ALCHIMIA

Testamento di Nicholas Flamel

  1. Io Nicholas Flamel, uno scrivano di Parigi, nell’anno 1414, nel regno del nostro grazioso Principe Carlo VI, che Dio lo preservi; e dopo la morte della mia fedele compagna Perrenella, è pervaso dal desiderio e dalla delizia, in rimembranza di lei, ed in tuo favore, caro nipote, di porre per iscritto l’intero magistero del segreto della Polvere dell’Opera, o della Tintura Filosofica, che Dio ha voluto impartire a questo suo servo molto insignificante, e che io ho scoperto, come anche tu scoprirai, agendo nel modo che sto per dirti.
  2. E per questa ragione non dimenticare di pregare Dio affinché ti assista nella comprensione della ragione della verità della natura, che vedrai in questo libro, dove ho scritto tutti i segreti, parola per parola, foglio per foglio, e come anche io ho fatto e realizzato con la tua cara zia Perrenella, che ancora dolorosamente rimpiango.
  3. Presta attenzione prima di iniziare a lavorare, per cercare la giusta via, come un uomo saggio. La ragione della natura è il Mercurio, Sole e Luna, come ho detto nel mio libro, in cui si trovano quelle figure
    che tu hai visto negli archi degli Innocenti a Parigi. Ma ho sbagliato grandemente dai 23 anni e mezzo in avanti, nel lavorare senza essere capace di sposare la Luna, che è il mercurio, al Sole, ed estrarre da essi il composto seminale che è un veleno letale; perché allora ero ignaro dell’agente, o mediano, necessario a fortificare il Mercurio: perché senza questo agente, il Mercurio è come acqua fresca.
  4. So in quale modo il Mercurio deve essere fortificato per mezzo di un agente metallico, senza il quale esso non potrà mai penetrare nella pancia del Sole e della Luna; dopo di ciò esso deve essere indurito, e
    ciò non può essere realizzato senza lo spirito solforoso dell’oro o argento. Tu dovrai pertanto prima dischiuderli con un agente metallico, che è come dire con il Saturnia reale, ed in seguito potrai attuare il Mercurio per un tramite filosofico, e potrai in seguito per mezzo di questo Mercurio, dissolverlo in un oro liquoroso e Luna, e trarre dalla loro putrefazione il liquido generativo.
  5. E tu sai, che non esiste altra via o mezzo per lavorare in quest’arte, se non quello che io do a te parola per parola; un’operazione, salvo che sia insegnata nel modo in cui io la insegno a te, affatto facile da
    realizzare, ma che al contrario è molto difficile da scoprire.
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Figura 1 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo “I lavoratori nel Giardino”
  1. Credi fermamente che l’intera industria filosofica consista nella preparazione del Mercurio dei saggi, perché in esso si trova tutto quanto noi andiamo cercando, e che è sempre stato cercato da tutti gli uomini giudiziosi; e che noi, non più di loro, abbiamo niente senza questo Mercurio, preparato con Sole o Luna: perché senza questi tre, non c’è niente nel mondo intero capace di compiere la citata tintura filosofica e medicinale. E’ importante quindi che noi impariamo ad estrarre da essi il seme vivente e spirituale.
  2. Cerca pertanto nient’altro che il Sole, la Luna ed il Mercurio, preparati da un’industria filosofica, che non bagna le mani ma il metallo, e che ha in sé un’anima di metallo solforoso, nominativamente, la luce
    infuocata dello zolfo. E in modo che tu non possa deviare dal giusto cammino, dedica i tuoi sforzi ai metalli; perché in quel luogo il citato zolfo si può trovare in tutti; ma tu lo troverai facilmente, persino
    quasi simile all’oro, nelle caverne e profondità di Marte, che è il ferro, e di Venere, che è il rame, più o meno nell’uno come nell’altro; e se tu vi presterai attenzione, questo zolfo ha persino il potere di sfumare
    l’umida e fredda Luna, che è fine argento, nel puro giallo e buon Sole; ma questo deve essere fatto da un tramite spirituale, che è la chiave che apre tutti i metalli, come sto per farti conoscere. Impara pertanto,
    che tra i minerali ve n’è uno che è un ladro, e mangia tutto eccetto il Sole e la Luna, che conoscono il ladro molto bene; perché quando egli li ha nella sua pancia, è capace di preparare il mercurio, come ti farò
    sapere a breve.
Testamento di Nicholas Flamel1
Figura 2 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo “Mercurio incontra Saturno”
  1. Pertanto non deviare dalla giusta via, ma fidati delle mie parole, e quindi dedicati molto alla pratica, che sto per mostrare a te, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La pratica.
  2. Prendi in primo luogo il più grande dei primogeniti di Saturno, non il volgare, 9 parti; della sciabola del Dio della Guerra, 4 parti. Poni quest’ultimo in un crogiuolo, e quando esso arriva a sciogliersi in
    colore rossiccio, versa insieme le 9 parti di Saturno, ed immedia -tamente questo renderà il resto rosso. Pulisci accuratamente il sudiciume che sale alla superficie del saturnio, con salnitro e stibiato, quattro o cinque volte. L’operazione sarà stata svolta correttamente quando tu vedrai sulla materia un segno astrale simile ad una stella.
  3. Così è fatta la chiave e la sciabola che apre e taglia tutti i metalli, ma principalmente il Sole, la Luna e Venere, che esso mangia, divora e custodisce nella sua pancia; e per questo mezzo tu sei sulla retta via di
    verità, se hai operato propriamente. Poiché questo Saturnia è l’erba reale trionfante, è un piccolo re imperfetto, che noi solleviamo per mezzo di un artificio filosofico al grado dei più grandi gloria e onore. Ed è anche la regina, perché deve essere detto che la Luna è la moglie del Sole: è per questo sono entrambe maschio e femmina, ed il nostro
    ermafrodita Mercurio. Questo Mercurio o Saturnia è rappresentato nelle prime sette pagine del libro di Abramo l’Ebraico, per mezzo di due serpenti che circondano un bastone d’oro. Prenditi cura di preparare una sufficiente quantità di esso, perché molto è richiesto, circa 12 o 13 libbre di esso, e perfino di più, secondo che tu desideri lavorare su piccola o larga scala.
L'alato Caduceo di Mercurio". Dal "Libro di Abramo l'Ebreo", riproduzione  attribuita a Denis Molinier, XVIII sec. / … | Symboles alchimie, Alchimie,  Nicolas flamel
Figura 3 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo: “L’alato Caduceo di Mercurio”
  1. Sposa quindi il giovane dio Mercurio, che è come dire il mercurio che è con esso, che è il Mercurio filosofico, che tu potrai ottenere per mezzo di lui e fortificare il citato mercurio fluente, sette o perfino
    dieci o undici volte con il detto agente, che è chiamato la chiave, o una sciabola di acciaio affilato, affinché esso tagli, divida e penetri tutti i corpi dei metalli. Allora tu avrai la doppia e tripla acqua rappresenta-ta dall’albero delle rose nel libro di Abramo l’Ebreo, che sorge ai piedi di una quercia, nominativamente la nostra Saturnia, che è la chiave reale, e va a precipitare se stesso nell’abisso, come dice lo stesso autore, che significa, nel ricevente, adattato al collo della storta, dove il doppio mercurio getta se stesso per mezzo di un fuoco conveniente.
Il roseto sulla collina". Dal "Libro di Abramo l'Ebreo", riproduzione  Bibliothèque de l'Arsenal, databile al XVII… | Medieval artwork, Medieval  art, Romanesque art

Figura 4 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo “Il Roseto sulla Collina”
  1. Ma qui si trovano ostacoli e difficoltà insuperabili, a meno che Dio non riveli il suo segreto, o un maestro te lo insegni. Perché Mercurio non si sposa con il Saturnia reale se non si riesce a trovare un mezzo segreto per unirli: perché a meno che tu sappia l’artificio per cui quest’unione e pace sono effettuate tra questi menzionati argenti-vivi, tu non farai nulla a questo proposito. Non vorrei nasconderti niente, mio caro nipote, ti dico pertanto che senza il Sole o la Luna questo lavoro non ti profitterà niente. Tu devi pertanto fare sì che questo vecchio, o vorace lupo, divori l’oro o l’argento nel peso e misura che sto per dirti. Ascolta pertanto le mie parole, e non potrai sbagliare, come io ho fatto, in quest’opera. Ho detto, infatti, che tu devi dare oro da mangiare al nostro vecchio dragone. Ricorda come bene devi operare. Perché se tu darai solo poco oro al Saturnia disciolto, l’oro è per questo dischiuso, ma il mercurio non prenderà; e qui si verifica un’incongruità che non è affatto conveniente. Ho a lungo e con fatica lavorato a questa afflizione, prima di trovare il modo di riuscirvi. Se pertanto tu darai a lui molto oro, l’oro non sarà abbastanza dischiuso né disposto, ma allora esso prenderà il mercurio, e saranno entrambe sposati. Così i mezzi sono scoperti. Conserva questo segreto, perché è l’intero, e neppure affidalo alla carta, o a qualsiasi altra cosa possa essere vista. Perché potremmo diventare la causa di un grande danno. Ti do sotto il sigillo di segretezza e della tua coscienza, per l’amore che ho per te.
  2. Prendi quindi dieci once del rosso Sole, che è come dire, molto fine pulito e purificato nove o dieci volte per mezzo del solo vorace lupo: due once di Saturnia reale; scioglilo in un crogiuolo, e quando sarà
    sciolto, versalo nelle dieci once di oro fine; sciogli questi due insieme, e mischialo con carbonella intiepidita. Quindi otterrai che l’oro sia un po’ dischiuso. Versalo su una lastra di marmo o in un mortaio di ferro, riducilo in polvere, polverizzalo bene con tre libbre di mercurio. Fallo allora quagliare come formaggio, nel polverizzarlo e lavorarlo ancora e ancora: lava questa amalgama con pura acqua comune che sgorga chiara, fino a che l’intera massa appaia chiara e bianca come la raffinata Luna. La congiunzione della Luna con il reale Saturnia dorato si può considerare effettuata, quando la massa è soffice al tocco come burro.
  3. Prendi questa massa, che dovrai gentilmente asciugare con lino o fini bendaggi, con grande cura: questo è il nostro piombo, e la nostra massa del Sole e della Luna, non il volgare, ma il filosofico. Ponilo in
    una buona storta di terracotta, ma molto meglio di acciaio. Poni la storta in una fornace, ed adattala a ricevere il fuoco per gradi. Due ore dopo aumenta il tuo fuoco così che il Mercurio possa passare nel
    ricevitore: questo Mercurio è l’acqua del fiorente albero delle rose; è anche il sangue degli innocenti massacrati nel libro di Abramo l’Ebreo. Puoi ora supporre che questo Mercurio ha mangiato un poco del
    corpo del re, e che esso avrà molta più forza per dissolvere l’altra parte di esso, di qui in avanti, che sarà più coperto dal corpo del Saturnia. Tu sei ora asceso al grado o scalino della scala dell’arte.
Il testamento di Flamel | Esonet
Figura 5 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo “La strage degli Innocenti”
  1. Togli le feci dalla storta; scioglili in un crogiuolo in un fuoco forte: versali allora in quattro once del Saturnia, (e) nove once del Sole. Allora il Sole si espande nelle dette feci, e si dischiude molto più che la
    prima volta, come il Mercurio ha più vigore che prima, avrà la forza e la virtù di penetrare l’oro, e di mangiare più di esso, e di riempire la sua pancia con esso per gradi. Opera adesso come all’inizio; sposa il
    menzionato Mercurio, più forte un grado, con questa nuova massa e vedi di sfarinare il tutto insieme; essi si prenderanno come burro e formaggio; lavali e sfarinali ancora diverse volte, fino a che la nerezza sia andata via: asciugali come detto prima; poni il tutto nella storta, e opera come hai fatto prima, per la durata di due ore, con un fuoco debole, e quindi forte, sufficiente a fare scorrere e fare sì che il Mercurio precipiti nel ricevente, allora tu avrai il Mercurio ancora più attuato, e allora sarai asceso al secondo grado della scala filosofica.
  2. Ripeti lo stesso lavoro, versando nel Saturnia in misura dovuta, cioè per gradi, ed opera come prima, fino a che avrai raggiunto il decimo scalino della scala filosofica; quindi prendi il tuo resto. Perché il già
    citato Mercurio è infiammato, attuato, completamente ingrossato e pieno di zolfo maschio, e fortificato con il succo astrale che era nella profonda coppa dell’oro e del nostro dragone saturnino. Stai sicuro che sto ora scrivendo per te le cose che nessun filosofo ha mai dichiarato o scritto. Perché questo Mercurio è il meraviglioso caduceo, del quale i saggi hanno tanto a lungo parlato nei loro libri, e che attestano abbia in sé il potere di compiere l’opera filosofica, e loro dicono la verità, come ho potuto costatare di persona, per mezzo di esso solo tu sarai in grado di farlo da te, se sarai così disposto: perché questo non è nient’altro che la materia adiacente e la radice di tutti i metalli.
  3. Ora che è fatta e compiuta la preparazione del Mercurio, adatto e capace di dissolvere nella sua natura oro e argento, per ottenere naturalmente e semplicemente la Tintura Filosofica, o la polvere che trasforma tutti i metalli in oro e argento.
  4. Alcuni credono di avere compiuto l’intero magistero, quando essi hanno preparato il celestiale Mercurio; ma sono grandemente ingannati. Per questa ragione trovano ostacoli prima di cogliere la rosa, per volere di comprensione. E’ vero, infatti, che essendo loro arrivati a conoscere il peso, il regime del fuco, e del modo fruibile, non hanno molto altro da fare, e non potrebbero fallire nemmeno se potessero. Ma in quest’arte esiste un modo di lavorare. Impara pertanto e osserva bene come operare, nel modo che sto per dirti.
Il testamento di Flamel | Nicolas flamel, Occult, Ancient
Figura 6 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo “Il serpente crocifisso”
  1. Nel nome di Dio, dovrai prendere il tuo Mercurio inanimato nella quantità che ti piace; allora lo porrai in un vaso di vetro per se stesso; o due o quattro parti del Mercurio con due parti del Saturnia dorato; che è come dire uno del Sole e due dei Saturnia; il tutto finemente congiunto come burro, lavato, pulito e asciugato; e tu illuminerai il tuo vaso con la luce della conoscenza. Ponilo in una fornace di calde ceneri al grado del calore di una gallina seduta sulle sue uova. Lascia questo detto Mercurio così preparato che ascenda e discenda per lo spazio di 40 o 50 giorni, fino a che vedrai che formerà nel tuo vaso uno zolfo bianco o rosso, chiamato sublimazione filosofica, che sfocerà dai resti del detto Mercurio. Tu raccoglierai questo zolfo con una piuma: è il Sole vivente e la Luna vivente, che il Mercurio ha scacciato da sé.
  2. Prendi questo zolfo bianco o rosso, trituralo in un mortaio di vetro o marmo, e versa su esso, in modo scrosciante, una terza parte del suo peso del Mercurio dal quale questo zolfo è stato tratto. Con questi due
    crea una pasta come burro: metti ancora questa mistura in un bicchiere ovale; posalo su una fornace su un gentile fuoco di ceneri, tiepido, e disposto con industria filosofica. Tienilo in cottura fino a che il detto Mercurio sia mutato in zolfo, e durante tale cottura, vedrai meravigliose cose nel tuo vaso, che è come dire, tutti i colori che esistono nel mondo, che tu non potrai ammirare se non elevando il tuo cuore a Dio in gratitudine per un così grande regalo.
  3. Quando avrai ottenuto questo rosso porpora, dovrai raccoglierlo: perché allora la polvere alchemica sarà stata fatta, tramutando ogni metallo in oro fine e massiccio, che potrai moltiplicare bagnandolo come hai già fatto, triturandolo con Mercurio fresco, cocendolo nello stesso vaso, fornace e fuoco, ed il tempo sarà molto più corto, e la sua virtù dieci volte più forte.
Testamento di Nicholas Flamel1
Figura 7 – Dal Libro di Abramo l’Ebreo “Serpenti lungo la collina”
  1. Questo è quindi l’intero magistero fatto con il solo Mercurio, che alcuni non credono sia vero, perché sono tutti deboli e stupidi, ed incapaci di comprendere questo lavoro.
  2. Se tu desiderassi operare in un’altra maniera, prendi del Sole fine in fine polvere o in fogli molto sottili: forma una pasta di essi con 7 parti del tuo Mercurio filosofico, che è la nostra Luna: ponili entrambe in un bicchiere ovale ben pulito; ponilo in una fornace; dai un fuoco molto forte, che è come dire, come dovessi fondere l’acciaio; perché allora tu avrai trovato il vero regime di fuoco; e lascia che il
    tuo Mercurio, che è il vento filosofico, ascenda e discenda sul corpo dell’oro, che esso mangia per gradi, e porta nella sua pancia. Cuocilo fino a che oro e Mercurio non saliranno e scenderanno più, ma
    rimarranno entrambe quieti, e allora pace e unione saranno effettive tra i due dragoni, che sono fuoco e acqua entrambe insieme.
  3. Allora vedrai nel tuo vaso una gran nerezza come di terra mischiata, che è il segno della morte e della putrefazione dell’oro, e la chiave dell’intero magistero. Fai sì che resusciti allora cocendolo, e non stancarti di cuocerlo: nel corso di questo periodo prenderanno luogo diversi cambiamenti, la materia passerà attraverso tutti i colori, il nero, il colore della cenere, il blu, il verde, il bianco, l’arancio, e finalmente il rosso come è rosso il sangue o il papavero selvatico: punta solo all’ultimo colore, perché il vero zolfo, e la polvere alchemica. Non dico niente precisamente riguardo al tempo; perché dipende dall’industria dell’artista; ma tu non potrai fallire, lavorando come ti ho mostrato.
  4. Se tu sei disposto a moltiplicare la tua polvere, prendine una parte, e bagnala con due parti del tuo Mercurio animato; rendilo una pasta soffice e morbida; ponilo in un vaso come hai già fatto, nella stessa
    fornace e fuoco, e cuocilo insieme. Il secondo giro della ruota filosofica sarà fatto in meno tempo che il primo, e la tua polvere avrà dieci volte maggiore forza. Lascia che la ruota giri ancora fino ad un migliaio
    di volte, e anche più se tu così vorrai. Avrai allora un tesoro senza prezzo, superiore a tutto quello che è nel mondo, e tu non potrai desiderare niente di più, perché avrai entrambe salute e ricchezza, se le userai propriamente.
  5. Tu hai ora il tesoro di tutta la felicità del mondo, che io, un povero rustico di campagna di Pointoise, ho compiuto tre volte a Parigi, nella mia casa, nella strada des Ecrivains, presso la Cappella di St.Jacques
    de la Boucherie, e che io Flamel do a te, per l’amore che nutro per te, l’onore di Dio, per la Sua gloria, per la preghiera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Il corrispondente Francese [che ha offerto la versione Francese all’editore per la traduzione in Inglese per
    questa pubblicazione del 1806] aggiunge: “Questo è quel che ho trovato alla fine del Manoscritto” Essi asseriscono che l’originale di questo lavoro è stata scritta ai margini della pelle di un Libro di Salmi,
    nella scrittura autentica di Nicholas Flamel, in favore di suo nipote. Il processo era scritto in cifre, per meglio mantenere il segreto. Ogni lettera era formata in quattro modi differenti, così per creare l’intero
    alfabeto sono state impiegate 96 lettere. Padre Pernetti e Monsieur de Saint Marc hanno decifrato questo scritto con molta difficoltà. M.de St. Marc era sul punto di lasciare; ma Padre Pernetti, che aveva già
    trovato le vocali, lo incoraggiò ad andare avanti, e riuscirono finalmente nell’impresa, con completo successo, attorno all’anno 1758

I sette capitoli di Ermete

Ecco quello che dice Ermete:

Durante il lungo tempo ch’io ho vissuto, non ho cessato di fare esperienze, ed ho sempre lavorato senza risparmiarmi.

Non ho ricevuto quest’Arte o questa Scienza che dalla sola ispirazione di Dio. Egli si è degnato rivelarla al suo Servo.

Egli ha dato a coloro che sanno bene usare della loro ragione il mezzo di conoscere la verità; ma non è stato mai causa che qualcuno abbia seguito l’errore né la menzogna.

Quanto a me, se non temessi il giorno del giudizio, e di essere dannato per aver nascosta questa Scienza, non ne avrei parlato affatto, e non scriverei punto per insegnarla a coloro che verranno dopo di me.

Ma ho voluto rendere ai Fedeli quanto loro dovevo, insegnando loro ciò che l’Autore della fedeltà s’è degnato rivelarmi.

Ascoltate dunque, Figli dei saggi Filosofi nostri Predecessori, non corporalmente né inconsideratamente la Scienza dei quattro Elementi sui quali si può operare e che possono essere alterati e cangiati nelle loro Forme; e che sono nascosti con la loro azione.

Poiché la loro azione è nascosta nel nostro Elisir; perché questo non saprebbe agire se non sia composto dall’unione esattissima di questi stessi Elementi; e non è punto perfetto se non è passato per tutti i Colori, di cui ciascuno nota la dominazione di un Elemento particolare.

Sappiate, Figli dei Saggi, che v’è una divisione dell’Acqua degli antichi Filosofi, che la ripartisce i altre quattro cose. Una è a due, e tre ad una.

Ed al colore di queste cose, cioè all’Umore che coagula, appartiene la terza parte, e gli altri due terzi sono per l’Acqua. Ecco i pesi dei Filosofi.

Prendete dell’Umore un’oncia e mezzo, e del Rosso meridionale o dell’Anima del Sole la quarta parte, che corrisponde ad una mezza oncia, e la metà d’Orpimento, che sono otto, cioè tre once.

E sappiate che la Vigna dei Saggi si tira in tre, e che il suo vino è perfetto alla fine di trenta.

Concepite come se ne fa l’operazione. La cottura lo diminuisce in quantità e la Tintura l’aumenta in qualità; poiché la Luna incomincia a decrescere dopo il suo quindicesimo giorno, e cresce al terzo. E’ dunque là il cominciamento e la fine. Eccovi in tal modo dichiarato ciò che vi era stato celato. Poiché l’opera è con voi e presso di voi; di tal che trovandola in voi stessi, dov’essa è continuamente, l’avete anche sempre in qualunque luogo voi siate, sia in Terra od in Mare.

Custodite dunque l’Argento vivo che si fa nei Luoghi o Gabinetti interiori, cioè nei Principii dei Metalli che di esso son composti, e nei quali esso è coagulato. Poiché è là quest’argento vivo che si dice esser della Terra che resta.

Chi dunque non intende le mie parole, ne chieda intelligenza a Dio, che non giustifica le Opere di nessun Malvagio, e non rifiuta a nessun Uomo dabbene la ricompensa dovutagli.

Imperocché io ho scoperto tutto quanto era stato nascosto di questa Scienza; ho reso chiaro un grandissimo Segreto ; e ho ancora detta tutta la Scienza a coloro che sapranno intenderla. Voi, dunque, Inquisitori della Scienza, e Voi, Figli della saggezza, sappiate che l’avvoltojo ch’è sulla Montagna, grida ad alta voce: “Io sono il bianco del nero, ed il rosso del bianco, e l’arancione del rosso”. Certamente io dico la verità.

Sappiate ancora che il Corvo che vola senz’ali nel nero della notte e nel chiaro del giorno, è la testa ed il cominciamento dell’Arte.

Il Colorito si prende dall’amarezza ch’è nella sua gola, e la tintura è tratta dal suo corpo e si tira fuori un’Acqua vera ed affatto pura dal suo dorso.

Comprendete dunque quanto io dico, e ricevete per lo stesso mezzo il Dono di Dio ch’io vi comunico: ma nascondetelo a tutti gl’Imprudenti.

E’ una pietra che devesi onorare, ch’è nascosta nelle Caverne o nel profondo dei Metalli. Il suo colore la rende abbagliante; è un’Anima od uno Spirito sublime, ed un Mare aperto.

Ecco ve l’ho dichiarato: ringraziate Iddio dell’avervi egli insegnata questa Scienza; poiché egli ama chi gli è riconoscente delle sue grazie.

Mettete dunque questa pietra, cioè la sua materia, in un fuoco umido e fatevela cuocere. Quel fuoco aumenta il calore dell’umidità, ed uccide la secchezza della incombustione, fino all’apparire della radice: cioè fino a che il Corpo sia disciolto nel suo Mercurio. Dopo ciò fate uscire da questa Materia il rossore e la sua parte leggera, continuando a far ciò finché non ne sia restata che la terza parte.

Figliuoli dei Saggi, la ragione per cui si sono chiamati i Filosofi (Invidiosi) non è stata perché essi abbiano avuto mai il disegno di celare qualcosa alle persone dabbene, né a coloro che vivono piamente, né ai legittimi e veri Figli della Scienza, né ai Saggi.

Ma perch’essi la nascondono agl’Ignoranti, cioè a chi non ne sa abbastanza per conoscerla, ai Viziosi ed a coloro che vivono senza legge e senza carità; per timore che con questo mezzo i Malvagi non divengano potenti per commettere ogni sorta di delitti, di cui i Filosofi sarebbero responsabili verso Dio. Poiché tutti i Malvagi sono indegni di possedere la saggezza.

Sappiate che io chiamo questa Pietra col suo nome. Perché i Filosofi la chiamano la Femmina della Magnesia, o la Gallina, o la Saliva bianca, il Latte delle cose volatili, e la cenere incombustibile, allo scopo di nasconderla agl’Imprudenti, che non hanno né sensi, né legge, né umanità.

Ma io l’ho chiamata con un nome notissimo, col dirla Pietra dei Saggi.

Conservate dunque in questa Pietra il Mare, il Fuoco ed il Volatile del Cielo, fino al momento della sua Uscita.

Ora vi scongiuro tutti, o Figli dei Filosofi, in nome del nostro Benefattore che vi fa una grazia così singolare, di non svelare mai il nome di questa Pietra ad alcun pazzo, ad alcun Ignorante, né ad alcuno che ne sia indegno.

Quanto a me posso dire che nessuno m’ha dato mai nulla, senza ch’io gli abbia restituito tutto quello che m’ha dato. Non ho mai mancato al rispetto che gli dovevo, ed ho sempre parlato molto onorevolmente di lui.

Figlio mio, questa Pietra è avviluppata di parecchi Colori che la nascondono; ma non ve n’è che uno solo che dà segno della sua nascita e della sua intera perfezione. Apprendete qual è questo Colore e non ne dite mai niente.

Con l’aiuto di Dio onnipotente, questa pietra vi libererà e vi garantirà da malattie per gravi ch’esse siano; vi preserverà da ogni tristezza ed afflizione, e da tutto quanto potrebbe nuocere al copro ed allo spirito. Essa vi condurrà ancora dalle Tenebre alla Luce, dal deserto alla magione, dalla necessità all’abbondanza.

Tabula Smaragdina Hermetis

Il documento che segue è estratto dalla raccolta “Segrete figure dei Rosacroce dai secoli 16.mo e 17.mo”, presentate per la prima volta ad Amburgo nel 1785, e che consiste in una raccolta degli insegnamenti esoterici dei Rosacroce, che vennero ad espressione in certe stesure messe insieme da Hinricus Madathanus Theosophus. La traduzione che si presenta, in nostro possesso in cartonato dattiloscritto, non porta autore ma soltanto la data, Milano 1977, ed è contenuta alle pagine 39-43

Questa figura, piana ed insignificante in apparenza, nasconde una cosa grande e importante.

Sì, essa contiene un segreto tale da essere il più grande tesoro del mondo. Perché cosa è ritenuto su questa terra più eccellente che essere sempre un signore cui il denaro non manca mai, e ha pure un corpo sano fresco e pronto durante tutta la vita. Fino al tempo predestinato che non può essere oltrepassato da nessuna creatura. Tutto questo, come ho detto, è contenuto chiaramente nella figura. Vi si vedono tre scudi separati e su di essi sono un’aquila, un leone e una stella. E, posto proprio in mezzo a loro vi è disegnato un globo imperiale. Cielo e terra allo stesso modo sono posti qui intenzionalmente, e tra le mani tese l’una verso l’altra, si vedono i simboli dei metalli.

E nel cerchio che circonda la figura vi sono inscritte sette parole.

Ti farò conoscere quindi ora cosa significa ognuna in particolare E ti dirò dopo senza esitare quali sono i suoi nomi.

Lì vi è la segreta cosa dei saggi in cui si trova grande potere.

E nel seguito verrà pure descritto come prepararla.

I tre scudi insieme indicano Sale. Zolfo e Mercurio.

Il Sale è quel Corpus che è l’ultimo nell’Arte. Lo Zolfo è l’anima,senza la quale il corpo non può creare nulla, Mercurio è lo spirito del potere, che tiene uniti corpo ed anima e perciò è chiamato un mediatore perché nulla di ciò che è fatto senza di lui ha stabilità. Perché l’anima ed il corpo non potrebbero morire se con essi vi fosse pure lo spirito.

E l’anima e lo spirito neppure potrebbero essere se il corpo non fosse con loro.

E il corpo non ha alcuna forza, né lo spirito se l’anima non li accompagna.

Questo è il significato dell’Arte:

il corpo dà forma e costanza, l’anima colora e tinge, lo spirito rende fluido e penetra.

L’Arte perciò non può consistere in una di queste tre cose da sola. Né il più grande segreto può esistere senza avere corpo, anima e spirito. Cosa sia poi il quarto da cui gli altri tre originano, i nomi stessi te lo dicono e la stella a sette punte nello scudo in basso.

Allo stesso modo il leone con i suoi colori e la sua forza mostra la sua natura e le sue qualità.

Nell’aquila si manifestano giallo e bianco.

Comprendi le mie parole, poiché vi è bisogno di gran cura; l’orbita imperiale esibisce il simbolo di questo più alto bene. Cielo e terra, quattro elementi, fuoco, luce e acqua sono li: le due mani testimoniano con un giuramento la giusta ragione e la vera conoscenza, e da che vengono le radici di tutti i metalli e molte altre cose. Ora rimangono soltanto le sette parole e ascolta quindi quello che essi significano: se tu ora lo comprendi bene, questa conoscenza non ti verrà mai meno. Ogni parola sta per una città, ognuna delle quali ha solo un’entrata.

La prima significa oro ed è a ragione gialla.

La seconda sta per il bianco e leggiadro argento.

La terza, Mercurio, è piuttosto grigia.

La quarta è Zinco ed è blu-celeste.

La quinta, per ferro, è rosso sangue.

La sesta, per rame, è di un verde senza macchia

La settima, per piombo, è nera come carbone.

Nota cosa voglio dire, comprendimi bene; in queste porte della città sta infatti tutto il fondamento dell’Arte.

Poiché una città da sola non può avere alcun effetto, anche le altre devono esserci.

Appena le porte sono chiuse uno non può entrare in alcuna città. E se non avessero le porte, non potrebbero compiere nulla.

Se queste porte son congiuntamente vicine, un raggio di luce appare, dai sette colori, splendendo insieme la loro forza è incomparabile. Tu non puoi trovare tali meraviglie in terra, perciò ascolta altri particolari.

Sette lettere e sette parole sette città e sette porte sette tempi e sette metalli sette giorni e sette cifre. Con ciò voglio anche indicare sette erbe e sette arti e sette pietre.

In ciò sta ogni Arte duratura.

Bene per colui che l’abbia una volta trovata.

Se questo è per te troppo difficile da comprendere ti do alcuni altri particolari.

In verità ti rivelo in modo piano e chiaro senza odio o invidia, come questo è chi Vitriolo, da colui che lo comprende bene.

Se tu vuoi esplorare questo cabalisticamente devi spesso calcolare con ogni cura il sette e il cinquanta nella cifra, tu li trovi figurati dappertutto.

Non lasciarti scoraggiare dal lavoro comprendimi nettamente in modo che tu ne possa godere. Inoltre nota questo: c’é un’acqua che non rende umidi, da essa sono prodotti i metalli e diventa fredda come ghiaccio.

Una polvere umida solleva un vento più pieno in cui si trovano tutte le virtù.

Se tu non sai riconoscerla non ho altro mezzo di indicartela. Ora ti darò istruzioni sul modo di prepararla.

Vi sono sette vie per quest’arte e se tu ne tralasci anche una sola lavori invano. Innanzi tutto deve conoscere come devi operare con successo la purificazione. E sebbene questa debba essere duplice tu hai bisogno soltanto di una. Il primo lavoro è fatto da questo senza altra aggiunta, senza distillare alcunché in esso, semplicemente attraverso la sua putrefazione.

Da tutta la sua terrestrità tutto viene in seguito preparato. Il primo modo ha due vie, fortunato colui che segue quella giusta.

Il primo si estende per la forza del fuoco con e in se stesso, nota bene questo.

Il secondo prosegue fino al punto in cui uno giunge al tesoro e a guadagnarselo. Questo e nuovamente saturando avviene, ti informo, attraverso la dissoluzione e ciò deve essere intrapreso innanzitutto, cosicché tu giunga alla fine dell’arte sottile.

Una volta interamente completata 1a purificazione viene preparato o cotto al sole o in un caldo concime per il tempo necessario che tuttavia dura abbastanza a lungo, finché esso diventa perfetto, e il tesoro del saggio si trova in esso. Le altre vie sono molto sottili, e molti potenti falliscono in esse, poiché qui vi è la diligenza della distillazione e della sublimazione del saggio.

È anche chiamata dal saggio la separazione dei quattro elementi aria, acqua, fuoco rettificato.

La terra che sta a fondamento ha sviato molti per essere stata considerata cosa cattiva mentre tutto il potere risiede in essa. Alcuni non sanno come liberarla dalle sue scorze e perciò falliscono. È stata gettata dietro la porta ma il saggio l’ha ripresa, purificata e chiara come neve bianca, questo è il fondamento dico io, in verità. Se però tu vuoi separarle, nota che questo non è semplice, perché se esce non sono preparate, allora tu sei in errare, su questo io faccio giuramento.

Perciò tu devi avere anche un poco di aceto che è rivelato ai saggi, con cui tu effettuerai la separazione, cosicché non vi rimanga alcunché di terrestre, perché corpo e anima devono essere separati, cioé il fuoco e la terra e dopo che essi sono stati così purificati, ne segue la mescolanza, osserva e giungo così ad una forza meravigliosa.

Il fisso è formato con il non fisso e se allo stesso modo è controllato il fuoco sarà interamente perfetto in molto meno di un anno. Ora tu hai l’intera via nella sua lunghezza in cui non vi sono che due percorsi.

In questo uno comincia a vagar e ben presto erra altrimenti tutto è chiaro e semplice.

L’uno è l’acqua dell’uomo saggio, che è soltanto il Mercurio. L’altro è chiamato un aceto ed è conosciuto soltanto a pochi. È esso che fa dapprima cerchi attorno al ferro filosofico poiché il signore “Aes” che lo riversa perciò essi si sono combinati insieme così strettamente. Centinaia di forme e di nomi cono stati dati dopo che qualcuno l’ha scelto.

Una via nasce dalla vera sorgente, e pochi vi hanno lavorato per un intero anno ma molti con l’arte e l’astuzia hanno accorciato un così lungo periodo di tempo. E sveltamente la preparazione è resa libera come l’Alchimia indica.

La preparazione soltanto rende questa pietra grande e gloriosa, Sebbene sia di un’unica materia non vi manca alcunché.

Ma quando è chiarificata, il suo nome ha fuorviato molti. Tuttavia ti ho rivelato abbastanza in molti modi, forme e maniere.

Vi sono molti nomi; io dico, non lasciarti fuorviare da quello vero. Nei loro scritti gli antichi hanno detto che è un medicinale, un grande veleno. Altri lo chiamano serpente, mostro, che non è d’altra parte neppure caro. È comune a tutti gli uomini in tutto il mondo, al ricco e al povero. È la proprietà dei metalli attraverso cui essi superano vittoriosamente.

La stessa è una Perfezione e pone su di lui una corona d’oro. Ora la pratica è completata da colui che comprende e conosce la materia. Solo due cose ancora devono essere scelte che tu ora troverai se segui la retta via e attendi con cura al tuo lavoro. Ciò che il Saggio tiene segreta è la composizione.

E anche il moda di regolare il fuoco è un’arte segreta; per ciò il suo ordine è un altro: Con ciò uno non deve giocare troppo, altrimenti tutta la faccenda va a rotoli. Non si può essere troppo sottili con esso, come la gallina ha fatto nascere il pulcino, così tutto deve essere all’inizio, il tempo stesso lo proverà: perché così come è regolato il fuoco sarà prodotto questo tesoro.

Sii industrioso, costante, pacifico e pio e chiedi anche l’aiuto di Dio: Se tu l’ottieni, ricordati allora sempre dei poveri e delle loro necessità.