del Nord che orienta l’uomo che vuole trascendere la propria animalità e riconquistare il paradiso perduto. La ricerca della Verità mediante i simboli unisce gli “uomini di buona volontà” e li riporta al proprio Dio, all’ordine superiore e alla Luce; l’alternativa è il Caos, la cecità e le tenebre. Questo eterno conflitto, o meglio questa opposizione dialettica, è celata nell’etimologia dei termini simbolo, il cui significato è “metto insieme, connetto” e diavolo, che significa “metto fuori rapporto, sconnetto“.
L’antica sapienza occultata nelle parole illustra quindi come la Verità e la Luce, condensati nel simbolo, si oppongano al lavoro delle energie disarmoniche e oscure che allontanano gli uomini dalla propria deità rendendoli schiavi e nemici tra loro.
SARAH NEFERTEM