ERA DELL’ACQUARIO

 
 

Per il mondo esoterico è iniziata con l’Equinozio di Primavera del 1998

Da molti secoli si attendeva il fatidico momento in cui il Sole, all’Equinozio di Primavera, non sarebbe più sorto assieme alla costellazione dei Pesci, come ha fatto da oltre 2000 anni fino ai nostri giorni, bensì in Acquario, dando il via ad una nuova Grande Era: l’Era dell’Acquario.

“Un giglio che fiorisce sui monti e nelle valli, in ogni angolo del mondo”. (Jacob Böhme, De signatura rerum).Da l’Aurora P.P. Runge, Der Kleine Morgen, Ansbugo, 1808.

STA INIZIANDO PROPRIO ADESSO
Quel momento, fatidico, in cui la lancetta cosmica compie l’atteso scatto è realtà dei nostri giorni. Tutto il mondo esoterico, i movimenti New Age, gli astrologi e i cultori di scienze spirituali attendevano ormai da molti anni l’inizio dell’Era dell’Acquario che finalmente è cominciata: l’Equinozio di Primavera del 1998 è stato il primo Equinozio, della storia a noi nota, in cui il Sole è sorto non più nei Pesci ma in Acquario.È stato un evento di enorme importanza, di cui ora non possiamo che intravederne le conseguenze, per cui lo annunciamo così, sottovoce e con modestia, come è nostro costume, ma già respiriamo l’aria di nuovi spaziosi orizzonti, di una cultura più libera, di una più ampia visione del mondo, di una Nuova Scienza  che già in parte ci appartieneI moti della Terra.Immaginate il Sole come un punto, attorno immaginate un cerchio, che è l’orbita della terra, attorno all’orbita un secondo cerchio, diviso in 12 settori di 30° gradi esatti ciascuno (in tutto 360°), ogni settore è un Segno dello Zodiaco. Nel corso dell’anno la Terra compie, in senso antiorario, un intero giro intorno al Sole, il quale, osservato dalla Terra, sembra percorrere lo zodiaco in senso inverso (orario), entrando ogni 30 giorni circa in un nuovo Segno Zodiacale (Ariete Toro Gemelli ecc.). Il Sole cioè si trova sempre tra la terra e una costellazione che fa da sfondo, e osservando il cielo prima dell’alba, sembra di vederlo sorgere assieme ad una data costellazione, che varia di mese in mese.Questo cerchio apparente compiuto del Sole (eclittica) ha quattro punti cardinali, che sono gli  Equinozi ed i Soltizi, di particolare importanza è l’Equinozio di Primavera che fissa ogni anno l’inizio del segno dell’Ariete, ovvero il grado zero dello Zodiaco. Da quel punto del cielo, distanziati di 30° esatti si succedono tutti gli altri segni. Notate che parlo di “segni” e non di “costellazioni”, in quanto, grazie ad un fenomeno fondamentale detto “Precessione degli Equinozi“, noto agli astrologi dai tempi di Ipparco e anche prima, la costellazione che ha l’onore di ospitare il Sole all’Equinozio di Primavera non è sempre la stessa, ma varia molto molto lentamente nel corso dei millenni. Il Punto Equinoziale, ossia il grado zero dello Zodiaco in cui ha inizio il Segno dell’Ariete, si sposta lentamente all’indietro attraverso le costellazioni (Ariete => Pesci => Acquario, ecc.).Questo fenomeno è dovuto alla variazione lentissima della direzione dell’asse della Terra che farà anche sì, ad esempio, che la Stella Polare, attualmente Alpha Ursae Minoris, nel 14.000 d.C. sia sostituita da Vega della Lira.La “Precessione” è un fenomeno lentissimo, ma di immensa importanza, perché scandisce le Grandi Ere. Affinché il Sole attraversi a ritroso tutte le 12 costellazioni occorrono ben 26.000 anni (25.776 dalle ultime stime), e questo tempo costituisce un  Grande Anno, un ciclo intero della Fenice cosmica. L’Equinozio resta in ciascuna costellazione per circa 2.160 anni (esattamente 2.148 anni), e ciò contrassegna una Grande Era  dall’altra. Ora noi ci troviamo nel momento cruciale del passaggio, finisce l’Era dei Pesci, iniziata nel lontano 150 a.C.

I Pilastri del Mondo

Molti popoli antichi descrivevano l’Universo come provvisto di un Asse (Axis Mundi) che veniva normalmente rappresentato da un immenso Albero (si pensi ad Yggdrasil, l’immenso frassino dei popoli nordici) o da un palo, che si estendeva dal centro della Terra fino alla Stella Polare. Inoltre dai quattro punti cardinali dell’eclittica (Est = Equinozio di Primavera; Sud = Solstizio d’Estate; Ovest = Equinozio d’Autunno; Nord = Solstizio d’inverno) si dipartivano quattro pilastri ricurvi (quadranti di cerchio) che si riunivano all’Asse del Mondo in corrispondenza del Polo Nord celeste. Questi 4 pilastri formavano in realtà due cerchi massimi detti coluri; i coluri sono cerchi immaginari che collegano l’Est con l’Ovest e il Nord con il Sud passando per il Polo Nord celeste.
Sopra: la costellazione di Orione
A destra: la mappa del complesso di Giza
Le tre Piramidi (vedi testo) sono la riproduzione terrena delle stelle dette i Tre Re, della Cintura di Orione. Il Nilo (non compreso nella mappa) coincide esattamente con la Via Lattea.
Nel Mulino di Amleto (Ediz. Adelphi) due professori Americani, von Dechend e Santilana del Massachusetts Institute of Technology, hanno evidenziato come in molte mitologie antiche e in molte costruzioni giunte fino ai nostri giorni, vi sia incluso una sorta di messaggio cifrato che illustra proprio la fase cruciale del passaggio epocale dovuto alla precessione degli Equinozi. I due coluri sono uniti con l’asse del mondo, per cui la rotazione dell’asse implica la rotazione dei coluri, che si spostano insieme ad esso nel cielo e formano l’impalcatura di una determinata epoca.In altre parole, a partire dal 150 a. C. fino ai nostri giorni, il Sole all’Equinozio di Primavera  si è sempre levato nella costellazione dei Pesci, mentre all’Equinozio di Autunno si è sempre levato nella Vergine, nel Solstizio d’Inverno nei Gemelli e nel Solstizio d’Estate in Sagittario. Quindi fino alle soglie dei nostri giorni  Pesci, Gemelli, Vergine e Sagittario  costituivano i coluri, ovvero i 4 pilastri congiunti all’Asse del Mondo in corrispondenza del Polo Nord celeste. L’Inizio dell’Era dell’Acquario  non solo ha sostituito il Primo pilastro (Acquario  al posto di Pesci) ma ha scardinato anche tutti gli altri,per cui dalla Vergine, dai Gemelli e dal Sagittario si passa al Leone, al Toro e allo Scorpione.

Messaggi cifrati.

L’archeoastronoma ed egittologa Jane B. Sellers dell’Istituto Orientale dell’Università di Chicago ha evidenziato in The Death of Gods in Ancient Egypt come nel Mito di Osiride, risalente ad almeno il 1450 a.C. (Testi delle Piramidi) siano contenuti  tutti i numeri necessari  per il calcolo della precessione, con un grado di precisione superiore a quello ottenuto da Ipparco nel I° sec. a.C.. Il valore ottenuto con i “numeri di Osiride” è infatti di 25.920 anni per la realizzazione di un ciclo completo, che è più prossimo a 25.776 (stime attuali) del valore di 28.800 trovato da Ipparco oltre milletrecento anni dopo.

Il tempo necessario al Sole equinoziale per compiere uno spostamento di due costellazioni è di 4.320 anni circa, sorprendentemente nel Mito Norreno (Vichinghi) troviamo 432.000 guerrieri che escono dal Walhalla. Di certe tradizioni cinesi riguardanti un cataclisma universale si disse – sempre secondo la Sellers – che fossero scritte in un grande testo di 4.320 volumi; lo storico Berosso (terzo sec. a.C.) attribuì un regno di 432.000 anni ai re Sumeri che precedettero il diluvio  e fissò il tempo totale tra la creazione e la distruzione finale del mondo in 2.160.000 anni (2.160 anni è il passaggio in una costellazione). Nel calendario Maya compaiono continuamente unità di misura basate sui numeri 72, 2160, 2.160.000. Nel Rigveda, il più antico dei testi vedici ci sono esattamente
432.000 sillabe. Il perimetro e l’altezza della Grande Piramide
  sono esattamente in scala 1:43.200 con la circonferenza e il raggio della Terra. Infiniti sono poi riferimenti al numero 72 (lo spostamento di un grado) ad esempio lo si trova nella cabala (72 angeli e 72 nomi di Dio), la Cina ha 72 venerabili, ecc.

Il fenomeno della Precessione  è descritto fisicamente in molti antichissimi Miti, nella già citata opera Il Mulino di Amleto si evidenzia un codice antichissimo che, secondo gli autori, dovrebbe risalire ad almeno 8.000 anni fa, ossia in piena preistoria, dato che la storia dell’Egitto a noi nota non va oltre il 3.150 a.C.. Molti di questi Miti descrivono il fenomeno della precessione come un vortice, o come un “mulino” che periodicamente viene scardinato e ricostruito per dare il via ad una nuova Era. Ad esempio nella mitologia Maya si narrava che il mondo fu sorretto per lungo tempo da 4 Bacab, quattro fratelli che Dio pose ai quattro angoli affinché i cieli non cadessero. Quando questi Bacab fuggirono il mondo fu distrutto e ricreato con un nuovo cielo. Secondo Santilana e Dechend i sacerdoti-astronomi-matematici dei Maya non erano tanto ingenui da intendere la terra piatta con quattro angoli, ma usavano quell’allegoria per far intendere (divulgare diremmo oggi) e ricordare facilmente l’importantissimo fenomeno della precessione, anche quando la loro scienza fosse scomparsa con loro. I popoli scandinavi  parlano di un “mulino cosmico” che macinava oro, pace e abbondanza a cui furono aggiogate dall’avido Amlodhi (o Amleth, da cui il titolo del libro citato) due gigantesse (Fenja e Menja) che con forza sovrumana erano costrette a farlo girare, fino a quando, riottose e infuriate per essere state trattate da schiave, lo fecero girare tanto vorticosamente da demolire i suoi grandi pilastri fasciati di ferro. Il mulino fu poi rubato da un re del mare, che gli fece macinare sale e infine il tutto finì in vortice marino. E il ciclo potè ricominciare. In un’altra versione si narra che Amleto avesse 9 fanciulle per far girare la macina, nove infatti è la rinascita di un ciclo su un piano superiore (mentre 8 lo è sul piano terreno).

Per ragione di spazio non posso qui riportare gli altri numerosi esempi di vortici e mulini, che secondo i due autori citati, non sono altro che un linguaggio figurato inviato da una saggezza antica, forse dagli stessi “Dei” secondo Graham Hancock [Le impronte degli Dei – Ed. Corbaccio], e insegnato agli uomini agli inizi dei tempi affinché giungesse fino ai nostri giorni per essere decifrato.

Le Grandi Ere

R. Bauval (The Orion Mystery) ha dimostrato che le tre piramidi di Giza (secondo Erodoto: di Cheope, Chefrem e Micerino) sono in realtà  l’esatta riproduzione delle Stelle chiamate “I Tre Re” della cintura di Orione, e in cui il Nilo riproduce fedelmente il tratto di Via lattea ad esse più vicino. D’altra parte lo stesso Ermete Trismegisto aveva affermato: «Ignori, Tu, o Asclepio, che l’Egitto è l’immagine del cielo, e la proiezione in questo mondo di tutto l’ordinamento delle cose celesti.» [I Simboli Precolombiani – Ediz. Mediterranee]. Da accurati calcoli eseguiti sulla variazione della posizione della cintura di Orione a causa della precessione [Hancock, Op. citata] risulta che il progetto del complesso di Giza, se non già la sua edificazione, risalga approssimativamente al 10.450 a.C., corrispondente all’Era del Leone, ciò spiegherebbe anche, sempre secondo l’autore, perché la Sfinge che guarda sempre esattamente verso il punto Equinoziale (cioè a Est) abbia forma leonina e non di altro animale (ad esempio di Toro sacro), essa infatti rappresentava la Costellazione che faceva da sfondo al Sole nascente nel giorno dell’Equinozio in quella lontana Era.

  • 10890 a. C. Era del Leone

  • 8742 a. C. Era del Cancro

  • 6594 a. C. Era dei Gemelli

  • 4446 a. C. Era del Toro

  • 2298 a. C. Era dell’Ariete

  • 150 a. C. Era dei Pesci

  • 1998 d. C. Era dell’Acquario

  • 4146 d. C. Era del Capricorno

  • … ecc.

Il Libro più antico del Mondo.

Court Gebelin nella sua opera Mondo Primitivo (1871) dice che se si spargesse la voce che un intero libro antichissimo degli Egizi è sfuggito alle fiamme che divorarono le loro superbe biblioteche, e che in tale libro è condensata tutta la loro scienza, allora tutti quanti vorrebbero conoscerlo. Questo libro – afferma sempre il Gebelin – nella realtà esiste ed è sotto gli occhi di tutti, si tratta del Gioco dei Tarocchi. Anche Etteilla, il parrucchiere che divenne il grande sacerdote della cartomanzia, proclamò che  i Tarocchi sono il più antico libro del Mondo, opera di Ermete-Thot. Se queste affermazioni hanno fondamento, allora dovremmo aspettarci di trovare in questo libro, tramandato apposta per istruirci, una chiara traccia della Precessione e dell’Era dell’Acquario, la quale, stando a recenti correnti di pensiero, dovrebbe dare nuovo splendore alla Scienza perduta nella notte dei tempi.

In effetti la traccia esiste, innanzitutto il numero degli Arcani Maggiori   è 21 + il Matto (il quale tradizionalmente non viene numerato), cioè come i secoli necessari per il passaggio di un’Era, che sono 21 + qualche manciata d’anni.

Abbiamo visto che la demolizione dei vecchi “pilastri” porta alla comparsa di altri quattro, essi sono Acquario, Toro, Leone, Scorpione  (ovvero lAquila, il cui simbolo è sempre stato associato nell’Antichità allo Scorpione – si veda al riguardo S. de Mailly Nesle – L’Astrologia – Ed. ECIG), i quali, ben ci ricordano proprio l’Arcano XXI (Il Mondo), che secondo M. Sadhu (La Rota Magica dei Tarocchi – Mediterranee) «Esso è un riassunto di tutte le esperienze e gli insegnamenti racchiusi nei precedenti». Ecco che nel XXI Arcano troviamo anche il “Mulino di Amleto”, dice infatti Oswald Wirth  (I Tarocchi – Mediterranee) «Il Mondo è un vortice, una danza perpetua in cui nulla si ferma … perché il movimento è generatore delle cose». Nel XXI Arcano  vediamo una dea che regge due bacchette (dominio sul mondo materiale e spirituale) e che «corre entro una ghirlanda di foglie come uno scoiattolo che fa girare la sua ruota» (Ibidem). La dea dunque fa girare il “mulino” della  precessione  che ora ha quattro nuovi Pilastri: un Angelo  che, come fa notare l’autore, è astrologicamente associato all’Acquario e «in attesa di risolversi in piogge spiritualmente fecondanti», un Toro, un Leone  e un  Aquila. Spiega Wirth «L’Angelo e i tre animali sacri sono rappresentati nel cielo da stelle di prima grandezza situate ai quattro punti cardinali: Aldebaran, l’occhio del Toro, Regolo, il cuore del Leone, Altair, luce dell’Aquila, e Formalhaut del Pesce Australe, che assorbe l’acqua sparsa dall’Acquario. Questi astri segnano l’estremità di una croce il cui centro è la Stella Polare». In realtà Wirth commette un errore (o è un errore voluto?), in quanto sembra non sapere che Aquila è in realtà il nome arcaico dello Scorpione e la stella che completa la croce è Antares la gigante rossa “cuore dello Scorpione”. D’altra parte Aldebaran e Antares, come riferisce O. P. Farcovi (Scritto negli Astri – Marsiglio Ed.), hanno sempre avuto l’appellativo di stelle reggenti, in quanto il sorgere dell’una coincide con il tramonto dell’altra e forniscono il più importante sistema di riferimento per lo Zodiaco Siderale (centro del Toro e centro dello Scorpione); le quattro stelle, grazie alla precessione, formeranno un’immensa croce che si estenderà da Nord a Sud e da Est ad Ovest e su cui poggeranno, per i prossimi 2.148 anni, i nuovi “pilastri” dell’Universo.

Arcano XXI dei Tarocchi: Il Mondo

Da I Tarocchi (di Oswald Wirth)

«Per raggiungere la cosa unica, occorrono più che un salto e molte peregrinazioni.»