Dic 28 2021
Testamento di Nicholas Flamel
- Io Nicholas Flamel, uno scrivano di Parigi, nell’anno 1414, nel regno del nostro grazioso Principe Carlo VI, che Dio lo preservi; e dopo la morte della mia fedele compagna Perrenella, è pervaso dal desiderio e dalla delizia, in rimembranza di lei, ed in tuo favore, caro nipote, di porre per iscritto l’intero magistero del segreto della Polvere dell’Opera, o della Tintura Filosofica, che Dio ha voluto impartire a questo suo servo molto insignificante, e che io ho scoperto, come anche tu scoprirai, agendo nel modo che sto per dirti.
- E per questa ragione non dimenticare di pregare Dio affinché ti assista nella comprensione della ragione della verità della natura, che vedrai in questo libro, dove ho scritto tutti i segreti, parola per parola, foglio per foglio, e come anche io ho fatto e realizzato con la tua cara zia Perrenella, che ancora dolorosamente rimpiango.
- Presta attenzione prima di iniziare a lavorare, per cercare la giusta via, come un uomo saggio. La ragione della natura è il Mercurio, Sole e Luna, come ho detto nel mio libro, in cui si trovano quelle figure
che tu hai visto negli archi degli Innocenti a Parigi. Ma ho sbagliato grandemente dai 23 anni e mezzo in avanti, nel lavorare senza essere capace di sposare la Luna, che è il mercurio, al Sole, ed estrarre da essi il composto seminale che è un veleno letale; perché allora ero ignaro dell’agente, o mediano, necessario a fortificare il Mercurio: perché senza questo agente, il Mercurio è come acqua fresca. - So in quale modo il Mercurio deve essere fortificato per mezzo di un agente metallico, senza il quale esso non potrà mai penetrare nella pancia del Sole e della Luna; dopo di ciò esso deve essere indurito, e
ciò non può essere realizzato senza lo spirito solforoso dell’oro o argento. Tu dovrai pertanto prima dischiuderli con un agente metallico, che è come dire con il Saturnia reale, ed in seguito potrai attuare il Mercurio per un tramite filosofico, e potrai in seguito per mezzo di questo Mercurio, dissolverlo in un oro liquoroso e Luna, e trarre dalla loro putrefazione il liquido generativo. - E tu sai, che non esiste altra via o mezzo per lavorare in quest’arte, se non quello che io do a te parola per parola; un’operazione, salvo che sia insegnata nel modo in cui io la insegno a te, affatto facile da
realizzare, ma che al contrario è molto difficile da scoprire.
- Credi fermamente che l’intera industria filosofica consista nella preparazione del Mercurio dei saggi, perché in esso si trova tutto quanto noi andiamo cercando, e che è sempre stato cercato da tutti gli uomini giudiziosi; e che noi, non più di loro, abbiamo niente senza questo Mercurio, preparato con Sole o Luna: perché senza questi tre, non c’è niente nel mondo intero capace di compiere la citata tintura filosofica e medicinale. E’ importante quindi che noi impariamo ad estrarre da essi il seme vivente e spirituale.
- Cerca pertanto nient’altro che il Sole, la Luna ed il Mercurio, preparati da un’industria filosofica, che non bagna le mani ma il metallo, e che ha in sé un’anima di metallo solforoso, nominativamente, la luce
infuocata dello zolfo. E in modo che tu non possa deviare dal giusto cammino, dedica i tuoi sforzi ai metalli; perché in quel luogo il citato zolfo si può trovare in tutti; ma tu lo troverai facilmente, persino
quasi simile all’oro, nelle caverne e profondità di Marte, che è il ferro, e di Venere, che è il rame, più o meno nell’uno come nell’altro; e se tu vi presterai attenzione, questo zolfo ha persino il potere di sfumare
l’umida e fredda Luna, che è fine argento, nel puro giallo e buon Sole; ma questo deve essere fatto da un tramite spirituale, che è la chiave che apre tutti i metalli, come sto per farti conoscere. Impara pertanto,
che tra i minerali ve n’è uno che è un ladro, e mangia tutto eccetto il Sole e la Luna, che conoscono il ladro molto bene; perché quando egli li ha nella sua pancia, è capace di preparare il mercurio, come ti farò
sapere a breve.
- Pertanto non deviare dalla giusta via, ma fidati delle mie parole, e quindi dedicati molto alla pratica, che sto per mostrare a te, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La pratica.
- Prendi in primo luogo il più grande dei primogeniti di Saturno, non il volgare, 9 parti; della sciabola del Dio della Guerra, 4 parti. Poni quest’ultimo in un crogiuolo, e quando esso arriva a sciogliersi in
colore rossiccio, versa insieme le 9 parti di Saturno, ed immedia -tamente questo renderà il resto rosso. Pulisci accuratamente il sudiciume che sale alla superficie del saturnio, con salnitro e stibiato, quattro o cinque volte. L’operazione sarà stata svolta correttamente quando tu vedrai sulla materia un segno astrale simile ad una stella. - Così è fatta la chiave e la sciabola che apre e taglia tutti i metalli, ma principalmente il Sole, la Luna e Venere, che esso mangia, divora e custodisce nella sua pancia; e per questo mezzo tu sei sulla retta via di
verità, se hai operato propriamente. Poiché questo Saturnia è l’erba reale trionfante, è un piccolo re imperfetto, che noi solleviamo per mezzo di un artificio filosofico al grado dei più grandi gloria e onore. Ed è anche la regina, perché deve essere detto che la Luna è la moglie del Sole: è per questo sono entrambe maschio e femmina, ed il nostro
ermafrodita Mercurio. Questo Mercurio o Saturnia è rappresentato nelle prime sette pagine del libro di Abramo l’Ebraico, per mezzo di due serpenti che circondano un bastone d’oro. Prenditi cura di preparare una sufficiente quantità di esso, perché molto è richiesto, circa 12 o 13 libbre di esso, e perfino di più, secondo che tu desideri lavorare su piccola o larga scala.
- Sposa quindi il giovane dio Mercurio, che è come dire il mercurio che è con esso, che è il Mercurio filosofico, che tu potrai ottenere per mezzo di lui e fortificare il citato mercurio fluente, sette o perfino
dieci o undici volte con il detto agente, che è chiamato la chiave, o una sciabola di acciaio affilato, affinché esso tagli, divida e penetri tutti i corpi dei metalli. Allora tu avrai la doppia e tripla acqua rappresenta-ta dall’albero delle rose nel libro di Abramo l’Ebreo, che sorge ai piedi di una quercia, nominativamente la nostra Saturnia, che è la chiave reale, e va a precipitare se stesso nell’abisso, come dice lo stesso autore, che significa, nel ricevente, adattato al collo della storta, dove il doppio mercurio getta se stesso per mezzo di un fuoco conveniente.
- Ma qui si trovano ostacoli e difficoltà insuperabili, a meno che Dio non riveli il suo segreto, o un maestro te lo insegni. Perché Mercurio non si sposa con il Saturnia reale se non si riesce a trovare un mezzo segreto per unirli: perché a meno che tu sappia l’artificio per cui quest’unione e pace sono effettuate tra questi menzionati argenti-vivi, tu non farai nulla a questo proposito. Non vorrei nasconderti niente, mio caro nipote, ti dico pertanto che senza il Sole o la Luna questo lavoro non ti profitterà niente. Tu devi pertanto fare sì che questo vecchio, o vorace lupo, divori l’oro o l’argento nel peso e misura che sto per dirti. Ascolta pertanto le mie parole, e non potrai sbagliare, come io ho fatto, in quest’opera. Ho detto, infatti, che tu devi dare oro da mangiare al nostro vecchio dragone. Ricorda come bene devi operare. Perché se tu darai solo poco oro al Saturnia disciolto, l’oro è per questo dischiuso, ma il mercurio non prenderà; e qui si verifica un’incongruità che non è affatto conveniente. Ho a lungo e con fatica lavorato a questa afflizione, prima di trovare il modo di riuscirvi. Se pertanto tu darai a lui molto oro, l’oro non sarà abbastanza dischiuso né disposto, ma allora esso prenderà il mercurio, e saranno entrambe sposati. Così i mezzi sono scoperti. Conserva questo segreto, perché è l’intero, e neppure affidalo alla carta, o a qualsiasi altra cosa possa essere vista. Perché potremmo diventare la causa di un grande danno. Ti do sotto il sigillo di segretezza e della tua coscienza, per l’amore che ho per te.
- Prendi quindi dieci once del rosso Sole, che è come dire, molto fine pulito e purificato nove o dieci volte per mezzo del solo vorace lupo: due once di Saturnia reale; scioglilo in un crogiuolo, e quando sarà
sciolto, versalo nelle dieci once di oro fine; sciogli questi due insieme, e mischialo con carbonella intiepidita. Quindi otterrai che l’oro sia un po’ dischiuso. Versalo su una lastra di marmo o in un mortaio di ferro, riducilo in polvere, polverizzalo bene con tre libbre di mercurio. Fallo allora quagliare come formaggio, nel polverizzarlo e lavorarlo ancora e ancora: lava questa amalgama con pura acqua comune che sgorga chiara, fino a che l’intera massa appaia chiara e bianca come la raffinata Luna. La congiunzione della Luna con il reale Saturnia dorato si può considerare effettuata, quando la massa è soffice al tocco come burro. - Prendi questa massa, che dovrai gentilmente asciugare con lino o fini bendaggi, con grande cura: questo è il nostro piombo, e la nostra massa del Sole e della Luna, non il volgare, ma il filosofico. Ponilo in
una buona storta di terracotta, ma molto meglio di acciaio. Poni la storta in una fornace, ed adattala a ricevere il fuoco per gradi. Due ore dopo aumenta il tuo fuoco così che il Mercurio possa passare nel
ricevitore: questo Mercurio è l’acqua del fiorente albero delle rose; è anche il sangue degli innocenti massacrati nel libro di Abramo l’Ebreo. Puoi ora supporre che questo Mercurio ha mangiato un poco del
corpo del re, e che esso avrà molta più forza per dissolvere l’altra parte di esso, di qui in avanti, che sarà più coperto dal corpo del Saturnia. Tu sei ora asceso al grado o scalino della scala dell’arte.
- Togli le feci dalla storta; scioglili in un crogiuolo in un fuoco forte: versali allora in quattro once del Saturnia, (e) nove once del Sole. Allora il Sole si espande nelle dette feci, e si dischiude molto più che la
prima volta, come il Mercurio ha più vigore che prima, avrà la forza e la virtù di penetrare l’oro, e di mangiare più di esso, e di riempire la sua pancia con esso per gradi. Opera adesso come all’inizio; sposa il
menzionato Mercurio, più forte un grado, con questa nuova massa e vedi di sfarinare il tutto insieme; essi si prenderanno come burro e formaggio; lavali e sfarinali ancora diverse volte, fino a che la nerezza sia andata via: asciugali come detto prima; poni il tutto nella storta, e opera come hai fatto prima, per la durata di due ore, con un fuoco debole, e quindi forte, sufficiente a fare scorrere e fare sì che il Mercurio precipiti nel ricevente, allora tu avrai il Mercurio ancora più attuato, e allora sarai asceso al secondo grado della scala filosofica. - Ripeti lo stesso lavoro, versando nel Saturnia in misura dovuta, cioè per gradi, ed opera come prima, fino a che avrai raggiunto il decimo scalino della scala filosofica; quindi prendi il tuo resto. Perché il già
citato Mercurio è infiammato, attuato, completamente ingrossato e pieno di zolfo maschio, e fortificato con il succo astrale che era nella profonda coppa dell’oro e del nostro dragone saturnino. Stai sicuro che sto ora scrivendo per te le cose che nessun filosofo ha mai dichiarato o scritto. Perché questo Mercurio è il meraviglioso caduceo, del quale i saggi hanno tanto a lungo parlato nei loro libri, e che attestano abbia in sé il potere di compiere l’opera filosofica, e loro dicono la verità, come ho potuto costatare di persona, per mezzo di esso solo tu sarai in grado di farlo da te, se sarai così disposto: perché questo non è nient’altro che la materia adiacente e la radice di tutti i metalli. - Ora che è fatta e compiuta la preparazione del Mercurio, adatto e capace di dissolvere nella sua natura oro e argento, per ottenere naturalmente e semplicemente la Tintura Filosofica, o la polvere che trasforma tutti i metalli in oro e argento.
- Alcuni credono di avere compiuto l’intero magistero, quando essi hanno preparato il celestiale Mercurio; ma sono grandemente ingannati. Per questa ragione trovano ostacoli prima di cogliere la rosa, per volere di comprensione. E’ vero, infatti, che essendo loro arrivati a conoscere il peso, il regime del fuco, e del modo fruibile, non hanno molto altro da fare, e non potrebbero fallire nemmeno se potessero. Ma in quest’arte esiste un modo di lavorare. Impara pertanto e osserva bene come operare, nel modo che sto per dirti.
- Nel nome di Dio, dovrai prendere il tuo Mercurio inanimato nella quantità che ti piace; allora lo porrai in un vaso di vetro per se stesso; o due o quattro parti del Mercurio con due parti del Saturnia dorato; che è come dire uno del Sole e due dei Saturnia; il tutto finemente congiunto come burro, lavato, pulito e asciugato; e tu illuminerai il tuo vaso con la luce della conoscenza. Ponilo in una fornace di calde ceneri al grado del calore di una gallina seduta sulle sue uova. Lascia questo detto Mercurio così preparato che ascenda e discenda per lo spazio di 40 o 50 giorni, fino a che vedrai che formerà nel tuo vaso uno zolfo bianco o rosso, chiamato sublimazione filosofica, che sfocerà dai resti del detto Mercurio. Tu raccoglierai questo zolfo con una piuma: è il Sole vivente e la Luna vivente, che il Mercurio ha scacciato da sé.
- Prendi questo zolfo bianco o rosso, trituralo in un mortaio di vetro o marmo, e versa su esso, in modo scrosciante, una terza parte del suo peso del Mercurio dal quale questo zolfo è stato tratto. Con questi due
crea una pasta come burro: metti ancora questa mistura in un bicchiere ovale; posalo su una fornace su un gentile fuoco di ceneri, tiepido, e disposto con industria filosofica. Tienilo in cottura fino a che il detto Mercurio sia mutato in zolfo, e durante tale cottura, vedrai meravigliose cose nel tuo vaso, che è come dire, tutti i colori che esistono nel mondo, che tu non potrai ammirare se non elevando il tuo cuore a Dio in gratitudine per un così grande regalo. - Quando avrai ottenuto questo rosso porpora, dovrai raccoglierlo: perché allora la polvere alchemica sarà stata fatta, tramutando ogni metallo in oro fine e massiccio, che potrai moltiplicare bagnandolo come hai già fatto, triturandolo con Mercurio fresco, cocendolo nello stesso vaso, fornace e fuoco, ed il tempo sarà molto più corto, e la sua virtù dieci volte più forte.
- Questo è quindi l’intero magistero fatto con il solo Mercurio, che alcuni non credono sia vero, perché sono tutti deboli e stupidi, ed incapaci di comprendere questo lavoro.
- Se tu desiderassi operare in un’altra maniera, prendi del Sole fine in fine polvere o in fogli molto sottili: forma una pasta di essi con 7 parti del tuo Mercurio filosofico, che è la nostra Luna: ponili entrambe in un bicchiere ovale ben pulito; ponilo in una fornace; dai un fuoco molto forte, che è come dire, come dovessi fondere l’acciaio; perché allora tu avrai trovato il vero regime di fuoco; e lascia che il
tuo Mercurio, che è il vento filosofico, ascenda e discenda sul corpo dell’oro, che esso mangia per gradi, e porta nella sua pancia. Cuocilo fino a che oro e Mercurio non saliranno e scenderanno più, ma
rimarranno entrambe quieti, e allora pace e unione saranno effettive tra i due dragoni, che sono fuoco e acqua entrambe insieme. - Allora vedrai nel tuo vaso una gran nerezza come di terra mischiata, che è il segno della morte e della putrefazione dell’oro, e la chiave dell’intero magistero. Fai sì che resusciti allora cocendolo, e non stancarti di cuocerlo: nel corso di questo periodo prenderanno luogo diversi cambiamenti, la materia passerà attraverso tutti i colori, il nero, il colore della cenere, il blu, il verde, il bianco, l’arancio, e finalmente il rosso come è rosso il sangue o il papavero selvatico: punta solo all’ultimo colore, perché il vero zolfo, e la polvere alchemica. Non dico niente precisamente riguardo al tempo; perché dipende dall’industria dell’artista; ma tu non potrai fallire, lavorando come ti ho mostrato.
- Se tu sei disposto a moltiplicare la tua polvere, prendine una parte, e bagnala con due parti del tuo Mercurio animato; rendilo una pasta soffice e morbida; ponilo in un vaso come hai già fatto, nella stessa
fornace e fuoco, e cuocilo insieme. Il secondo giro della ruota filosofica sarà fatto in meno tempo che il primo, e la tua polvere avrà dieci volte maggiore forza. Lascia che la ruota giri ancora fino ad un migliaio
di volte, e anche più se tu così vorrai. Avrai allora un tesoro senza prezzo, superiore a tutto quello che è nel mondo, e tu non potrai desiderare niente di più, perché avrai entrambe salute e ricchezza, se le userai propriamente. - Tu hai ora il tesoro di tutta la felicità del mondo, che io, un povero rustico di campagna di Pointoise, ho compiuto tre volte a Parigi, nella mia casa, nella strada des Ecrivains, presso la Cappella di St.Jacques
de la Boucherie, e che io Flamel do a te, per l’amore che nutro per te, l’onore di Dio, per la Sua gloria, per la preghiera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Il corrispondente Francese [che ha offerto la versione Francese all’editore per la traduzione in Inglese per
questa pubblicazione del 1806] aggiunge: “Questo è quel che ho trovato alla fine del Manoscritto” Essi asseriscono che l’originale di questo lavoro è stata scritta ai margini della pelle di un Libro di Salmi,
nella scrittura autentica di Nicholas Flamel, in favore di suo nipote. Il processo era scritto in cifre, per meglio mantenere il segreto. Ogni lettera era formata in quattro modi differenti, così per creare l’intero
alfabeto sono state impiegate 96 lettere. Padre Pernetti e Monsieur de Saint Marc hanno decifrato questo scritto con molta difficoltà. M.de St. Marc era sul punto di lasciare; ma Padre Pernetti, che aveva già
trovato le vocali, lo incoraggiò ad andare avanti, e riuscirono finalmente nell’impresa, con completo successo, attorno all’anno 1758
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