6 – Vav, il mediatore divino

vav

6. VAV, il Divino Mediatore

– Valore numerico: 6

– Segno zodiacale: Toro

– Significato: il gancio

– Radiazione: Verde intenso, rosso rubino centrale

Nozioni – Chiavi:

– Asse verticale, che collega Terra e Cielo

– Colonna vertebrale

– Azione per unire, per connettere 

– Il discernimento su orgoglio e poteri

Corpo: vescicola

L’essere umano può realizzare ed irradiare il suo Splendore di luce solo nell’unità e nell’equilibrio dei diversi livelli di coscienza in lui. Quindi manifesta simbolicamente un immenso Albero. La vita scorre liberamente dal sottile fogliame pieno di sole alle radici più profonde intrecciate con la Terra. Ma in questa umanità in transizione, a livello del “tronco”, l’accumulo di shock psichici, nell’oblio della Fonte divina, interrompe questa circolazione e divide il nostro essere. Questa psiche rappresenta tutto ciò che esiste solo in questa coscienza di separazione: l’orgoglio e le relative sofferenze, frustrazioni, complessi di inferiorità o superiorità, lotte di potere…

L’energia di Vav ci aiuta a trovare il nostro asse verticale, a stare “dritti” con i piedi sulla Terra, il Sole nel cuore e la testa nel cielo della coscienza universale. Questa potrebbe essere la definizione dell’Uomo Nuovo verso cui stiamo camminando.

V av nel sorteggio viene sempre a connettersi. È un collegamento e la sua azione può assumere varie forme. Si tratta di unire ciò che è separato.

Può anche significare un monito per tutto in noi, anche inconsapevolmente, vibra ancora in una coscienza di separazione, per esempio confrontandoci per l’altro, volendo dominare, o assomigliare l’immagine. Lasciarlo inviarci indietro. Se ci rendiamo conto che una una parte di noi è animata da tali energie, è fondamentale non giudicarla. È necessario vedere la paura o lo shock che ne è l’origine, e invitare questo bambino sofferente ad abbandonarsi nella Luce.

Abbiamo tutti indossato mantelli psichici che velano lo splendore della nostra anima. Non dobbiamo rifiutarli ma comprenderli con amore e saranno trasmutati dalla Luce.

Vav ci invita a diventare Lei, il Figlio che ritorna, per la nostra scelta irrevocabile di tornare alla nostra Casa e di trovarla sulla Terra.

La domanda di Vav

“ Uomo, Donna della Terra, cammini da tanto tempo. Ma in questo momento mi incontri, e questo momento è benedetto. Uniti a Me, puoi meglio realizzare la grandezza del tuo essere in tutta la sua vastità. accetti di contemplarti in pieno?

Le parole non possono evocare le dimensioni del tuo essere senza tempo, ma puoi sentire la bellezza. Nel cuore della tua anima vibra il tuo Nome segreto, impronunciabile, che è pura vibrazione. Porti dentro di te tutta la ricchezza delle tue esperienze che vanno ben oltre la tua vita attuale. Non ti succede nulla che tu non abbia scelto, qualunque sia il livello del tuo essere che ha fatto questa scelta. Porti anche dentro i ricordi di un’eredità umana e di vari shock ricevuti che possono influenzarti. Questa parte è come un bambino che pensa di essere un orfano ed è terrorizzato dal mondo, che lo ammetta o meno. Costruisce un guscio per proteggersi. Ti aiuterò a fargli capire che il Padre-Madre gli apre le braccia.

Infine, se vuoi essere completo, devi integrare completamente il tuo corpo fisico. È intelligente, sensibile, e soffre da millenni di essere vissuto come una prigione, un limite intollerabile per l’anima assetata di libertà. Eppure anela alla vera Vita – in risonanza con la Terra – e manifesta la sua chiamata in mille modi possibili.

Io sono Vav, amato, e sono tutto questo, perché sono il tuo Essere riunito . “

6 - Vav3

Simbolismo In origine, l’immagine del vav rappresentava un chiodo o un piolo. In ebraico, il vav funge da congiunzione coordinatrice e rappresenta tutto ciò che unisce le cose; legando e unendo come fanno la luce e l’aria. Il vav simboleggia la creazione, l’unione, la fecondazione che porta alla nascita e alla vita; Vav è insieme legame e divergenza tra l’essere e il nulla, il sentimento, l’affetto, il desiderio. Simboleggia anche la completa armonia interiore, il risultato della trasformazione e della perseveranza. Origine In origine, la forma del Vav designava un tassello di legno che permetteva di effettuare i collegamenti. Era rappresentato da una linea verticale sormontata da un piccolo cerchio. A poco a poco, il cerchio si è aperto per evocare più in generale un gancio. Ma qualunque siano i suoi sviluppi, questo segno ha sempre designato la giunzione, l’assemblaggio, la connessione. Il tassello di legno viene utilizzato per creare, creare e costruire. Simboleggia l’arte di assemblare i vari elementi per formare un insieme armonioso. Il sesto posto del Vav è senza dubbio un’allusione ai sei giorni della Creazione durante i quali il mondo fu assemblato. Senso Il nome Vav, letteralmente significa “uncino”. Questo gancio è un simbolo di comunicazione tra le potenze celesti e le forze terrene. Il Vav è anche un raggio di luce che collega i diversi aspetti della creazione, unendoli per formare un organismo, in cui ogni parte dipende dal legame che la unisce alle altre. Questo gancio primordiale unisce spirito e materia, cielo e terra nel processo dei 6 giorni della Creazione. La parola vav compare al plurale nel Libro dell’Esodo (38 :28), per denotare “uncini”: “Con i 1775 sicli fece uncini (vavim) per i pilastri, ne rivestì i capitelli e ne fece le aste”. lingua ebraica a forma di lettera La lettera vav consiste in una semplice linea retta, che servirà da forma madre per la formazione delle altre lettere. Si dice spesso nei testi che il vav designa, per la sua forma, il sesso maschile. Gematria Il mondo è stato completato in 6 giorni in tutte e 6 le direzioni. La prima parola della Genesi, “bereshith” può essere letta “bara Shith”: “Creato sei”, ecco perché la creazione è avvenuta in 6 + 1. Il numero 6 simboleggia l’armonia, così come la distinzione e l’unione tra il Creatore e la sua Creazione. Il 6 permette di costruire una stella a sei rami, o Sigillo di Salomone, simbolo del macrocosmo, differendo il “raggio” di un cerchio in più direzioni, quindi il numero 6 è simbolo di “radiazione”. Elokim ha fatto risplendere la sua creazione in 6 giorni, risultante da una parola di 6 lettere. Questo numero tende a ripristinare costantemente le relazioni e prevenire la rottura; qualità del tutto coerenti con la natura della lettera Vav. Per mantenere l’armonia e le relazioni, le 6 chiamate per la trasformazione, o cambiamento dell’individualità. Il valore completo del nome Vav è pari a 13, numero noto per essere il valore delle parole Eh’ad (Unità) e Ahavah (Amore), rafforzando così la forza di assemblaggio di Vav.

La lettera “Waw” si pronuncia con le labbra.

Il design originale del segno sembra un gancio, un chiodo o una Y. Si è evoluto in un segmento dritto coronato da un piccolo gancio a sinistra. È dritto come un pilastro. Infatti Waw è la prima linea dal punto Yod, come vedremo in seguito.

Secondo la Cabala, questa linea verticale è la colonna centrale dell’Albero della Vita, quella dell’equilibrio, e il segno “Waw” è al centro dell’Albero, nell’attributo Tifeéret, la Bellezza del Cuore. L’uomo dell’Eden aveva i piedi per terra ma la testa raggiungeva il cielo. In piedi, a testa alta, fece il collegamento con il suo Creatore.

Il segno “Waw” è un collegamento, un gancio che collega la destra alla sinistra, la parte inferiore con la parte superiore, il passaggio obbligato, il centro della camera di equilibrio, tra le due porte “dow” e “dy” (vedi la lettera Ehi).

La lettera Waw è una consonante che significa “e”. Si materializza la vocale “o” o “or” (vedi le vocali sopra), ma può scomparire dalla parola, come nella parola “meorot”, le luci, in Genesi cap 1 vers 14-19. Il quarto giorno della Creazione, vengono create le luci, ma la parola “meorot” ha perso le sue due vocali Waw (mem-aleph-resh-taw invece di mem-aleph-waw-resh-waw-taw). L’esegesi biblica ci insegna che questi collegamenti “Waw” sono scomparsi per avvertirci che non possiamo adorare queste luci o stelle che sono luci “morte”, sebbene siano segni utili per l’analisi, lo studio e l’interpretazione. Quindi, senza le lettere di collegamento waw, la parola “meorot” non ha nulla di assoluto.

Il valore del segno di Waw è sei, come i primi sei giorni della creazione che videro l’intero universo nascere gradualmente con l’uomo il sesto giorno. Nello spazio, sei è il numero di facce del cubo e le direzioni dell’universo sensibile. In una visione di Isaia, un angelo di fuoco spiega sei ali: secondo la Tradizione della Cabala, sei rappresenta tre coppie. La coppia è dualità emotiva nei confronti della manifestazione divina, amore e timore reverenziale. Le tre coppie sono livelli di apprensione di questa manifestazione:

– le ali che coprono il volto dell’angelo sarebbero l’immagine di una ricerca spirituale attraverso la meditazione o l’interpretazione dei segreti della Torah,

– le ali che ricoprono i piedi dell’angelo del fuoco sarebbero la manifestazione innata e naturale dell’anima spirituale.

– le ali che permettono all’angelo di volare e sollevarsi costituirebbero il legame diretto con il divino, quello della profezia, per esempio.

Waw è un collegamento, una luce che si irradia verso il basso, una vibrazione che sale, un passaggio centrale obbligato, una chiave. Prossimo della lettera Hey, è associato a questo segno per esprimere il desiderio di essere al presente ma anche per esprimere rovina e distruzione (hey-waw-hey). Come Jacob’s Ladder, il Waw è un pilastro a doppio senso, un mezzo di salita e discesa. Questo segno consacra il compimento della creazione e annunzia l’ultima fase, quella della riflessione e della contemplazione, e “è drappeggiata di luce come una veste”.

6 – Vav, la Fiducia universale

La sesta lettera dell’alfabeto ebraico ha il suo posto più di ogni altra in questo sito poiché esprime la nozione di “fiducia” che mi è cara. L’ideogramma originale Vav simboleggiava un tassello di legno che veniva usato per fare assemblaggi. La lettera ha mantenuto questa nozione di unificazione: è la forza che unisce, che unisce senza confondere.

Il Vav unisce i due Hé del divino tetragramma (Yod Hé Vav Hé), l’Hé che esprime il respiro divino e la finestra aperta sull’infinito. In questo senso, sarebbe senza dubbio più giudizioso nominare Dio, “Dio, il padre-madre” piuttosto che prendere solo la parte maschile del suo Essere. Adottare una visione di Dio che includa i due poli dell’esistenza potrebbe trasformare la società patriarcale misogina in una società finalmente equilibrata. Poiché l’ultimo Hey rappresenta la Shekinah o parte femminile di Dio, si è tentati di vedere nei due Heis una manifestazione delle due polarità (maschile e femminile) che sono unite dal Vav.

Perché il messaggio di Vav è di interdipendenza e unione. Siamo tutti collegati gli uni agli altri, tutti i nostri pensieri, parole o azioni influenzano il nostro ambiente e la vita sulla Terra.

   – Ecco un’idea ben nota, mi diranno, è il colpo d’ala della farfalla!

Se vogliamo. Ma come sempre, sapere e sapere sono due cose diverse. Conoscere qualcosa intellettualmente non è metterlo in pratica, viverlo e conoscerlo interiormente. Perché se dobbiamo amare gli altri come noi stessi, è perché letteralmente gli altri siamo noi stessi: apparentemente indipendenti ma uniti dai legami più forti che ci siano, quelli dell’anima universale.

– Va tutto bene, aggiungeremo, ma non è un po’ ingenuo? Quando viviamo in un mondo di combattimenti, dove ognuno cerca di approfittare dell’altro, di imporre il proprio stile di vita religioso, politico o economico?

Certo, viviamo in un mondo in esilio, la cui prima conseguenza è la disorganizzazione interiore. È questa fondamentale disorganizzazione che ci spinge a distruggere, umiliare, sminuire… Il primo compito è quindi quello di ristabilire in noi l’equilibrio, di operare la congiunzione degli opposti e la connessione all’interno delle diverse parti del nostro essere: corpo – anima – spirito. Allora potremo connettere la Terra di sotto con la Terra di sopra, il nostro piccolo io con il grande Sé, il nostro essere finito con la nostra parte infinita, insomma, ci fonderemo senza confonderci con la Presenza divina.

Nota che Vav è la sesta lettera e corrisponde al sesto giorno della Creazione. Ora, fu in quel giorno che fu creata l’Anima umana, sia maschio che femmina (” Dio creò l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio, maschio e femmina, lo creò. “)

Uomo che fu immediatamente legato (Vav) alla Creazione: ” Poi Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. “(Gn 1; 26). Fu anche in quel giorno che si compiva la Creazione e che tutti questi elementi costitutivi si legavano tra loro in un formidabile (ma fragile) equilibrio ecologico: “E Dio disse: Ecco, io ti do tutta l’erba che è seminata e che è sulla faccia di tutta la terra e ogni albero che ha in essa frutto di un albero e che fa seme: sarà il tuo cibo. E ad ogni animale della terra, ad ogni uccello del cielo, e a tutto ciò che si muove sulla terra, avendo in sé un soffio di vita, io do per nutrimento tutta l’erba verde. E così è stato. “(Gn 1; 29-30)

Vav o il principio di affidamento applicato ad ogni livello (interno ed esterno) dell’essere è una delle chiavi principali per la Reintegrazione nel Regno.

Questa lettera madre, semiconsonante, 6a lettera dell’alephbeith, avviene nella menorah alla nascita della coppia di rami in cui sono raggruppate le labiali e le palatali. Ad esso sono sovrapposti il ​​simbolo del Principio ricettivo (Dio Figlio) e la sesta carta dei tarocchi maggiore.

Questa diapositiva, intitolata “L’amante” o “La prova”, ci mostra un ragazzo che incrocia le braccia a X sul petto, a un bivio, tra due donne che lo guidano da una parte e dall’altra. , il primo è incoronato e dignitoso, il secondo ha un aspetto voluttuoso. Nella parte superiore dell’immagine, un “amorino” lo mira con una freccia.

È l’allegoria di Ercole adolescente posta di fronte a due vie. Il suo desiderio (l’arciere) gli farà scegliere la via giusta della virtù o la via sinistra del vizio?

Al Vaw corrispondono il latino V e il greco Y, la cui grafia esprime i due modi.

Il numero ‘6’ è il primo dei ‘numeri perfetti’; vale infatti la somma dei suoi divisori: 1 + 2 + 3 = 6.

Questo è il numero di lettere della prima parola della Genesi: בראשית (22 + 10 + 21 + 1 + 20 + 2 = 76 > 13), BeREShIT. (Il 2° numero perfetto “28” (1 + 2 + 4 + 7 + 14 = 28) è il numero di lettere nella prima frase della Genesi!)

Sei considerato come doppia triplicità (2 x 3) fornisce la struttura della settimana della creazione (vedi Beith) e la sua figura geometrica è l’esagono stellato, chiamato ‘ Scudo di David’ . La distanza tra i suoi vertici è uguale al raggio del cerchio circoscritto.

Sei come tripla dualità (3 x 2) corrisponde ai tre assi di coordinate ortogonali che strutturano lo spazio: Alto-Basso, Fronte-Dietro, Destra-Sinistra.

La sua figura geometrica è l’esaedro o cubo che rappresenta l’Uomo Perfetto, Cristo e la Nuova Gerusalemme (Apocalisse).

Nota che il cubo ha 6 facce, 12 spigoli e 8 vertici: 6 + 10 + 8 = 26, numero del tetragramma.

Vaw, prefisso, funge da congiunzione coordinatrice, “e” in francese.

Enunciato, Vaw è scritto וו (6 + 6 = 12) che si traduce in “chiodo”, “uncino”

6 - Amanti

Tarocchi del Sepher di Mosè, arcani maggiori dal libro di Thoth: L’amante, numero 6, lettera ebraica Vau. L’amante.  

Il numero 6.  

Il numero sei, l’amante nel libro di Thoth, il sesto giorno di Adamo. Nell’Enneade eliopolitana è Osiride. È il secondo segno del nostro Sacro Zodiaco AEnosh/Leo, il primo dei segni di fuoco. Questo Numero Sei è il terzo del secondo ternario (4-5-6), è quindi Coscienza per elevazione cubica del Numero Due, che grazie all’esercizio del suo libero arbitrio sarà confrontato con il suo destino dal suo terzo posizione, quelle scelte che farà secondo i suoi desideri o secondo la sua volontà. Come variazione del Numero Tre, potrà scegliere di dare sostanza ai suoi desideri e passioni nella sfera causale del Destino; o all’espressione della sua volontà sovrana liberandosi dai gioghi della sottomissione di questo Destino. Sul piano astrale, il Numero Sei nella nostra Teba è sotto il segno di Enosh/Leone quello del fuoco divorante, passioni di una feroce animalità se vissuta in involuzione, o quella di forza e potenza di carattere, nobiltà e generosità d’animo nel caso di evoluzione, si rimanda al capitolo segno V. Il Numero Sei concentra le potenze dei primi cinque Numeri e li dualizza in due ternari, uno a forma di triangolo con la punta in alto, l’altro di triangolo con la punta in basso, figura dell’Esagramma, il Sigillo di Salomone. I sei saranno anche la tentazione di Aîshah, la facoltà volitiva di Adamo. Nell’antico Egitto il Sesto Potere era Tekh, la coscienza del cuore di un individuo che si relazionava con la parte superiore dell’essere spirituale al suo Ka superiore. Era anche il nome dato al filo a piombo che era sospeso al correggiato della bilancia responsabile della pesatura del cuore del defunto nella scena della psicostasi. 

“Tekh si trova dunque, in ogni generazione come nella bilancia, il testimone intermedio che assicura il libero gioco delle forze avverse misurando le possibilità”. (Isha Schwaller di Lubicz Her-Bak Discepolo)

Il Numero Sei, l’Amante è l’espressione stessa del discernimento e del libero arbitrio, essendo il secondo segno del nostro sacro Zodiaco, è una manifestazione della Coscienza nella sfera del Destino. Chi fa delle scelte deve accettarne le conseguenze, in nome della Giusta applicazione delle Leggi senza le quali la libertà non potrebbe esistere. Eliphas Levi ci dice parlando di questo Numero Sei:

L’intelligenza suprema è necessariamente ragionevole. Dio, in filosofia, può essere solo un’ipotesi, ma è un’ipotesi imposta dal senso comune alla ragione umana. Personificare la ragione assoluta è determinare l’ideale divino.  

Necessità, libertà e ragione, questo è il grande e supremo triangolo dei cabalisti, che chiamano ragione Keter, necessità Chocmah e libertà Binah, nel loro primo ternario divino.  

Fatalità, volontà e potenza, tale è il magico ternario che, nelle cose umane, corrisponde al triangolo divino.  

La fatalità è l’inevitabile sequenza di effetti e cause in un dato ordine.  

La volontà è la facoltà direttrice delle forze intelligenti di conciliare la libertà delle persone con la necessità delle cose. Il potere è l’uso saggio della volontà, che fa sì che il destino stesso serva all’adempimento dei desideri dell’uomo saggio.  

Quando Mosè colpisce la roccia, non crea la sorgente dell’acqua, la rivela al popolo, perché una scienza occulta l’ha rivelata a se stesso per mezzo della bacchetta divinatoria.  

È così con tutti i miracoli della magia: esiste una legge, il volgare la ignora, l’iniziato la usa.  

Le leggi occulte sono spesso diametralmente opposte alle idee comuni. Così, per esempio, il volgare crede nella simpatia dei simili e nella guerra degli opposti; vale la legge opposta.  

Si diceva: che la natura aborrisce il vuoto; bisognava dire: la natura è innamorata del vuoto, se il vuoto non fosse, in fisica, la più assurda delle finzioni.  

Il volgare di solito prende l’ombra per la realtà in tutte le cose. Volta le spalle alla luce e si vede nell’oscurità in cui si proietta.  

Le forze della natura sono a disposizione di chi sa resisterle. Sei abbastanza autosufficiente da non essere mai ubriaco, hai il terribile e fatale potere dell’ubriachezza. Se vuoi intossicare gli altri, fagli desiderare di bere, ma non bere. Ha l’amore degli altri che è padrone del proprio. Vuoi possedere, non arrenderti.  

Il mondo è magnetizzato con la luce del sole e noi siamo magnetizzati con la luce astrale del mondo. Ciò che avviene nel corpo del pianeta si ripete in noi. Ci sono in noi tre mondi analoghi e gerarchici, come in tutta la natura.

Il Numero Sei è quindi l’esercizio o meno della volontà differenziata dall’Universale dalla pratica del libero arbitrio; libero arbitrio che impone la responsabilità delle conseguenze positive o negative delle scelte che derivano da tale pratica. La lama dell’Amante nel libro di Thoth rappresenta geroglificamente una figura maschile centrale, circondata da due donne (facoltà volitive) ognuna delle quali incoraggia il nostro eroe a seguire un determinato percorso, la cui direzione differisce da quella dell’altro percorso; qui è facile comprendere l’analogia delle vie dell’evoluzione e dell’involuzione che devono essere scelte da chi è sotto la minaccia della freccia dei desideri appassionati di un Cupido celeste.  

Le conseguenze di queste scelte sono sottilmente tradotte in questa frase del Tao-Tô-King :  

Se cielo e terra non producono nulla di eterno, come può l’uomo?

Chi segue la legge si accorda con il Tao.

La sua volontà ei suoi principi sono quelli del Tao.

Con lui agisce e con lui si astiene.

Il Saggio innamorato dell’assoluto trova in esso la pienezza.

Seguendo la via si trova la via. Conformandosi alla virtù si diventa virtù.

Ma se pensiamo al delitto assumiamo la vergogna del delitto.

Ecco perché sia ​​l’azione che l’inazione traducono l’armonia invisibile

O la fede è totale o non lo è.  

Il Numero Sei ha per lettera ebraica Vav o Vau, nome divino Vezio (con splendore).  

Vocabolario radicale della lingua ebraica restaurata:

 Questo carattere ha due significati vocali molto distinti e un terzo come consonante. Secondo il primo di questi significati vocali, rappresenta l’occhio dell’uomo e diventa il simbolo della luce secondo il secondo, rappresenta l’orecchio, e diventa il simbolo del sé dell’aria, del vento: nella sua qualità di consonante è l’emblema dell’acqua e rappresenta il gusto e il desiderio stuzzicanti. Se consideriamo questo carattere come un segno grammaticale, scopriamo in esso, come ho già detto, l’immagine del mistero più profondo e inconcepibile, l’immagine del nodo che unisce o del punto che separa, il nulla e l’essere. È, nella sua luminosa accettazione vocale, il segno del senso intellettuale, il segno verbale per eccellenza, come l’ho ampiamente esposto nella mia Grammatica: è, nella sua aerea accettazione verbale,: il segno universale convertibile, quello che passa da una natura all’altra; comunicando da un lato con il segno del senso intellettuale, che è solo esso stesso più alto, e dall’altro, con quello del senso materiale Hain, che è solo esso stesso più abbassato: è infine, nel suo senso consonante acquoso, il legame di tutte le cose, il segno connettivo. È in quest’ultimo senso che è più particolarmente utilizzato come articolo. Il carattere Vav è proprio il segno convertibile universale, e l’articolo connettivo, non deve mai essere a capo di una radice per costituirlo; tuttavia, questo è ciò che sta accadendo. Dovrebbe solo apparire, e infatti non appare mai, se non all’interno dei sostantivi per modificarli, o solo tra loro per unirli, o solo prima dei tempi verbali, per cambiarli.

Passiamo ora alla lettera VAV che ha valore 6 e che significa gancio , chiodo , che collega un oggetto ad un altro oggetto o ad una cosa. Ed è proprio il VAV che è la congiunzione; quindi ancora ciò che lega. La sua storia è semplice, è un gancio che, come tutte le lettere, si evolve e molto presto diventerà non la vera Ypsilon, ma una lettera scomparsa, il digamma, una lettera greca. Si è fusa con Ypsilon per darci la nostra Y.

Come HE e YOD, il VAV fa parte del Tetragramma Yod-He-Vov-He. È la congiunzione ” e “. Simbolo del sesto giorno della Creazione durante il quale compaiono gli animali dei campi, la terra e l’uomo, due operazioni divine come il terzo giorno quando vi fu la separazione dell’asciutto dall’umido e la creazione del verde e dell’albero. Perché a diversi livelli l’uomo e l’albero nel profondo sono la stessa realtà. L’uomo è un albero, l’albero è un uomo in divenire. L’uomo è anche l’animale, poiché è la ripetizione di tutta la Creazione, di tutte queste energie che deve ridiventare in un’espirazione. Nelle ispirazioni è chiamato a salire tutti questi livelli energetici ea ridiventare la luce del primo giorno.

Il VAV è l’uomo, la spina dorsale cosmica dell’universo, è microtheos, un piccolo universo, e macrotheos, che collega l’intero cosmo al Divino. Egli è il “RAQYA-SHAMAIM” che unisce il mondo di MA al mondo di MI e quando l’uomo è totale, è a immagine di Cristo.

La postura dell’uomo sulla terra è qualcosa di immenso, come dice il primo dei Salmi: “Felice l’uomo che sta nel consiglio dei giusti, è come un albero piantato allo scroscio delle acque”. “La rottura delle acque” è il riferimento al secondo giorno della Genesi, cioè ha i piedi nel MA e la testa nel MI.

Annik ci cita poi le interessanti parole in connessione con il VAV, come BO formato dall’incontro di Aleph e Beith attraverso la congiunzione “e”, che significa divenire , ma anche penetrare , vale a dire che c t è tutta creazione che entra nella Terra Promessa, l’ultima terra.

David significa “ amato “. Scritto in lettere ebraiche, il VAV è preso tra due porte: l’Amato è colui che è, in movimento, che esce da una struttura per passare a un’altra, che oltrepassa le porte successive, i pioli della scala. Questo è colui che è amato.

La parola AOR che studieremo con la lettera Reish è luce. Avendo un valore di 200 è come un altro Beith. Se Beith è la casa, Reish è la casa a livello cosmico. Siamo rimandati all’idea di non solo ricettività, ma anche resistenza. Perché qui si toccano anche le strutture fisiche, psicologiche e spirituali del mondo, perché c’è luce solo se c’è ricettività, anche resistenza alla luce, resistenza che, allo stesso tempo, la rivela. Sul piano psicologico posso dare tutto il mio affetto solo se la persona che è l’oggetto non lo scappa. Sul piano spirituale, è la grande avventura dell’umanità con il suo Dio.

Possiamo dire che tutta l’avventura del popolo ebraico sarà una storia di resistenza con il loro Dio. Giobbe, ad esempio, accetta le sue prove solo se le comprende ed è un po’ la stessa storia con Giovanni Battista in relazione a Cristo. Nonostante la sua resistenza condurrà l’umanità alla dimensione cristiana. C’è luce solo quando questa resistenza diventa ricettività. <888>