Anno Magico

Chi è il Venerabile Gran Maestro Melkitzedeq?

Chi è il Venerabile Gran Maestro Melkitzedeq?

È il Sommo Sacerdote del Dio Altissimo El Elyòn, ed è il nostro Venerabile Gran Maestro.

Abramo e Melkitzedeq da un’opera di Peter Paul Rubens

Melkitzedeq Re di Pace e Giustizia è riconosciuto da moltissimi popoli e tradizioni, ai quali trasmise la Vera Conoscenza del Sacerdozio Reale, come il Portatore del Pane e del Vino, emergente dalle Acque della Vita trionfante e vittorioso.

Tutto il mistero attorno a questo Grande Essere, ha relazione con l’origine dell’uomo e la sua Genesi nel Giardino dell’Eden, e precisamente nel suo intenso lavoro di risvegliare le coscienze assopite dell’uomo per riportarlo al Seno della Divina Madre Natura.

Così Melkitzedeq, benedetto sia in eterno, organizzò il Suo Ordine Reale e Sacerdotale dei Figli della Luce, e insegnò all’uomo, in quei grandi giorni cosmici, il Sentiero Stretto che conduce al risveglio totale delle coscienze, attraverso l’operatività con i propri fuochi, che s’incontrano nell’interiorità dell’uomo stesso: Ariete, Leone e Sagittario, che si palesano rispettivamente nella testa, nel cuore e nel sesso.

Con questi valori energetici insegnò la Vita, passando attraverso la Morte, per risorgere e per fare la Volontà del Padre I.A.O. il più grande degli Dei, conosciuto in quei tempi lontani come Giano Bifronte; il Dio, con due volti che possiede le Chiavi dei Cieli.

Giano Bifronte fu colui che per la prima volta in quelle oscure notti dell’umanità, istituì il Santo Sacrifizio dell’Eucarestia con la partizione del Pane e del Vino.

Giano bifronte (Musei Vaticani)

Il Pane come analogia corrisponde al Principio Lunare Femminile dell’uomo racchiuso nello Sperma, e il Vino rosso, è il simbolo del Principio Maschile Solare della Donna, nella Mestruazione.

Sperma e Mestruo, sono il Corpo e il Sangue del Cristo, elementi trasmutativi che, elaborati a dovere, cristificano l’essere umano.

Melkitzedeq, Supremo e Venerabile Gran Maestro dell’Ordine dei Sacerdoti del Fuoco e della Luce, si costituì come il Primo Avatara di Vishnù, conosciuto in Oriente come il Divino Serpente dalla Sette Teste Coronate da fiamme, formanti le Sacre Vocali contenute nel nome Oannes (traduzione dal sanscrito).

Oannes, l’uomo-pesce, il semi Dio e Primo Avatara di Vishnù che esce dal mare, non è altro che lo stesso Melkitzedeq.

L’Hari-Purana, libro Sacro dell’India, afferma chiaramente che Vishnù prese la figura di Pesce con testa umana, per poter ritrovare i Veda persi durante il Diluvio, e fu sempre Lui che aiutò Noè e la sua famiglia a progettare e costruire l’Arca o Argha, che permise all’uomo di sopravvivere a quel grande cataclisma.

Vishnu

E poi, rimase insieme ai sopravvissuti fino a quando quegli esseri non raggiunsero la Cristificazione totale.

Oannes conservò la figura di Pesce con la testa umana durante molto tempo e ogni giorno al calar del Sole, si immergeva nel fondo del mare fino al giorno seguente.

Questa allegoria dell’Avatar di Vishnù – Ioannes si ritrova nel tempio di Dio come Rama, figura umana che esce dalla bocca di un gran pesce con i Sacri Vedas in mano dopo averli ripescati nelle acque del diluvio.

Una versione molto simile si ritrova negli Antichi Manoscritti Caldei dove proprio nella terra di Ur, il Dio Oannes fu conosciuto con il nome di Dagòn!

Dagòn o Oannes è lo stesso Kneph dell’Antico Egitto, che riposa sopra un serpente con sette teste rappresentando l’Assoluto, e quell’Arte Sublime lo mostra come un Serpente attorcigliano attorno ad un anfora con le teste inclinate su un bordo, e coronate con le sette lettere sacre, in un chiaro atteggiamento di fecondazione del liquido, tramite il soffio creatore.

Il Mistero Sapienziale dell’Ordine Reale e Sacerdotale di Melkitzedeq è la conoscenza del Sacro Serpente, che non è altro che l’Energia Creatrice del Sesso, che si attiva come fuoco Sacro attraverso il viaggio in “interiora terrae”, attivando le Sette Chiese di Giovanni (chakras), cristallizzando e cristificando i Sette Corpi Planetari.

Questo processo Alchemico è patrimonio dei veri iniziati all’Arte Reale, che come numero sono pochissimi in tutto il mondo.

Anticamente nel Sud America erano conosciuti come Maestri del Lago Titikaka.

Oannes come Avatar di Vishnù o il Cristo Cosmico, sorge maestosamente dalle Acque Cristalline del Lago nella magnifica figura del Serpente Epta-cefalo e sopra ad ogni testa in lettere di fuoco, il nome sacro ed occulto: A,E,O,U,I,M,S, del Verbo Manifesto OM, OANNES, conosciuto nelle terre del Sud America dove regna il Padre INTI, come KONTIKI VIRACOCHA.

Dagon – Oannes divinità assira

Ioannes è il Verbo manifesto del Grandissimo Essere Melkitzedeq che fiorì nella Antica Caldea con tutto lo splendore della Sapienza dell’Assoluto, dove molti discepoli si elevarono realizzando la Grande Opera, attraverso l’Arte Reale o Alchimia, assimilando la Quinta Essenza o Elisir dell’Immortalità, e cristificando il proprio corpo trasformandolo in Corpo di Luce o Corpo di Gloria, elevandosi, così, ai livelli più alti della Maestria Sacerdotale.

Ioannes Melkitzedeq conferì l’Iniziazione Reale al patriarca Abraham che vittorioso da una battaglia con il proprio “lato oscuro” e pieno di devota adorazione, riconosce in Melkitzedeq il Sublime Sacerdote dell’Altissimo, il quale gli trasmise il Misterioso Segreto del Sacrifizio del Pane e del Vino.

Abraham riceve la più elevata delle iniziazioni nelle terre di UR nella antica Caldea; è grazie a Oannes, Melkitzedeq, Sanat Kumara che Abraham rinasce alla Luce nell’Augusto Tempio dell’Umanità come Sacerdote Reale dell’Ordine di Melkitzedeq confermandogli i poteri della Sapienza Divina.

Poi fu Gesù nell’Antica Palestina, colui che realizzò la Grande Opera guadagnando il Grado 33, cristallizzando il suo corpo, cristificandosi.

Fu senza dubbio il più Grande di tutti i Maestri che l’Umanità procreò in quei tempi come Sacerdote dell’Ordine Reale e Sacerdotale di Melkitzedeq.

Anche Gesù il Cristo manifestò Pace, Giustizia e Amore, e mentre Melkitzedeq è l’Augusto Reggente Planetario, Gesù il Cristo, è il Logos Solare per questi tempi.

Melkitzedeq allora come Reggente del Sistema Solare e del nostro pianeta, manifestò la Sua Volontà direttamente dal Tempio che si trova nel centro della Terra e fu proprio lì, negli albori dell’umanità, che diede vita al Suo Ordine per portare Luce e Verità agli uomini.

Poi fu Oannes il continuatore e portatore della Conoscenza, che compì la Sua missione in Lemuria e Atlantide e in ogni epoca vestì un corpo diverso fino al giorno d’oggi.

Attualmente i Sacerdoti di Melkitzedeq continuano a risvegliare la Coscienza delle genti per prepararli per il Grande Cambio che si sta verificando nel nostro Pianeta, prigioniero dell’oscurità e ignoranza.

La Luce di Melkitzedeq come il Logos Solare, ossia il Cristo Cosmico, che si perpetua negli uomini di Buona Volontà, illuminerà la via del risveglio per il Terzo Millennio, e lo Spirito del Nuovo Ciclo si desterà e ci saranno Nuove Terre e Nuovi Cieli e finalmente la Luce prevarrà sulle Tenebre.

L’EQUAZIONE DI DIO

La scienza nella filosofia – la filosofia nella scienza
Ritenere la scienza prerogativa dei soli astronomi, matematici, fisici, medici etc. e’ limitare il concetto di questa e le sue aspirazioni.
Anticamente lo scienziato era anche un filosofo; la sua ricerca era animata dall’emozione nel voler conoscere e sondare le leggi della natura e di tutto il creato, non solo al fine di ottenere un’equazione che dimostrasse la validità delle sue teorie; quanto per far affiorare, e quindi rendere palesi all’intelletto, i segreti di una coscienza recondita celata nell’essere.
Era energia che erompeva dal profondo e che si manifestava a sprazzi, inducendo riflessioni che avrebbero fatto attingere al patrimonio della Conoscenza Universale attivando l ‘intuizione. In una parola; era dedito ad uno studio che elevasse l’uomo nella sua totalità, corpo- anima- spirito.
Se oggi parlassimo di astrologia o di alchimia o di esoterismo con uno scienziato, egli probabilmente sorriderebbe pensando di avere di fronte un illuso che ancora crede alle favole.
Tuttavia il cammino per comprendere i misteri della vita; che da molti anni mi appassiona non può sottrarsi allo studio dei simboli, veri e propri archetipi del sapere che la Tradizione Iniziatica ci tramanda da secoli.
Proprio in funzione di questo sforzo per conoscere e dagli arricchimenti che se ne traggono via, via che il tesoro di informazioni si srotola dinnanzi al ricercatore; ho potuto constatare una serie di incredibili analogie ed affinità nel loro utilizzo, che collegano inequivocabilmente; Saggezza- Scienza- Intelligenza.
I tre principi con i quali Dio creò il mondo.
Vorrei considerare l’intelligenza come lo strumento di cui madre natura ci ha dotato non solo per sondare l ‘Universo intorno a noi, ma anche l ‘Universo che è dentro di noi, e che si manifestano entrambi per mezzo di materia a diverse frequenze vibratorie.
Il concetto di materia perciò, non può essere limitato alla sola massa fisica visibile di un oggetto o di un essere. In particolare nell’ uomo le sue sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo che provengono dalle sue esperienze, sono sempre espressioni di materia, ma più sottile.
Esiste una sostanza onnipresente per così dire, a tutte le frequenze, soggetta alla legge di causa-effetto.
Lo studio dell’Universo, del quale gli scienziati moderni si fanno promotori; permette loro di sfornare di continuo teorie nel tentativo di elaborare attraverso la osservazione, una teoria del tutto. Un tale traguardo però non può essere raggiunto se la ricerca si limita alla sola sfera dell’intelletto, cioè alla sola analisi, senza considerare la necessità di creare una coscienza della ricerca.
Il tutto non può essere separato dalla saggezza.
In questo principio è contenuto qualcosa di universale, tanto impalpabile quanto Reale che continuamente irrora le nostre menti e tutto il nostro essere affinché divengano il crogiuolo di continua aspirazione la quale ci conduca ad osservare la vita a 360°.
Addentrarsi nell’essenza delle cose vuole dire trovarne il principio incorruttibile e perciò universale che le rende percepibili fisicamente ed emotivamente.
Tale principio è ciò cui ogni filosofo aspira: La Luce.
La luce fu l’elemento che permise ad Einstein di elaborare la teoria della relatività con la quale fu modificata la concezione di tempo e spazio.
Le sue riflessioni partirono da un presupposto: Egli riteneva che le leggi che muovono l’Universo dovevano apparire identiche a chiunque le osservasse; quindi la velocità della luce misurata da qualsiasi osservatore doveva essere per tutti uguale, a prescindere dallo stato di moto di quest’ultimi.
Arrivò così a dimostrare che la velocità della Luce è costante e la stessa in tutte le direzioni; ed è indipendente dallo stato di moto della sua sorgente.
Da ciò si evince che la Luce è insita in ogni cosa, e da ogni cosa emanata; ma non è soggetta alla legge di causa- effetto; cui lo è invece il suo emanatore. Perciò la Luce è l’universale nella materia come noi la concepiamo e percepiamo.
Va da se che l’Universo nel quale siamo immersi è anche dentro di noi, così come le stesse leggi che lo governano postulato che la Tradizione Iniziatica ha sempre sostenuto; considerando l’uomo il microcosmo e lo spazio intorno a lui il macrocosmo.
L’Universo diventa così il tempio dell’uomo, e l’uomo il tempio di se stesso.
Il punto di osservazione nel particolare, necessario per raggiungere la comprensione della totalità, è quindi tanto per lo scienziato quanto per il filosofo esattamente lo stesso; ambedue operano per la stessa causa; cioè quella di dare una risposta ai quesiti: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Einstein aveva rovesciato due capisaldi della scienza ottocentesca, la quiete assoluta rappresentata dall’etere, ed il tempo universale. Tuttavia questa rivoluzione che ribaltò le convinzioni scientifiche fino allora sostenute; non andava minimamente ad incrinare i principi di cui la Filosofia si faceva foriera.
Secondo tali principi, lo sviluppo della vita nelle sue molteplici manifestazioni può avvenire solo se due energie opposte e complementari s’incontrano,provocando fra loro un attrito dal quale scaturisce una scintilla fonte a sua volta di nuova linfa vitale (Scintilla Divina). Da ciò ne deriva che il moto è il veicolo della vita. Inoltre ogni atto che sia proiettato ad una evoluzione personale, necessita di una operatività che non può essere esclusa dal movimento ed ognuno in questo processo possiede un suo tempo personale, che evolve e muta secondo lo stato di coscienza ed il contesto in cui si agisce.
A questa legge, che potremmo definire di continuo progresso, sono sottoposte anche le più piccole particelle che compongono l’ Universo. Lo studio sulle particelle subatomiche, ha dimostrato che quando due di queste vengono a collidere; la loro traiettoria si biforca in due; così ad esempio quando l’elettrone entra in collisione con un positrone (sua antiparticella) si annichiliscono a vicenda provocando una grande scarica elettrica di energia (Scintilla Divina) che crea un fotone; il quale a sua volta libera un’energia che produce un’altra coppia elettrone-positrone.
E’ come se le due particelle fossero semplicemente deflesse in due nuove traiettorie.
Considerando poi queste particelle come stringhe unidimensionali (oggetti lunghi e sottilissimi capaci oggi di attraversare l’intero Universo) lo stesso procedimento di annichilimento darebbe origine a due nuove di esse; in un processo ininterrotto che come vere e proprie storie nel tempo originerebbero fogli d’Universo.

Gli antichi conoscevano già questi comportamenti della materia?
Ce lo hanno forse tramandato per mezzo di simboli?
La croce di S’Andrea sembra riprodurre in forma schematica l’effetto energetico e di traiettoria provocato da queste collisioni.
La sua posizione obliqua rispetto la croce tradizionale ( un braccio verticale ed uno orizzontale) evidenzia come i suoi bracci provenienti da un ipotetico infinito, convergano prima verso un punto centrale, intersechino fra loro, e poi ripartano divergendo senza separarsi verso l’infinito nuovamente.

 _____
Nella tradizione esoterica occidentale ritroviamo questo simbolo; esso rappresenta il sacrificio dell’iniziato che ne è il depositario; è lui che diviene il punto d’intersezione dove la materia si sublima, diventa eterica cioè arde(dall’etimo aitho io ardo) e viene poi ridonata a beneficio del tutto in un continuum di esperienze. Assistiamo così all’analogo processo che accade per le particelle.
Osservando i progressi nelle ricerche degli scienziati moderni, si evidenzia come la materia assume e crea forme per modificarsi che hanno un’affinità incredibile con i simboli che la tradizione iniziatica tramanda da secoli; simboli che a loro volta vengono inconsapevolmente utilizzati per descrivere e spiegare le nuove teorie.
Ad esempio per illustrare come la teoria quantistica (il quanto è il valore più piccolo fisicamente di una grandezza variabile) concepisca il tempo e lo spazio; viene introdotta l’idea di tempo immaginario.
Questo viene rappresentato con un diagramma in cui appaiono una linea verticale rappresentante il tempo immaginario, che interseca una orizzontale raffigurante il tempo reale, a mo di croce con un punto zero nel luogo d’intersezione.
La verticalità diventa sinonimo di un’iperealtà che al di là dall’essere una fantasia, riproduce invece una sensazione; un sentore dell’esistenza di qualcosa che c’è, esiste, ma non è ancora stata svelata.
Tradizionalmente il braccio verticale della croce è analogamente collegato alla elevazione verso la spiritualità, verso una vibrazione della materia più elevata che prescinda dal grado di percezione dei cinque sensi dell’uomo. Osserviamo perciò come un’aspirazione matematica si sposa con una filosofica per solo amore di conoscenza.
Un’equazione e un pensiero uniti, dove immaginario e reale convivono.

L’immaginario diviene così l’elemento fondamentale tanto per la scienza, per poter sondare i segreti dell’Universo, quanto per il filosofo , che per poter superare gli ostacoli imposti dalla materia più densa, si pone in stato di Mag ; immette il denso, lo separa, lo fissa con l’immagine, e lo indirizza al suo universo interiore che in seguito ridonerà i frutti di questo lavoro sottoforma di consapevolezza.
Nel cosmo assistiamo a questo rilascio d’informazioni, osservando il comportamento dei buchi neri. In questi tutto converge e si immagazzina a causa di un’attrazione gravitazionale immensa, la quale accumula nel nero una quantità enorme di dati, come a costituire un vero e proprio scrigno della memoria, che viene poi rilasciata a mano a mano che esso evapora.
In considerazione di ciò potremmo paragonare i buchi neri, agli inferi dell’Universo, e ritenerli probabilmente come un passaggio obbligato della materia, affinché essa ne possa uscire modificata nelle vibrazioni.
Il nero quindi diventa un filtro dove “Magicamente” si verifica una distillazione che è il solo metodo per assurgere a conoscenze altrimenti ignote.
Se l’Universo o porzioni di esso dirigono verso i buchi neri; anche il filosofo orienta la sua attenzione in primis verso la sua oscurità, nel tentativo di dinamizzare le informazioni che egli vi ha preventivamente immesso, in un processo di transustanziazione che con l’ausilio del proprio fuoco interiore a temperatura costante; come sembrano avere gli stessi buchi neri; è valido ed incontrovertibile quindi tanto per la scienza quanto per la filosofia.
Ho precedentemente accennato al proposito degli scienziati di unificare i loro sforzi, e proporre una teoria unica riguardo la nascita dell’Universo. Definire una legge universale che avvalori tutte le ipotesi a riguardo; anche perché si suppone, ed è oggi considerato un dato di fatto, che l’Universo abbia storie multiple e quindi che ogni scienziato abbia sondato una parte di esse.
Si vuole sostanzialmente unire o riunire ciò che si è considerato separatamente.
Analogamente il filosofo scrutando gli spazi siderali del suo essere, rivela a se stesso i suoi vari aspetti, che non sono altro che le esperienze dei suoi molteplici “IO” ognuna con la sua cognizione di causa, ed ognuna con la sua propria coscienza. Il fine però del suo lavoro e della sua sperimentazione operativa è quello di riconoscere la causa di ogni realtà, e trovarne il denominatore comune che le riconduca tutte alla causa prima.
Potrei ipotizzare a favore di quanto espresso, che come presumibilmente sia esistito un “Big-Bang” che ha poi dato origine all’espansione dell’Universo , sia esistito anche un “Big-Bang” della coscienza umana. In principio tutto era concentrato in un unico punto con una temperatura ed una densità infinita; le particelle che costituivano quella materia erano estremamente leggere (fotoni, elettroni, neutrini) nonché le loro antiparticelle. A poco a poco che l’energia si espandeva, la temperatura si raffreddava e l’equilibrio materia-antimateria lasciava spazio alla materia; più si allontanava dal nucleo più questa si appesantiva, fino a formare elementi più pesanti come il carbonio e l’ossigeno di cui siamo composti.
Si evince da ciò, che più ci si allontana dalla irradiazione primaria, più la “materia ” che la costituisce s’ispessisce. Tuttavia dato che il macrocosmo evolve in maniera costante, fa presagire che sia soggetto e rispetti leggi ben precise, implicando automaticamente l’esistenza di una “Intelligenza” che le abbia predeterminate, ed una coscienza che le abbia mantenute tali per miliardi di anni.
L’uomo che è il frutto dell’Universo, potremmo dire suo figlio sottostà alla medesima condizione. Egli è il microcosmo secondo la tradizione iniziatica ed il tutto è in lui perciò la densità della materia di cui è composto, non solo fisicamente, ma soprattutto spiritualmente, è determinata da un allontanamento dalla fonte primaria.
Nondimeno il seme che è in lui è il veicolo di questa intelligenza, la cui memoria è riposta in un atomo piccolissimo, disgregando il quale sprigiona sub particelle più leggere e con frequenza più elevata; praticamente con caratteristiche strutturali analoghe alla materia primordiale.
L’iniziato ricerca la Luce e lo scienziato prende atto di ciò che lo circonda per mezzo della luce che veicola cose accadute anche milioni di anni prima;. la luce è perciò colei che trasporta gli eventi e le esperienze che di queste fanno parte.
Eventi ed esperienze trovano la loro fonte d’esistenza nei pensieri, ne consegue che la luce trasporta pensieri. Facendo riferimento alla teoria della relatività di Einstein, applicata alla meccanica, che si esprime con la famosa formula E=MC2; si deduce da quanto esposto che esiste un rapporto fra la massa dell’oggetto veicolato ed il veicolatore: La luce.
Se si considera l’energia costante avremmo che più la massa dell’oggetto o del pensiero è pesante, meno energia è presente; viceversa se l’oggetto è più leggero o il pensiero più elevato l’energia è maggiore. Da ciò si evince che a massa 0 l’energia è infinita e dato che la materia è pensiero coagulato, quando questa si esaurisce, anche il pensiero si annichilisce.
Tuttavia questa circostanza non è minimamente da considerarsi come una fine, bensì come una trasformazione: La trasfigurazione di Gesù può trovare la sua origine proprio in questa equivalenza massa-luce?
L’alchimia operativa ha come fine quello di creare un veicolo incorruttibile, o Corpo di Gloria, le cui molecole siano di una struttura atomica più leggera, molto simile a quella che costituiva le particelle addensate, prima dell’espansione dell’Universo.
Dove c’è massa c’è energia e dove c’è energia senza massa questa energia è infinita; è il processo di ritorno al principio, all’unità, all’infinita potenzialità.
L’infinito in matematica si esprime con un otto rovesciato , simbolo che richiama alla memoria i nodi d’amore della Tradizione esoterica occidentale; è pensabile a questo punto che la correlazione analogica che intercorre tra l’infinito matematico, e l’infinito dei simbolici nodi ,attribuisca all’amore non più una valenza di sentimento astratto inesprimibile nelle sue diverse manifestazioni; bensì la frequenza ideale della materia eterica per poter creare; ricordando che per eterico s’intende ciò che arde, o comunque produce calore. È in ragione di ciò che il Sommo Poeta decantava l’amore come la forza che muove il sole e l’altre stelle?
Sole, pianeti, stelle, tutto si muove in tondo, e l’utilizzo di un tempo immaginario come artificio per constatare realtà intuite, porta gli scienziati a considerare lo spazio ed il tempo una sfera; una dimensione finita ma illimitata, senza condizioni a contorno , come si usa in gergo fisico-matematico, cioè senza inizio ne fine della sua superficie.
Ogni cosa che si compie e si realizza possiede una nascita, uno sviluppo e una morte, all’interno di un contesto specifico ma che ha tuttavia possibilità illimitate di manifestazione; potrei dire innumerevoli opportunità di riproporsi, migliorarsi ed infine evolversi; il tutto in maniera autonoma, senza interventi dall’esterno.
La rotondità delle forme è perciò sinonimo di eternità. L’uovo che la scienza alchemica allegoricamente pone come cellula primordiale in cui è contenuta l’Arte della vita e che trova la sua fonte nel nucleo aureo(il tuorlo); è il seme che conserva tutta la memoria per dare origine alla pianta,all’animale o all’essere che verrà.
Analogamente se la Terra come pianeta è paragonabile all’uovo per la mancanza di condizioni iniziali della sua superficie,essa è comparabile ad una cellula dell’Universo, ed è una matrice dove esiste un nucleo di fuoco che produce tutte le condizioni, e attua tutte le operazioni potenziali a creare un nuovo Universo.
Tutto è in uno e l’Uno in tutto.
Il Filosofo che si connette con le leggi della natura, necessita del fuoco del suo nucleo per ricreare se stesso; tuttavia il ritmo delle stagioni cela a lui questa fonte ignea rappresentata dal Sole nei mesi più freddi. Egli è in lutto per questa apparente morte dell’astro, ciò nonostante la sua non è una condizione di sofferenza come la parola farebbe intendere,bensì egli possiede il metodo per riconquistare il nucleo aureo; perché è col battere, col rompere la dura scorza della materia grezza che raggiunge il centro. Come le comete che attraversando i profondi spazi siderali nel nero del lutto cosmico, talvolta impattano con la superficie dei pianeti e vi depositano gli elementi fondamentali a far nascere la vita.
Lutto, da un’antica radice Leug che vuol dire rompere.
Da quanto esposto osserviamo che nel medesimo spazio esistono tutti i piani d’esistenza della materia; per cui se consideriamo il corpo umano come una superficie chiusa, e quindi si possa partire da un punto e ritornare ad esso seguendo una linea sinuosa e continua, s’intuisce che le proprietà che la materia assume con i suoi processi chimico-fisici, elettromagnetici fino alla più alta vibrazione dell’unità elementare, si manifestano in un’area precisa e delimitata.
Perciò la massima sublimazione di una qualsiasi massa, attraverso successive trasmutazioni fino a divenire pura energia, rappresenta il processo di ricongiunzione al Divino, e tutto avviene nell’uomo e non al di fuori di esso.
L’uomo scienziato e l’uomo filosofo, non differiscono fra loro, perché ciò che li porta ad interrogarsi sulle leggi che regolano la vita e conseguentemente a formulare idee e teorie derivanti dall’osservazione e dall’esperienza, nell’onorevole tentativo di migliorare e far evolvere la propria e l’altrui esistenza; nasce dall’irrefrenabile incoraggiamento, proveniente dalla loro interiorità, che li sprona a percepire i richiami di quella intima sorgente da cui sprigiona l’intuizione.
Essi sono prima di tutto pensatori, perché il pensiero è l’atto che permette l’estrazione del fluido intelligente dalla Luce. La Luce li coinvolge e li appassiona, perché lo studio della Luce nel cosmo, per lo scienziato, è pari alla ricerca del mercurio filosofico che è pure Luce, per l’alchimista.
Oggi sappiamo che alla presenza di corpi aventi massa, la direzione della Luce s’incurva, come ad adattarsi alla superficie di questi; il fenomeno spiegherebbe l’equivalenza fra accelerazione e gravità.
Se ad esempio la luce di una stella che passa vicino al Sole è deflessa, ciò è dovuto al fatto che la massa del Sole incurva lo spazio-tempo. Sostanzialmente la materia distorce lo spazio-tempo.
Secondo la Tradizione Esoterica la curva è considerata femminina quindi con proprietà ricettive; una matrice. Se questo fenomeno di aderenza alla materia fisica da parte della Luce, osservabile nella mobilità del cosmo, lo riconducessimo all’interno del nostro intimo cosmo, potremmo, per effetto dell’assioma Universo macrocosmo- Uomo microcosmo, dedurne che essa si comporti nello stesso modo.
La luce irrorata negli spazi interiori, incontrando la fisicità del corpo, vi si adatta, e continuamente proiettata all’interno rimane imbrigliata in un contesto definito;


essa viaggia di continuo all’interno del corpo umano ed interagisce con la sua massa adattandosi ai suoi contorni, cosicché questo ne diventa il suo contenitore.
Con la teoria della relatività, spazio e tempo sono interconnessi; incurvandosi divengono parte integrante e attiva degli eventi. La curva implica quindi partecipazione all’azione e sua individualizzazione, di conseguenza la Luce è il veicolo di questi eventi, ne è la memoria e ne conserva l’essenza eterica, spiritualizzata, in funzione del fatto che ogni cosa esistente lo è per il risultato che si produce per mezzo di un attrito dal quale si genera calore; nella Luce rimane quindi impresso il momento generativo di tale risultato, la memoria ignea, ovvero il suo concepimento.
La fecondazione di un pensiero o di un intento, immessi per mezzo del “Verbo” nel nostro essere, va ad ossigenare la memoria della nostra Luce; più concepimenti elevati ci sono più la Luce si potenzia e più la massa cui viene a contatto assorbe questa energia sempre più elevata nelle sue vibrazioni a tal punto che la materia si trasmuta nella Luce stessa.
Assistiamo ad un separando alchemico dove lo spesso lascia a poco a poco spazio al sottile, fenomeno espresso nella formula della relatività con C2 ovvero la velocità della Luce che replica se stessa:3oomila X 3oomila= 9…, numero che rivela il tempo necessario a che ogni cosa si realizzi; da cui ne consegue che alchemicamente un separando è frutto non di una divisione, o di una sottrazione, ma di una moltiplicazione, il cui simbolo X richiama ancora una volta il comportamento delle particelle nel loro processo di evoluzione.
E’ la croce di S. Andrea, è il gioiello del M.D.C. del Mago a cui è concesso irrorare con la sua saggezza e memoria ogni angolo del Tempio, è il potere del mercurio dei filosofi che feconda ogni cellula del nostro corpo.
A velocità costante (3oo.ooo Km. al secondo) la materia è alla sua massima frequenza vibratoria, infatti si trasforma in pura Luce, pura energia infinita potremmo dire: Dio E’, energia, è colui che E’, non principio, non fine.
E=MC2: la E di energia diventa E’ con l’accento, cioè voce del verbo essere, grazie ad una asticella che ha la sembianza, se pur stilizzata di uno spermatozoo; paragonabile a sua volta allo Yod ebraico del nome di Dio.
L’energia diventa Dio per (X) mezzo di una virgoletta; la radice di questa parola adduce a Vir cioè Uomo ed in particolare al suo attributo sessuale, in quanto etimologicamente la parola virgola è un diminutivo di virga che rimanda a verga, con la quale spesso si fa riferimento all’organo riproduttivo maschile.
Se l’uomo è emanazione di Dio-E’, e si manifesta per mezzo della virgola, egli possiede in se una forza potenziale che può trasformare la sua E in E con l’accento; deve perciò applicare la stessa virgola all’energia che egli gia è.
E è energia indifferenziata, che tutto permea, mentre E’ diviene energia fissata intelligentemente, un’energia cosciente della sue potenzialità, che può creare ciò che vuole perché sorgente attivata di ogni forma. Nella E’ si esclude qualsiasi possibilità del divenire, anche se ne è la fonte, in quanto tutto è contenuto in essa come monade ; quindi nella pura Luce che è E’ non ci sono più elaborazioni di prodotti derivanti da forze interconnesse, ma solo la potenzialità di esse; cioè la Volontà.
Vorrei che la Volontà divenisse la fonte cui si abbeverasse l’umanità, per compiere il tanto agognato salto qualitativo; soprattutto in questo momento della sua storia così delicato, affinché apra finalmente gli occhi e si renda conto dei veri insegnamenti che la vita intorno ad essa, continuamente si sforza d’impartirle; ed in particolare uno, che racchiude in se tutti gli altri: Non separi più l’uomo ciò che Dio ha unito per sempre.
Con Amore e Luce
SIMEON

La Farmacia di Dio

“Dio separò le acque salate da quelle dolci. Prosciugò la terra. Piantò giardini. Creò animali e pesci… Fece tutto questo prima di creare l’uomo. Preparò tutto il necessario prima della nascita dell’uomo”.

Dio ci ha lasciato le definizioni di quale cibo cura la rispettiva parte del corpo.

Questi sono gli alimenti migliori e più potenti se mangiati crudi.

Ma noi impariamo molto lentamente…

Incredibile!… La farmacia di Dio!

CAROTA

Una fetta di carota è somigliante all’occhio umano: la pupilla, l’iride e le linee radianti, proprio come nell’occhio!

E ora, la scienza, ci dice che le carote migliorano il flusso del sangue per le funzioni dell’occhio.

POMODORO:

Un pomodoro ha quattro cavità ed è di colore rosso.

Il cuore ha quattro cavità ed è di colore rosso!

Tutte le moderne ricerche scientifiche hanno scoperto che i pomodori sono ricchi di licopene che rappresenta il nutrimento puro e semplice per il cuore e il sangue.

UVA :

Appesa ad un grappolo che ha la forma del cuore; ogni acino assomiglia ad una cellula del sangue.

La scienza odierna ci informa che l’uva è anche l’alimento che dà al cuore e al sangue, intensa vitalità.

NOCE :

Una noce è come un piccolo cervello: l’emisfero sinistro e quello destro; il cervello superiore e il cervelletto.

Ogni ruga, ogni piega della noce sono come la corteccia cerebrale.

Oggi sappiamo che la noce aiuta lo sviluppa di più di 3 dozzine di neuro-trasmettitori delle funzioni cerebrali.

FAGIOLI  BORLOTTI:

Eeffettivamente guariscono  e aiutano a mantenere le funzioni renali e sono esattamente fatti come i reni.

SEDANO, RABARBARO:

Assomigliano alle ossa. Sono specifici per dare forza alle ossa.

Le ossa contengono il 23% di sodio e la stessa percentuale di questo elemento è contenuta in queste verdure.

Se nella dieta manca il sodio, il corpo lo recupera dalle ossa provocandone il loro indebolimento.

Questi alimenti riforniscono lo scheletro di quanto necessario.

AVOCADO, MELANZA, PERA:

Sono simili all’utero femminile e sono in grado di contribuire alla salute e alle funzioni dell’utero e della cervice.

La scienza moderna ha rilevato che se una donna mangiasse un avocado a settimana, potrebbe equilibrare i suoi ormoni, dimagrire dopo il parto e prevenire il cancro alla cervice.

Ma la cosa più sorprendente da sapere, è che ci vogliono esattamente nove mesi per far crescere un avocado dal seme al frutto maturo.

FICHI:

Sono pieni di semi e crescono sui rami sempre in coppia.

I fichi aumentano  la mobilità degli spermatozoi umani, la produzione di sperma e aiutano a superare la sterilità maschile.

PATATE DOLCE:

Assomiglia al pancreas e in effetti equilibra l’indice glicemico nei diabetici.

OLIVE:

Aiutano nella salute e nelle funzioni delle ovaie.

ARANCIO, POMPELMO  (e altri agrumi):

Sono come le ghiandole mammarie ed effettivamente agevolano la salute dei seni e il flusso linfatico.

CIPOLLA:

E’proprio somigliante ad una cellula.

Le ricerche oggi dicono che le cipolle aiutano ad espellere le tossine dalle cellule.

Producono le lacrime che puliscono gli occhi dagli strati epiteliali.

Un suo degno “compagno di lavoro” è l’AGLIO che contribuisce ad espellere le tossine e i pericolosi radicali liberi.

Esistono più di 14.000 costituenti fotolitici e chimici della nutrizione in ognuno di questi cibi.

La scienza moderna ne ha studiati e riconosciuti solo 141.

Alfredo Di Prinzio

La Magia del Verbo

“In lui era la vita

tutte le cose per mezzo di lui furono fatte”

Giov.l

La lettera A  

La lettera A è il primo suono che l’essere umano articola ed è la prima lettera dell’alfabeto.

In geroglifico è l’uomo, l’idea di unità, il principio, l’Essere, lo Spirito, il Mago, l’Iniziato.

Significato analogico: Dio Padre, G.: A.: D.: U.:, l’unicità, l’essenza divina, la fontana, la ragione d’essere di tutte le azioni.

l suoi colori sono il bianco e il violetto.

Il suo pianeta il Sole.

la sua nota musicale, il FA.

Viene associata al Piano Spirituale dell’uomo e a i processi sintetici, alle Scienze Ermetiche, la si identifica con il desiderio e si esprime con la volontà. E’ la lettera della trasmutazione e della coordinazione. Dà potere per considerare e risolvere i problemi, risvegliare e dominare le passioni. Aiuta nelle meditazioni, nelle riflessioni e nelle iniziative.

Nel Piano Fisico, ordina gli elementi naturali; domina le forze in movimento. Dà la giusta attitudine per acquisire e disporre, creare, modellare e permettere gli impulsi. Promette il dominio sugli ostacoli materiali; per le realizzazioni di nuove e felici iniziative e imprese. Per acquisire amicizie fedeli.

la lettera A, invita alle attività costanti, guarisce dalla pigrizia e dalla instabilità delle idee e delle azioni.

La lettera A simboleggia l’Uomo-Dio o il Superuomo che per sua volontà, acquista tutto il potere energetico; è lo strumento dell’ lo Sono.

La A ha il ritmo che le è dato dalla natura. È il principio della vita, dell’anima  e di Dio. La A  è neutrale, è l’alito che anima  i polmoni e gli organi principali della  respirazione.
1 raggi X dimostrano che vocalizzando la lettera A, dopo aver respirato profondamente, fluisce sangue nei polmoni, per alleviare e guarire le loro malattie.

Il Mago è il Demiurgo; vale a dire, il creatore del mondo piccolo. E’ quell’adepto del libro di Ermete, il cui corpo e le braccia formano la lettera ebraica Aleph, già avuta dall’alfabeto egizio.

La figura che rappresenta la lettera A, è diversa da quella ebraica, per cui noi dobbiamo rappresentare la A latina con il corpo per poter ottenere i benefici precedentemente enumerati, con la vocalizzazione del suo suono.

La postura sarà la seguente: con il volto verso oriente, in piedi e con le gambe aperte in un angolo di 25″, entrambe le mani appoggiate sul Plesso Solare o sulla bocca dello stomaco.

Con questa posa si inizia la pratica che consiste in :

1″ – Aspirare profondamente dalle narici per 8 secondi.

2″ -Pensare, durante l’inalazione, che l’energia vitale entra dalle narici riempiendo i polmoni.

3″- Trattenere il respiro per 4 secondi, pensando che l’energia stia penetrando in tutto il corpo.

4″- Espirare per 8 secondi, cantando con la bocca bene aperta :AAAAAAAA. Oppure la parola egizia : ARARITA.

BENEFICI DI QUESTA OPERATIVITA’

Purifica i polmoni dalle impurità e ne guarisce le malattie. E’ meglio se si associa il suono della nota DO e ìl colore violetto.

Tutto l’esercizio procura i seguenti doni: nel Piano Spirituale, con la concentrazione nell’IO SONO, dà la facoltà di comprendere i segreti della Scienza Ermetica e di realizzare, senza timore e con ferrea volontà, quello che è Giusto e Buono. Aiuta a trasmutare inostri metalli da vili a nobili, le nostre passioni in sublimi ideali.

A è l’invocazione più diretta e più ascoltata. Con A l’IO SONO intimo accoglie le nostre richieste, mentre l’IO SUPERIORE ci inizia ai misteri interiori.

Nel Piano Mentale: A dà il potere della trasmutazione e della coordinazione per risolvere i nostri problemi, risvegliare le passioni e poi dominarle.

Nel Piano Fisico, attiva le nostre energie, depura il sangue, ordina gli elementi naturali, dà impulsi, guarisce la pigrizia e l’indolenza, stabilizza le idee e le azioni.

Le vocali sono sette, come i sette sensi dell’uomo. Però, fino a questo momento, l’essere umano non può percepirne e sentirne più di cinque, così come la sua laringe e la sua bocca, non possono pronunciare più di cinque vocali. Gli Iniziati che arrivarono a pronunciare il sesto suono vocale, risvegliarono il sesto senso.

Nei tre mondi la A ha tre significati:

Spirituale: Dio, il Padre Creatore o G.:A.:D.:U.:

Mentale: il Divino Conservatore, Adamo, l’Uomo.

Fisico :il Divino Trasformatore, l’Universo Attivo o la Natura Naturante.

Migliaia di libri furono scritti sulla Cabala e sui Tarocchi, ma nessun lettore ha potuto prendere profitto alcuno dei tanti libri che circolano.

Penetriamo adesso il terribile segreto di queste opere.

Non sono soltanto teorie, ma vera e propria operatività che dona e colloca nelle mani del massone, la “Spada Fiammeggiante”, con la quale potrà penetrare e conquistare i più grandi segreti della Natura.

Per capire, abbiamo già dato il significato della lettera A, in seguito vedremo di spiegare i segreti delle altre lettere, in maniera tale che per poter estrarre la potenza delle lettere, sarà necessario identificarsi con i loro significati.

Sappiamo che la A significa il Mago, il Padre, Dio, il G.:A.:D.:U.:.

Ora ditemi, che è il Mago? Il Mago è come Dio: opera senza sosta e senza nessun interesse personale o materiale.

Il Mago è colui che ha un cuore senza passione per poter disporre dell’Amore altrui.

Il Mago è impassibile, sobrio, casto, disinteressato, impenetrabile, inaccessibile.

Non deve avere difetti fisici e dovrà essere sempre pronto per qualsiasi afflizione e tradimento.

La ferma volontà e la fede in sé stesso, guidato dalla ragione e dall’amore per la Giustizia, lo porteranno verso l’obiettivo che vorrà raggiungere e a preservarlo dai pericoli del cammino.

Volete avere i poteri del Verbo? Bene. “Amate senza volere e operate senza temere”.

Sapete amare? Sapete volere? Sapete distinguere tra il desiderio di Amare e il volere Amare? Bene.

L’Amore potrebbe essere senza affetto, l’Amore è sacrificio. Il volere amare chiede sacrifici, perché è affettivo.

Il Mago deve tentare di conquistare il grande potere della Sapienza, vale a dire, essere dolce e degno con tutto il mondo.

Allora, la ferma volontà con l’aspirazione, possono condurre l’iniziato al “TRONO della MAGIA” per mezzo del Verbo e la vocalizzazione delle lettere.

Abbiamo visto che la vocalizzazione della lettera A, produce certe vibrazioni nel nostro corpo e se queste vibrazioni e frequenze, saranno guidate dalla nostra volontà, dai nostri elevati pensieri e dalla nostra aspirazione, gli effetti e gli attributi della lettera A, si manifesteranno facilmente in noi.

E così, successivamente, la vocalizzazione di una lettera, dovrà essere accompagnata dalle condizioni esposte.

La Lettera B

la Lettera B è una consonante che, come tutte le sue sorelle, non può essere pronunciata da sola, ma deve essere accompagnata da una vocale.

la B esprime la bocca dell’uomo, come organo della parola e la parola è, come sappiamo, un’elaborazione interiore dell’essere. Rappresenta tutto il piano degli inferi,quello centrale, che è il santuario dell’uomo e di Dio: la donna è il santuario di tutti e due.

la lettera B simboleggia la sostanza divina, la madre, l’immaginazione e la Scienza occulta e quella manifestata.

Il suo pianeta è la luna. la nota musicale il FA.
Il suo numero è il DUE. E’ il binario passivo da dove emanano le idee; è applicato alla Luna che si riferisce al Sole e alla donna che si riferisce all’uomo.

la lettera A è l’unità, è l’IO; linea retta dentro il cerchio. Lla B è la stessa linea che divide il cerchio in due metà e così, si nota che la dualità ha la sua origine nell’Unità e la Divinità si fa Padre·Madre.

la B unita alla A, esprime tutte le idee di progresso e avanzamento graduale, il passaggio da uno stato ad un altro. Il movimento.

la B è il ricettore interno.

Nel Piano Spirituale indica il pensiero matrice dove si modellano le immagini; è la fonte della Creazione che manifesta l’eterno.

Nel Piano Mentale, dà il senso di comprensione degli opposti, la cognizione della Scienza Ermetica. E’ l’Intelligenza che manifesta la Sapienza.

Nel Piano Fisico è il risveglio della parte femminile (matrice), nel corpo dell’uomo per l’equilibrio magico e rappresenta la donna che si unisce all’uomo per realizzare il medesimo destino.

B, significa nascere-morire morire·noscere. B deve accompagnarsi con una vocale affine a lei per produrre un effetto positivo e benefico.

Per ottenere isuoi benefici, si deve eseguire lo stesso esercizio indicato per la vocale A e quando si espelle l’aria dai polmoni, si dice AAAABBAAAA.

La posizione del corpo è eretta: mano sinistra sull’ultima costola e il piede sinistro appoggiato sopra il ginocchio destro, a formare due angoli.

ABA è l’invocazione al Padre; è la preghiera di Gesù, è il Pater Noster. ABA o Padre, è il primo aspetto dell’Assoluto. Domina esclusivamente la testa dell’uomo.

In realtà, c’è un solo Assoluto, ma dal punto di vista fisico, si divide in tre aspetti:

ABA o Padre è posto in un atomo chiamato l’atomo del Padre che si trova fra le sopracciglia e il suo regno sta nel Cielo-celato, nella testa e si riflette nel fegato, centro emotivo.

Chiamare, prima con il pensiero e poi con il Verbo, ABA, è attirare a sé quel potere del pensiero il cui oggetto è plasmare nella mente e nel fisico, la manifestazione dell’eterno.

Vorrei chiedere scusa ai cabalisti e domandare:

“Perché le tre lettere madri della Cabala sono A.M.Sh e che cosa significa l’interpretazione che
rappresenta la Trinità? Sappiamo che A è il Padre, che M è la Madre, però dove si trova il Figlio, nella Shin o nella 21° lettera ebraica?

La carta dei Tarocchi, il Matto, mostra la lettera Shin. Forse l’unione del Padre con la Madre genera quell’essere descritto dai cabalisti come un uomo distratto che cammina come un pazzo, mentre un cane gli morde una natica?”

In questa interpretazione ci sono degli errori: prima di tutto, la lettura di A.M.Sh, che si trasforma in SHEMA, non è da sinistra a destra, poiché è risaputo che tutte le lingue semite si scrivono da destra verso sinistra, dunque per leggere, le tre lettere madri devono essere scritte così: Sh.M.A, che traduce Cielo .

Poi, secondo il nostro umile parere, le tre lettere madri devono rappresentare la Trinità per formare un mantram o la parola che racchiude la più alta vibrazione invocata. Come la parola A.M. N., AMEN, che significa Padre Madre Figlio ed è simile all’ AUM degli induisti. Più avanti spiegheremo in dettaglio il potere della vocalizzazione Amen.

l significati della B

Piano Divino: Riflesso del Dio Padre; Maria, Miryam, Madre, Mara, Maia, ecc.- Dio nell’aspetto femminile.

Piano Mentale: Riflesso di Adamo- Eva, Uomo-Donna.

Piano Fisico: Riflesso della Natura Naturante- Natura Naturata.

Nella B si attiva l’equilibrio magico. Aspirare a conquistare questo stato, permetterà al Dio intimo di vedere la Luce con gli occhi della volontà.

Una volontà solida conduce alla Verità ottenendo tutto il bene cui aspira. La lettera B conduce alla scienza, ma è necessario bussare alla porta senza perdersi d’animo, fino a che si aprirà. Cast con l’equità, la giustizia e l’equilibrio, la Scienza della verità sarà come cibo sacro per l’iniziato.

Praticare in silenzio, mantenere il segreto dei propri desideri affinché arriverà  n giorno in cui l’iniziato sarà guidato verso il Maestro, o il libro o la donna, che come la Papessa, gli donerà le “chiavi” della Scienza
senza limiti che emana dal Dio intimo: IO SONO!

La lettera G-C (3)

La terza lettera dell’alfabeto primitivo è la G che, con i geroglifici, esprime la gola e la mano semichiusa come nell’atto di cogliere un frutto.

La gola è il luogo dove si forma e prende corpo il Verbo, è la parola concepita dal cervello.

E’ il Verbo che si fa carne, simbolo dell’avvolgimento materiale delle forme spirituali.

E’ il mistero della generazione, in virtù della quale, lo Spirito si unisce alla Materia e il Divino di trasforma in Umano.

E’, infine, il figlio, l’umanità, il cosmo.

Simboleggia l’organismo in funzione.

Rappresenta il dinamismo vivente, interpretato dalla G.

Il suo pianeta Giove.

Il suo colore, porpora.

La sua nota musicale, il SI-

Nei cinque sensi rappresenta il tatto e nella scienza della psicometria, la congiunzione delle forze che tendono verso il medesimo fine.

E’ la Matrice Universale nell’atto di dare alla luce.

Nel Piano Spirituale è la conoscenza della parte occulta della manifestazione, il presente vincolato al passato e al futuro che verrà.

E’ l’immaginazione manifesta, è il potere d’espressione.

Nel Piano Mentale è la Trinità che rappresenta lo Spirito, la Mente e il Fisico; Positivo-Negativo e Neutro.

In Dio è l’equilibrio del Padre, del Figlio, con Dio Spirito Santo, o Padre, Madre, con il Figlio.

Nel Piano Fisico è la manifestazione, la generazione dei desideri, delle idee e dell

e azioni, che esprimono il godimento nell’esercitare le nostre qualità.

Promette ideazione, produzione, ricchezze e abbondanza di beni materiali e il superamento degli ostacoli.

Il Principio attivo è A, il Padre; il passivo è B, la Madre, mentre la G, è il neutro, il Figlio; è il Principio parlato.

La G è la lettera sacra della Massoneria iniziatica della quale nessuno ha potuto scoprire il suo vero significato.

Dobbiamo imparare a pronunciare la G dei bambini quando sono contenti e producono quel suono gutturale laringeo: egggeee.

Le parole,” gargarismi e gola”, ben pronunciate, suscitano lo stesso effetto.

ESERCIZIO:

1° Stendersi supini.

2° Pensare che la lettera G è una consonante che si combina con tutte le vocali e ognuna di queste le dona una virtù o una facoltà:

con la A, fiducia in sé stessi,
con la E, attenzione,
con la O, sensibilità nell’intuire e comprendere gli insegnamenti occulti,
con la U, sviluppo nella prevenzione, chiara udienza e Psicometria,
con la l, retta opinione, verbo che manifesta l’umanizzazione di Dio e la Divinizzazione dell’Uomo.

3° La G non deve mai avere il suono di J, ma il suono deve essere sempre GUE.

4° Con le dita della mano sinistra sulla gola come per afferrarla, alzare la mano destra in alto come per ricevere qualcosa dal cielo.

5° In questa posizione, praticare l’esercizio indicato e nell’espellere l’aria dai polmoni, vocalizzare: GA GUE GUI GO GU

Ripetiamo che ogni lettera rappresenta un numero e che l’alfabeto latino si è separato dalla regola per cui ordina le sue lettere in maniera diversa di quello primitivo.

Forse perché i suoi segni erano carenti di certi suoni, per cui gli antenati dell’Arte, hanno dovuto impiegare due lettere per esprimere un suono.

Come nei casi della G e la C; della U e la V; della C e la K.

Ad ogni modo, la C è una consonante che possiede un’autonomia propria.

Anche la C corrisponde al numero 3, ma non è affine con tutte le vocali, per di più se deve conservare con tutte, un suo proprio suono.

Vale a dire, per esempio, che CA, non si deve pronunciare KA, invece CZA oppure come gli inglesi pronunciano il dittongo THANKS che è molto simile alla Z spagnola.

La lettera C è molto attinente con le vocali A e l, mentre è inarmonica o almeno non molto utile, con le altre, per il nostro scopo.

CA o ZA o THA, sono in relazione con la ghiandola pineale.

Per praticare questa qualità, si dovrà eseguire lo stesso esercizio respiratorio, con la differenza che la testa deve essere appoggiata sulla palma della mano sinistra e con la respirazione lunga e trattenuta, vocalizzare:

CZA CZA CZA CZA CZA con voce tagliente e senza allungare il suono del dittongo.

Un’altra indicazione: le tre dita della mano destra, pollice, indice e medio, devono essere distesi, come quando si benedice, mentre l’anulare e il mignolo, risultano chiusi.

l significati della lettera G sono:

Nel Piano Divino: Dio Spirito -la Forza Animatrice Universale

Nel Piano Umano : Adamo-Eva, l’Umanità

Nel Piano Naturale : il Mondo

“In Magia, questa lettera spiega che l’Assoluto si svela attraverso i! Verbo”.

LIniziato deve affermare la verità e volere il giusto, per aver diritto e poter creare per mezzo della parola.

Evocare un’Intelligenza o un Ente Spirituale è penetrare neii’Egregoro dominante del pensiero o idea di quell’essere.

Per questo motivo l’iniziato deve elevarsi moralmente, mediante attitudine e rettitudi111e, perché, nel caso opposto, quell’Ente invece di servire si allontanerà.

La lettera D (4)

La lettera D espressa con i geroglifici, è il seno femminile.

Da qui, l’idea di un organo capace di produrre un’abbondante alimentazione, fonte per una futura crescita.

Sta a simboleggiare la realtà intelligente e sensibile; rappresenta il principio dell’unità materializzata, la volontà e il potere interpretati dalla lettera D.

Questa lettera esprime una creazione realizzata secondo le leggi divine, poiché rappresenta il Tetragrammaton.

Il suo pianeta è Urano: indica l’autorità.

La nota musicale è il FA.

E’ la Natura con i suoi quattro elementi.

Il suo colore è rosso scuro.

Nel Piano Spirituale è la materializzazione costante ed eterna della Virtù Divina nell’uomo e rappresenta la volontà nel pensiero.

Nel Piano Mentale, rappresenta le quattro corrispondenze di affermazione e negazione, discussione e soluzione.

L’affermazione come verbo, produce la realizzazione o incarnazione del Verbo.

Nel Piano Fisico, è la realizzazione delle cose materiali, la cristallizzazione dello sforzo e l’ottenimento del potere, impiegando l’amore, la verità, l’equità e il lavoro.

Promette guadagni materiali e risultati favorevoli con la fatica e si accosta con beneficio a quattro vocali:

DA-benefici economici;

DE-fermezza e perseveranza;

DO-misticismo;

DU-sicurezza e fede.

ESERCIZIO:

Corpo eretto con la faccia rivolta a Est; piegare la mano sinistra ad angolo sopra la cintura.

Inspirare lentamente, trattenere ed espirare dicendo :

DA DE DO DU

l significati della D sono:

Piano Divino : Riflesso di Dio Padre: la Volontà Piano Umano : Riflesso di Adamo : il Potere

Piano Naturale : Riflesso della Natura Naturante : il fluido creatore, Materia Prima, l’Anima Universale.

“In Magia, questa vocalizzazione ci insegna che nella vita nulla può resistere ad una ferma volontà, unita con la Scienza della Verità e della Giustizia.

La lettera D ha come obiettivo, dare all’iniziato il potere di combattere per assicurarsi la propria realizzazione che è più di un diritto: è un dovere.

L’uomo che trionfa in questa lotta, non fa che realizzare la sua missione terrena; colui che ci riesce, sarà immortale”.

Il Segno della Croce, corrisponde alla D e domina la natura invisibile.

La Croce è, sapere e osare senza servilismi; in questo consiste l’onnipotenza umana.

La lettera HE’ (5)

La lettera HE’ è la più sacra dell’alfabeto.

E’ lo Spirito sopra gli elementi e incatena i demoni dell’Aria, gli spiriti del Fuoco, gli spettri dell’Acqua e i fantasmi della Terra.

La HE’ è l’alito divino soffiato nelle narici dell’uomo, che si fece Anima Vivente.

Ma la HE’, deve essere pronunciata giustamente, non va vocalizzata come E.

La HE’ è l’alito che esce dalla gola senza suono, vale a dire, come la pronunciano i francesi, H aspirata.

La HE’ è il Principio della Luce Divina, la Luce che vivifica.

E’ il calore, il fuoco vivo che s’infonde e diffonde.

Dirigere l’alito caldo di HE’ su un dolore, lo elimina miracolosamente, facendolo scomparire.

Il suo pianeta è Mercurio

Il suo colore il giallo

La sua nota musicale il SOL sostenuto e il LA bemolle.

Viene associata alla scienza della Geometria, al corpo fluidica dell’uomo e al suo sistema nervoso.

Nel Piano Spirituale rappresenta la Legge Universale nelle manifestazioni del Creatore, l’unità del Tutto, la Quinta Essenza delle cose, il magnetismo cosmico, il senso mistico.

La HE’ è il principio androgino, il Fuoco Vivente Creatore nell’uomo.

E’ l’uomo che ha la forma del pentagramma o Stella Microcosmica.

E’ il Giusto che non ammette dispute, la religione Universale, la Provvidenza.

Nel Piano Mentale rappresenta la Legge e la Libertà, l’insegnamento e la conoscenza, il dominio delle passioni, il controllo degli impulsi e l’identificazione con noi stessi e il prossimo.

Nel Piano Fisico, rappresenta la libertà disciplinata nella Legge; la direzione e il controllo delle forze naturali e i processi organici delle creazioni fisiche e materiali.

Promette Libertà, garantisce nuove esperienze e insegnamenti, amici e animali fedeli.

La HE’ annuncia certezze nel discernimento, amore per la bellezza, desiderio di vita familiare, sostiene doveri e diritti.

Abbiamo già detto che esprime la respirazione e l’alito; con la respirazione crea e mantiene in vita tutto quello che anima.

La HE’ è il principio che unisce la materia con lo Spirito Divino; è l’uomo che si eleva a Dio con la Natura.

E’ la forza interiore che ci unisce con le forze divine e ci fa sentire Dei.

ESERCIZIO:

Con molta devozione pensiamo che il nostro alito è creatore e vivificatore.

Si deve formare, con il corpo, la Stella Microcosmica, vale a dire: aprire le gambe e stendere le braccia a forma di croce.

Inspirare dalle narici lentamente; trattenere e poi vocalizzare:

HA

Ripetere l’inspirazione come anzi detto e vocalizzare:

HE’

E ancora: Hl, HO e per ultimo HU.

E’ importante ricordare che il respiro della HE’, deve essere espulso dal petto con un forte fiato, come un sospiro.

La HE’ con la A pulisce i polmoni; con la Efortifica le corde vocali e la gola; con la l mobilita il sangue; con la O tonifica il cuore e con la U, lo stomaco.

l suoi significati sono:

Nel Piano Divino: Riflesso della Volontà -l’Intelligenza

Nel Piano Umano : Riflesso del Potere, l’autorità, la religione.

Nel Piano Naturale : Riflesso dell’Anima del Mondo, la Vita Universale.

A questo punto, vi faccio dono di un potentissimo simbolo: la Stella Microcosmica.

Con al mano destra, dall’alto verso il basso, tracciate la stella:

In Magia la HE’ è come l’occhio dell’anima che penetra tutte le cose create.

Questo simbolo esercita un’influenza potente sugli spiriti elementali. E’ l’impero della volontà sulla Luce Astrale che è l’anima fisica dei quattro elementi.

Gli elementali ubbidiscono all’iniziato e si sottomeno a questo simbolo, quando s’impiega con intelligenza.

Questo segno guarisce le malattie sia da vicino che da lontano e alla fine è necessario sigillarlo con una croce nel centro.

La lettera 0-U (6)

Tutte le vocali pronunciate, rappresentano uno sforzo; se questo sforzo viene fatto con volontà e intelligenza, sarà una buona e fluida proiezione di magnetismo umano che è lo strumento della vita.

Simboleggia la causa operante che dirige le nostre determinazioni. Rappresenta il principio del verbo in ogni essere e viene associato al pianeta Venere.

La nota musicale della O, è DO e quella della U, è RE sostenuto da MI bemolle.

l suoi colori sono l’azzurro e il verde associati ai processi di generazione, all’emanazione del corpo astrale dell’essere umano e alla Scienza Cabalistica.

E’ la conoscenza del Bene e del Male.

Questa lettera è l’immagine del più profondo mistero; è il punto che separa l’essere dal non essere.

La O rappresenta il segno del Toro nello Zodiaco.

Nel Piano Spirituale raffigura la conoscenza istintiva della trascendenza degli atti, buoni o cattivi che siano.

L’uomo o Mago dei Tarocchi, si trova in piedi in mezzo alla croce del cammino, fra due donne che rappresentano la necessità e la libertà; il vizio e la virtù.

Nel Piano Mentale, rappresenta il dovere e il diritto. Ispira le idee che permettono la scelta, in relazione alla lezione di vita che si deve imparare.

Nel Piano Fisico, è la determinazione della condotta: l’astenersi dalle inclinazioni dell’appetito o dello sfruttamento del godimento.

Promette privilegi nelle relazioni amorose, l’ottenimento di beni materiali, possesso dell’oggetto del desiderio e ardenti desideri che si compiono.

La lettera O, si ripercuote nel cuore, guarendo le sue malattie.

La O ha i seguenti significati:

Nel Divino, equilibrio della Volontà e dell’Intelligenza: la Bellezza.

Nell’Umano, equilibrio del Potere e dell’Autorità: l’Amore.

Nel Naturale, equilibrio dell’Anima Universale e della Vita Universale: l’Attrazione Universale.

La O è la lettera della realizzazione; concede mentalità, risveglia e favorisce gli eventi che soddisfano e dà potere d i convincimento.

ESERCIZIO:

Insieme alla respirazione indicata nelle precedenti lettere, unire le mani con le palme sopra il cuore.

Pensare che l’alito vitale, penetri con l’inspirazione e che vada diretto al cuore con l’espirazione, con il pronunciare 000000.

La lettera U, ha la stessa valenza della O, ma è più espressiva.

La O è la lettera della realizzazione interiore, la U lo è della realizzazione esteriore.

La U è una A sottosopra;

la A si vocalizza con la bocca aperta, mentre la U con la bocca quasi chiusa.

AU è una combinazione del Mantram AUM.

La pronuncia di questa parola sacra, varia a seconda del caso: AUM è la Trinità, OOOOMMMM è la dualità e OM è l’unità.

La U guarisce le malattie dello stomaco e dell’intestino.

L’esercizio è uguale, soltanto che le mani devono stare appoggiate sul ventre e la vocalizzazione è la seguente:

UUUU EEEE IIII AAAAOOOO UUUU

Questo Mantram in magia rappresenta e dona l’austera Bellezza della Virtù.

Con questo potere l’iniziato avanza sempre senza mai vacillare e il suo motto è: “Togliere dalla Volontà ogni ombra di servilismo e esercitare il domino totale sopra di lei”.

La lettera Z (7)

La lettera Z esprime nei geroglifici, la Spada Fiammeggiante, o la freccia.

Rappresenta l’arma sacra che aiuta l’iniziato ad acquisire potere con il proposito di raggiungere Ja propria realizzazione.

Raffigura, nei piani sottili, la Luce Astrale; ciò che viene emanato e che si diffonde luminoso con la chiarezza e con il calore.

E’ l’idea, il fatto.

La Z contiene in sé molti poteri e la sua pronuncia dovrà essere come nel suono francese e non come la C in spagnolo.

Viene associata al pianeta Nettuno, al segno zodiacale Gemelli e alla nota musicale SI, al colore Blu argentato, al senso dell’olfatto e all’Astrologia Mistica.

E’ la forza nell’atto di operare, lo Spirito fattosi carne. Rappresenta il Tempo e lo Spazio.

E’ Venerazione, Fortuna e Integrità.

Il suo potere dona:

1° Rettitudine nei propositi

2° Tolleranza nelle opinioni

3° Intelligenza nelle discussioni

4° Clemenza nel giudicare

5° Verità nel parlare

6° Grazia nell’esprimersi

7° Pace nel cuore.

Nel Piano Spirituale, rappresenta il domino dello Spirito sulla Materia, la conoscenza dei sette principi che dirigono gli atti creatori; il possesso delle sette virtù necessarie al domino di sé.

Nel Piano Mentale, rappresenta la certezza nel sapere e nell’operare, la vitalità del nostro essere per mezzo del magnetismo mentale.

Nel Piano Fisico, rappresenta il desiderio di superare.

Promette potere magnetico, scelte giuste e realizzazione dei desideri.

La sua pratica porta giustizia, soddisfazione e onori.

Significato Divino, è l’uomo come funzione del Creatore; il Padre, il Realizzatore.

Nel Piano Umano, è la Legge della Realizzazione.

Nel Piano Materiale, è la Natura come funzione di Adamo.

E’ stato detto che la Z è la lettera della Vittoria, ma anche della forza sessuale nell’uomo, che porta al trionfo.

E’ il sigillo universale, la forza che apre la strada; un fulmine è rappresentato dalla Z.

ESERCIZIO:

In ginocchio il tronco eretto, le mani all’esterno, all’altezza delle spalle, per formare la Z.

Inspirare, trattenere ed espirare, vocalizzando

Za dona emozioni

Ze dona situazioni utili e inaspettate

Zi dona fervore nei sentimenti

Zo dona fiducia in sé e negli altri

Zu dona illuminazioni interiori

Dopo questo esercizio, ripetere in piedi, le stesse vocalizzazioni pensando che in ognuna, è possibile ottenere quello che si è desiderato.

Ogni Mantram procura un’aspirazione.

“Il dominio della Magia appartiene a coloro che possiedono la sovranità dello Spirito sopra tutti i nemici, quali i difetti e le passioni.

La pratica delle sette virtù dona agli iniziati il potere racchiuso nella Magia del Verbo e queste sono: Fede, Speranza, Amore, Forza, Temperanza, Giustizia e Prudenza.”


La lettera HET (8)

L’ottava lettera è H, che si pronuncia come un leggero colpo di tosse, difficile da pronunciare per l’occidentale.

Nell’alfabeto latino è stata rappresentata dalla H muta.

Simboleggia l’equilibrio e la giustizia in ogni cosa, perché, alla fine, ogni cosa sia inerente a sé stessa.

La lettera H o HET, si associa al pianeta Saturno, alla nota musicale RE, al colore indaco e al segno zodiacale del Cancro, al senso dell’udito e a tutte le misurazioni del tempo.

Nel plasma della Mater-Materia, dove dorme il germe della vita, la coscienza umana che possiede la conoscenza del bene e del male, la giustizia e l’equilibrio, divide tutto in parti uguali.

In altre parole, quello che è vero nella causa, si verifica nell’effetto e, come diceva Pitagora,” l’armonia dell’Universo è ispirazione divina”.

E’ il Verbo plasmato nell’atto; è il primo grado della realizzazione che scopre il grande mistero della TRANSUSTANZAZIONE!

La H rappresenta l’anima che aspira e che respira come il corpo umano: le anime ammalate hanno l’alito cattivo. li respiro magnetico produce attorno al corpo animico, un riflesso delle proprie opere, buone o cattive che siano: un Cielo o un Inferno.

Nel Piano Spirituale rappresenta la Giustizia, la pura ragione, la comprensione e l’equità.

Nel Piano Fisico, la Legge dell’equilibrio, l’evoluzione e l’involuzione: Promette Temperanza, ricompensa, gratitudine e raziocinio.

l suoi significati sono:

Nel Divino: la donna come funzione di Dio; la Madre.

Nell’Umano: la giustizia, riflesso della realizzazione e dell’autorevolezza.

Nel Fisico: riflette la natura in funzione di Eva.

E’ l’esistenza elementare, conservazione della Natura­Naturata del mondo.

L’esercizio della lettera H o Het è il seguente.

In piedi ed eretti, respirare e alzare le braccia lentamente allo stesso livello delle spalle; trattenere il respiro, unire le mani davanti al volto ed estendere le braccia indietro.

Continuare e unire e separare due o tre volte, sempre ritenendo la respirazione, senza stancarsi.

Aprire la bocca e espellere di colpo l’alito col suono : HAH, come colui che vuole togliere qualcosa che dà fastidio, o come un sospiro.

Questo esercizio guarisce le malattie della laringe e della gola, aiuta a sviluppare la chiaroveggenza.

“In magia indica che il dominio degli ostacoli e l’ottenimento della vittoria è un lavoro molto semplice nella vita umana.

Per realizzarlo è necessario stabilire l’equilibrio fra le energie che sono poste in movimento:

ogni causa produce un effetto.

Comprendendo Dio, come uomo infinito, l’uomo disse a sé stesso:” lo sono l’uomo finito”

L’idea si realizza a parole, le parole in azione, in gesti, in segni e in lettere”.

La volontà equilibrata e temperata, annulla i colpi e gli scontri con le forze opposte.

E’ molto negativo per la saluta, avere nemici; perdonarli. Èscambiare il bene con il male.

Per armonizzare e equilibrare le forze-energie, è necessario mantenerle simultaneamente e farle funzionare alternativamente.

FINE

FR.: Jorge Adoum

(Tradotto e proposto dal M.: Alfredo di Prinzio)

 

 

 

Meditazioni sulla Grande Opera

Dal libro “LA GRANDE OPERA” di Grillot de Givry

MEDITAZIONE I

Il Soggetto dell’Arte

L’alchimista Nicholas Valois ha detto: « La Scienza dei Filosofi è la conoscenza della potenza universale delle cose ».
Nella notte oscura dell’anima tua hai aspirato talvolta, o mio Discepolo, ad una Luce incommensurabile che verrà, in un giorno lontano e indefinito, ad illuminare la tua miseria.
Hai sognato, visione confusa, d’allegria e d’armonia sovrumana, d’onniscenza, di illimitata potenza.
Hai intuito lo splendore, al di là delle tenebre e della cupa tristezza del caos ove confusamente ti agiti.
Ed ecco che la linea d’orizzonte della tua vita s’imporpora e ti lascia intravedere qualcosa di meglio, di più perfetto.
Sii solerte a dirigerti verso questo indeciso bagliore. Seguilo, è la Stella dei Magi che si leva per te e ti condurrà, se non la perderai mai di vista al Maestro del Mondo.
Lasciato a te stesso, sei caratterizzato dal disordine delle idee e degli atti. Il rimedio specifico per questo disordine è di rientrare in te stesso.
Questo rientro esige lo sforzo di una volontà continua e tenace. Lo sforzo di una Volontà continua e tenace necessita di una regola di vita.
La regola di vita comporta una serie di atti spirituali che bisogna compiere scrupolosamente.
La prima norma, che riassume tutte le altre, sta nel completo disinteresse prestato alle parole e agli atti della gente.
Che l’indifferenza sia per te come una magica cappa con la quale avvolgerti; ecco la chiave della vita magica.
Liberati dalle contingenze. Liberati da ogni hylophilia. Racchiuditi nel tuo pensiero e nella tua Scienza. Sii il solitario, il vero Monias; fabbricati una cella nel tuo Cuore.
Accettare una vita oscura, quando si è affamati di Gloria è il sommo della perfezione alchemica; così, rigorosamente, i Santi hanno compiuto la Grande Opera.
L’ideale che ti sei creato è un regno nel quale sei sovrano maestro; cosa desideri di più?
Tu sei Re quando i troni crollano! Tu sei il Sacerdote nel momento in cui le ierofanie vacillano.
Disprezza la folla, disprezza il popolo, disprezza la massa; fuggi le facce patibolari.
Solo l’essere d’eccezione è degno del tuo interesse.
L’espansione popolare non è da considerare se non è gerarchizzata. Una folla disciplinata ha costruito il monumento occulto per eccellenza, il monumento che non getta ombra: la Piramide; le folle indisciplinate non hanno mai saputo che gridare e saccheggiare, cosa che è alla portata di tutti; vuoi tu aggiungerti, semplice unità, a quelli? Rinuncia allora alla Grande Opera, la Via dell’ASSOLUTO non s’aprirà mai a te.
Voler possedere la Sapienza e al contempo l’approvazione della gente è cosa assurda e derisoria.
L’agire sta anche nel «non-agire», ha detto Lao-Tse; non dimenticarlo. Quando fuori la folla urla e battaglia tu, Discepolo mio, veglia sull’Athanor della tua anima e non immischiarti nelle lotte.
Se non provi alcuna pena nell’ignorare quello che si pensa e quello che si dice di te, coraggio! hai già progredito nella Via dell’ASSOLUTO. La reputazione non è niente; solo la testimonianza della coscienza importa. A cosa ti serve il passare per Santo, se non hai la pace Ermetica nel tuo Cuore?
Bisogna, seguendo la Scala Philosophorum, cominciare l’Opera quando il Sole è in Ariete e la Luna nel Toro.
Ripley ed il Rosario ci assicurano che è necessario un anno per ottenere la Pietra Filosofale in tutta la sua stabilità e fermezza. Bernardo il Trevisano vi aggiunge sette giorni.
Comprendi e medita queste parole. Sforzati di sviluppare le forze latenti che sussistono in te. Ordina la tua vita seguendo le arcane norme. Tu sei la materia stessa della Grande Opera: fatti candido, spiritualizzati, purifica la tua astralità, svincolati dalle ombre Cimmerie.
Ma se preferisci abbandonarti all’azzardo degli avvenimenti, piangi senza speranza;
non conoscerai che l’insuccesso e le disillusioni e non entrerai mai nell’assemblea dei Filosofi.

MEDITAZIONE II

Respirazione e Purificazione

Filalete ha detto: « In qualsiasi modo o maniera si tratti il mercurio volgare non se ne farà mai del Mercurio Filosofico ».
Se la tua anima è quella di un uomo da trivio, rozzo e volgare, è vanità la tua pretesa al Magistero.
Hai sentito la necessità di elevarti verso il Cielo, di uscire dalla tua ganga, di rompere la tua crisalide?
Se non possiedi questo fermento d’elezione, persuaditi che è meglio per te non intraprendere nulla.
Se sei l’argilla resterai d’argilla. Se hai posto il tuo ideale nel fango non puoi pensare alla sublimazione, alla trasmutazione definitiva, alla Liberazione dalla gheenna terrestre. Uomo volgare, non diverrai mai un Sapiente.
Si tratta di un’Alchimia trascendente. E’ anzitutto necessaria per completare l’alchimia degli elementi. La nobiltà dell’opera richiede l’aristocrazia dell’operante.
Costruisci l’athanor; prepara l’uovo filosofico, disponi l’aludello, separa il sottile dallo spesso, raccogli le lacrime dell’Aquila e il sangue del Leone, fai che ciò cheè occulto divenga manifesto; questi sono i preliminari dell’opera, senza i quali non puoi riuscire.
La trasmutazione deve operarsi nella tua anima. La Pietra, nel suo stato definitivo,è lo stesso ASSOLUTO, il dissolvente purificatore. Queste sono le formule di perfezione e di bellezza con cui ornerai la tua vita.
Il Magistero è Solfo, Sale e Mercurio. Così la tua anima sublimata, che è il vero Mercurio dei Filosofi, si unirà al Solfo dell’Amore Divino attraverso il Sale della mortificazione e delle prove.
Coordina dunque tutte le tue azioni e tutte le tue impressioni al fine di costituire un insieme armonico, perfetto. Sforzati di acquisire l’estrema lucidità del tuo intendimento. Distogliti da ciò che ti lorda la vista. Non dare ascolto a ciò che viene per contaminare l’orecchio.
Esalta in te il sentimento della Personalità per poi sforzarti di assorbirla nel seno dell’Assoluto.
Incendia la tua anima con il fuoco alchemico, quel fuoco che non brucia mai. Io t’insegnerò a raccoglierlo; esso formerà intorno a te un cerchio protettivo che ti isolerà dalle influenze nefaste.
Guardati dal voler gustare i frutti della via iniziatica prima di aver fatto nulla per meritarli.
Non dire: « Il voto è troppo arido; per trionfare sulle avversità della Via bisogna essere un Santo ».
Al contrario, i Santi sono divenuti tali proprio perché hanno subito e trionfato sulle avversità. Essi hanno iniziato come te nel nulla; hanno salito, come te, la Scala Filosofica iniziando dal primo gradino.
Non domandare prima la fede per poter pregare. Prega sin dall’inizio e la fede inonderà l’anima tua.
Ho detto abbastanza perché tu sappia di doverti formare un corpo mistico da sostituirsi in tutti i tuoi atti al tuo corpo visibile, per poter impiegare utilmente le tue forze immateriali.
Vivrai così nell’iperfisico: questa è la Via.

MEDITAZIONE III

Ignis Philosophicus

D’Espagnet ha detto: « La rigenerazione del mondo si fa attraverso l’azione di uno spirito di fuoco che discende in forma di un’acqua che toglie la macchia originale della materia ».
E’ dall’alto che tu dovrai far discendere il fuoco filosofico che purificherà i tuoi concetti e aspergerà la tua anima.
C’è in questo un Grande Mistero.
Questo fuoco enigmatico l’otterrai solo tramite uno sforzo meraviglioso di volontà.
Queste cose sono nella Misericordia di Dio, come dice Basilio Valentino. Pontano riconosce di aver errato più di duecento volte, quando lavorava sulla vera materia, poiché ignorava la vera natura del fuoco filosofico.
Che le tue mani e le tue intenzioni siano pure, altrimenti il soccorso celeste ti sarà totalmente rifiutato.
E’ l’influenza spirituale, il lampo celigeno sgorgante dalla nube sopra l’athanor, il legame che unisce il macrocosmo al microcosmo. Senza di essa non puoi approdare a nulla, ma con essa sei forte di ogni forza.
Zaratustra lo chiamava Berezesengh, il fuoco che arde davanti a Ormazd; Mosè l’ha chiamato ‘wr; e i Magi l’hanno inciso sui vasi caldei; contempla questa effige:
E’ lo spirito stesso di Dio che discende impetuosamente nel Filosofo, e che si combina con il fuoco centrale, cioè l’aspirazione della sua anima verso il Mistero, lo fa vaticinatore e gli dona il potere di fare miracoli.
Concentrati, Discepolo mio, devi essere il tempio di questo ardente spirito che opera grandi cose.
Ricordati che le ceneri dei Filosofi contengono il diadema del loro Re. Sia chiuso il tuo animo alle impressioni esterne. Luta il tuo athanor con il luto di Sapienza. Non guardare all’esterno nelle tenebre; resta al centro; avvicinati il più possibile all’ignizione, sicché ti sia possibile sfuggire all’avvolgimento del vortice ghiaccio del maledetto che ruggisce, quaerens quem devoret.
Stai in guardia dai Lemuri mortiferi, dagli spiriti catabolici che s’aggirano attorno a te. Guarda gli empi che torvi ti guatano; invoca le influenze spirituali, riscalda bene nel tuo seno l’uccello d’Ermete.
L’Alcione sta per nascere, Discepolo mio, rallegrati; e se tu sai provocare questa corrente magnetica che deve stabilirsi fra te e le sfere superiori, allora possiedi il Magistero e il resto non è che un gioco da ragazzi.
Osserva, scolpito sul portale destro di Notre-Dame de Paris, il Vescovo appollaiato sull’aludello in cui si sublima, incatenato nei limiti del recipiente, il Mercurio Filosofico.
Egli ti insegna donde proviene il fuoco sacro; e il Capitolo, lasciando per tradizione secolare questa porta chiusa per tutto l’anno, ti indica che questa è la Via non volgare, sconosciuta alle folle e riservata al piccolo numero di eletti della Sapienza. Non è permesso di dire di più su questo argomento.

MEDITAZIONE IV

Dissoluzione

Ruggero Bacone ha detto: « è necessario che il corpo divenga spirito e che lo spirito divenga corpo ».
Questa è la soluzione dell’opera.
Per realizzarla, il tuo corpo, incendiato dal fuoco filosofico, corroso dall’acqua ardente delle contrizioni, deve raggiungere un tal grado di purezza da spiritualizzarsi veramente.
Allora, trasfigurandosi, come su di un Thabor, diventerà inalterabile; non costituirà più un impedimento alla vita spirituale, ma al contrario, al pari dei Corpi Gloriosi, parteciperà a questa e contribuirà lui stesso – o prodigio – all’Opera.
Corporifica poi il tuo spirito, lancia cioè uno sguardo scrutatore su quella tua impalpabile sostanza; di cui può darsi tu non abbia mai pensato di conoscerne la misteriosa natura, sebbene, costantemente, accompagni il tuo corpo.
Studiane meticolosamente gli occulti meccanismi, affinché sappia dirigerla ed amministrarla nella sua potenza e sostenerla con il nutrimento intellettuale che gliè conveniente.
Tu possiedi, Discepolo mio, un tesoro immenso di possibilità non manifeste che ignori, forze immense e invincibili, piegate in te, che sorpassano tutte le possibilità grossolane; apprendi a servirtene, a farle obbedire alla tua volontà, a rendertene assolutamente maestro e signore.
Per far ciò devi, fin dall’inizio, mondare il tuo intelletto da tutto ciò che è superfluo e antiquato. Pota vigorosamente il fogliame dei tuoi pensieri volgari. Taglia arditamente dall’albero i luoghi comuni e le banalità che possono ancora occuparti.
Sfronda da te tutto quanto non sia vigore e forza; l’insana vegetazione, fonte solo di dispersione di energia spirituale.
Il pensiero è una sostanza di natura pressoché fluida. Una volta emessa essa esiste.
Il pensiero è immutabile. Provoca nella sfera dell’esistenza pura un’eco che risuoni nell’eternità. Guardati dal dare vita a cogitazioni infernali che ti si attaccheranno per la tua dannazione.
Sii puro, perché è questa tua stessa virtù che devi profondere nell’Athanor al fine di animarlo. Evita gli atti indifferenti in se stessi. Che il tuo sguardo non erri mai un istante sopra gli oggetti che non valgono un istante della tua attenzione; è una particella di te, del tuo essere che perderai senza mai più poterla recuperare.
Poi, allorché sarai libero dal fardello delle superfluità, raccogli preziosamente quello che vuoi conservare delle forze vive e dirigile sull’Opera con veemenza. Osserva con attenzione i colori del Magistero e fai convergere verso lo scopo finale anche i tuoi più piccoli atti.
Alcuni ti diranno che la potenza miracolosa si acquisisce e si trasmette per mezzo di un soffio, di una parola mormorata cabalisticamente all’orecchio, o dalla lettura di qualche pagina di Grimorio, o alla confezione di una magica bacchetta.
Impara, al contrario, che un tale potere non ti sarà conferito che per mezzo di una laboriosa e lenta coltura delle possibilità in te latenti.
E’ necessario che ti astragga nella vita superiore, esaltandovi potentemente la tua volontà; che operi una vera segregazione di te stesso dal mondo fisico ed esterno.
Alza attorno a te un muro che trattenga ciò che da te si effonde verso le cose sensibili;
chiuditi così nella cittadella ermetica dalla quale un giorno uscirai, invincibile eroe solare, invulnerabile.
Senz’altro già scorgi spuntare un pò di quella luce che ti ho promesso, e te ne rallegri.
Pazienta, pensa alla tua imperizia. Non sei che al IV grado della Via dell’ASSOLUTO.
Ti resta ancora più della metà del cammino da percorrere e puoi ancora vacillare, cadere sulla strada.
Altri più abili di te sono caduti quando erano già vicini alla fine dell’Opera. Un dito sulla bocca, come Arpocrate, e prega, Discepolo mio, nel Silenzio della tua anima.

MEDITAZIONE V

Congiunzione

Basilio Valentino ha detto: « La voce melodiosa della Regina giungerà graditissima alle orecchie del Re di fuoco; egli l’abbraccerà amorevolmente per il gran bene che le porta, e sarà avvinto ad essa fino a che i due spariranno e di essi non sarà fatto che un unico Corpo ».
La Grande Opera è un’ Etica Trascendente.
Ora è facile all’Adepto eliminare dalla sua vita gli impedimenti frapposti dalle persone e dagli esseri importuni.
Ma incontrerà serie difficoltà, se vuole – obbedendo alla norma di attività e di passività su cui è costruito il microcosmo – ricostruire in se stesso lo stato androginico dell’Eden, grazie all’assimilazione di un’altra vita alla sua. In ciòè l’ostacolo, il vero offendicolo.
E’ vano, Discepolo mio, che tu compia le abluzioni preparatorie e che ti vesta di lino bianco, se il tuo cuore non è puro; non sarà certo l’abito che ti occulterà all’occhio scrutatore della Divinità.
La dispersione psichica provocata dal sorgere di brame e vani desideri non ha paragone con nessun’altra causa di dispersione.
E’ questo un incantesimo, un maleficio al quale neppure lo stesso Salomone seppe sottrarsi, nè resistere.
«Qui purus est, is certus est augur»: è Parcelso che te lo insegna con la sua preziosa parola.
Non incamminarti sulla strada delle innominabili voluttà, dei torbidi desideri, delle sfrenate ambizioni. Non cingerti la gamba con la giarrettiera di pelo di lupo. Guardati dall’accendere il cero verde che la donna dirige verso le tenebre luminose. Abbi timore delle malìe d’amore, dei filtri e delle parole sussurrate alla argentea Ecate; porta al dito il topazio che raffrena la lubricità e la nefasta azione dei filtri e caccia i vaghi fantasmi, ombre nella notte. Scaccia da te il rospo della stregoneria, non vagare, come Merlino l’incantatore, nella foresta di Brocelandia, altrimenti la perfida Viviana incatenerà pure te per i secoli.
Se scegli una compagna, il legame che ad essa ti unirà dovrà essere indissolubile, poiché, un giorno, tutti e due contemplerete l’ASSOLUTO.
Con lei dividerai le gioie eterne. I suoi pensieri, con i tuoi, debbono, tutti, convergere verso la realizzazione dell’Assoluto.
Non puoi che vivere vicino a colei che con te, la mano nella mano, cammina nella Via che con te ricerca l’oggetto dai tre angoli e con te coopera alla Grande Opera.
La sposa dell’alchimista è discreta e sapiente, ha al dito l’anello del supremo legame, riflette i pensieri del Maestro e veglia, quando l’ora lo esige, sull’Athanor.
Se hai scelto male, getta un ultimo sguardo su questo mistero non destinato a te, riempi gli occhi con la tua chiarezza e chiudi questo libro.
Puoi lasciare la via dell’Assoluto, al quale mai potrai pervenire. Scendi nella gheenna o sfortunato! Con l’essere inutile che hai attaccato alla tua carne, con la vuota scorza che trascini, e rientra nella via della mediocrità che ormai è la tua e dalla quale mai potrai più uscire.
Ma se la tua compagna orna veramente la tua vita, continua con lei la progressione contemplativa verso l’ASSOLUTO.
Ella deve trarre, o meraviglia, il tuo stesso frutto dalle presenti meditazioni.
Ma non dimenticare mai che la sua Via di perfezione, malgrado l’omogeneità dello scopo finale, è diversa dalla tua e ciò lo saprai ancora meglio se ti curerai, con attenzione, di studiare la sua costituzione microcosmica.
Paracelso l’ha insegnato espressamente: « Archoeus alius in viro, alius in foemina ».
E’ da te che essa deve ricevere l’iniziazione così come tu l’hai ricevuta dalla divinità.
Ricordati questi punti essenziali e guardati dall’indirizzarla su di una Via che non sia la sua. Ponile in una mano il pomo d’oro e nell’altra la fiaccola accesa.
Il fuoco è il mestruo dissolvente, ecco la Chiave dell’Arte Maggiore.
Se tu la conosci, sei allora nella Via Regale e presto vedrai il giorno eterno, il giorno che mai tramonta, « qui nescit occasum dies ».

MEDITAZIONE VI

Putrefazione o Hylazione sive Mors

Ha detto il Cosmopolita: « Chi non scende non salirà ».
Si ha qui, Discepolo mio, la prova delle prove quella in cui, pallide e sogghignanti, ti aspettano le torbide infuenze psichiche. L’anima la speranza di vederti vacillare, ricadere nelle tenebre esteriori.
Se resisti, la Fenice, sostituendosi all’Alcyone si schiude per te.
Il mondo non ha coscienza delle nature superiori che nascono. Prendi dunque la santa abitudine di sopportare il dispregio di quelli che valgono meno di te.
Compenetrati nella verità che non ti sarà mai resa giustizia se non quando passerai nella Luce.
E’ necessario che tu divenga completamente indifferente alle opinioni degli uomini, cosa facile da dire ma assai difficile da realizzare.
Che t’importa se la massa dice dite: «sta sulle nuvole è un vagulo . . .» se hai coscienza della tua regalità intel lettuale?
Opera secondo la tua coscienza e non ti dar pena de risultati.
Accetta la Gloria come un fardello e desidera solo la Gloria Eterna, quella dei Filosofi: l’ASSOLUTO.
Se cerchi il consenso umano cammini verso le tenebre, sei fuori della Via.
Se desideri divenire Santo solo perché si dica: « Signori, questo è un Santo! », stai pur certo che non lo diverrai mai.
La potenza miracolosa si concentrerà in te quando ormai non la brami più, quando avrai ucciso in te l’ambizione di possedere.
Allora, usando questo potere che stupirà gli uomini, il tuo Cuore, divenuto insensibile, non si inorgoglierà affatto.
Ma quanta strada devi percorrere per raggiunge e questo risultato!
Annientati, Discepolo mio, in un abisso di umiltà. Sii infimo fra gli infimi. Nasconditi come quel discepolo di Khoung-Tseu che, strappando lacrime di ammirazione al maestro, gli faceva dire: « Oh! come era saggio Hoei. Egli dimorava in un ridotto, in fondo ad una strada stretta e abbandonata; nonostante ciò, la sua serenità non mutava.
Oh! come era saggio Hoei! ».
Ricordati queste parole: « La pazienza è la scala dei Filosofi e l’umiltà è la porta del loro giardino ».
Abbassati ora e un giorno ti trasfigurerai risvegliandoti brillante e radioso Re di gloria, Re Orientale assiso sul suo trono, come dicono i maestri, ed entrerai nel Mare Purpureo che è il Magistero dei Filosofi.
Ma tu, ancora, non sei che il Mercurio lebbroso che ha fatto morire il Sole di Giustizia sull’effige del quaternario, ricordalo.

MEDITAZIONE VII

Sublimazione, Distillazione

Ha detto Nicolas Flamel: «Questa operazione è un vero labirinto, mille vie ti si presentano nel medesime istante, così che devi andare all’altro capo procedendo per la direzione contraria a quella iniziale ».
L’afflizione è il seme menstruo della perfezione dei Saggi; è il Leone Verde dei Filosofi, l’acqua Pontica che non bagna le mani, l’acetum acerrimum, o aceto molto aspro grazie al quale si estrae la testa del Corvo, il vero Latte d Vergine, l’Elisir di moltiplicazione.
Devi far convergere verso lo scopo supremo ciascuna circostanza della tua vita, ma principalmente le pene e sofferenze quotidiane: te ne verrà molto, poiché « i discepoli dei Sapienti non trovano riposo in questo mondo » diceva Rabbi Issachar Bàer.
Ti conviene trarre da tutto ciò partito, ed ottener l’acqua regale che corroderà tutte le impurità.
Saper estrarre dalle difficoltà stesse della vita un fermento di perfezione e saperne trarre altrettanta forza nel piano sottile è l’alchimia più grande, contro di essa nulla potrà prevalere; è il magnifico imbiancamento, l’aurun de stercore di Virgilio, il morbus quilibet purgatorium di Paracelso.
Non mormorare e non inveire se uno dei tuoi progetti non verrà coronato da successo.
Poiché non tarderai a capire che era necessario che avvenisse così e non diversamente e che le momentanee delusioni saranno per te foriere di vantaggi inaspettati.
Geber insegna che, per l’alchimista, è quasi obbligatorio errare molte volte.
Accontentati dunque, nell’avversità, di pensare, senza inasprirti, che la tua vista intellettuale si trovava in quel momento offuscata e che la via dalla quale sei stato rigettato e che credevi eccellente non lo era affatto. Acquisirai ben presto la certezza di ciò e riconoscerai ovunque l’amorevole concatenazione degli effetti e delle cause.
Guardati dall’invidiare i trionfatori del giorno e dell’ora. Li sentirai beffarsi, Discepolo mio, della tua ascesi e disprezzare i tuoi sforzi.
« Noi non preghiamo – dicono i vanitosi – non preghiamo affatto e nonostante ciò i nostri affari prosperano! Noi bestemmiamo Dio, e Dio non paralizza la nostra lingua».
Ma cosa prova questo? Soltanto che il Padre Celeste è buono e che essi sono malvagi; niente di più.
Tu, Discepolo mio, prosegui il tuo andare sulla Via con perseveranza. Non ti stancare; gli stessi Maestri hanno ricominciato l’opera più volte.
Ma sappi comprendere che nessun insegnamento esoterico o exoterico potrebbe rimpiazzare la lenta assimilazione della dottrina alchemica, prodotta da un approfondito e coscienzioso studio dei testi dei Maestri.
Solo dopo lunghi anni inizierà a spuntare per te la Luce.
Allora, in quei testi in cui il profano non vede altro che oggetto di scherno, tu scoprirai sottili rapporti, punti di riferimento che ti guideranno nell’oscurità della Via.
L’Alchimia non è cosa di un giorno, ma l’opera di una vita intera; essa fa corpo unico con l’esistenza dell’Adepto. Il possesso della Grande Opera è il coronamento della Vita. Non l’otterrai che una volta, così come non vivrai che una sola volta su questo mondo. Raggiungere l’Assoluto a venti o trent’anni è illusorio; a queste età sei solamente sulla Via e non puoi abbandonarla senza perdere, allo stesso tempo, la speranza di mai più rientrarvi.
E’ solo progressivamente che scoprirai la verità nelle parole dei maestri; non credere di essere al termine del viaggio prima di aver percorso il cammino necessario per arrivarvi. Se sei appena un poco avanzato nella Via ti renderai conto cheè impossibile parlare più chiaramente di cosi.
Ma più tardi, se non avrai cessato di lavorare secondo le prescrizioni dei maestri, le parole ora oscure e incomprensibili ti saranno più chiare e luminose.
Allora sorriderai, riconoscendo la semplicità delle nozioni che ti apparivano così astruse quando eri solo un profano e riconoscerai che non vi può essere spiegazione che si possa sostituire all’investigazione personale, indispensabile a preparare il tuo spirito a ricevere il seme del Vero.
In questo senso va interpretato il detto: «nessuno puo essere iniziato se non da se stesso ».

MEDITAZIONE VIII

Coagulazione, Cambiamento dei Colori, Caput Corvi

Il Beato Raimondo Lullo disse: « Così avrai un tesoro perpetuo che potrai aumentare indefinitamente e con il quale compirai l’opera fino all’infinito ».
Ecco la grande pagina mistica, vietata e inintelligibile a chi non è totalmente distaccato dall’affanno delle contingenze e dal fracasso delle opinioni umane.
Hai liberato il tuo animo da tutte le sensazioni di squilibrio che potevano turbare la tua serenità sottile?
Sei sufficientemente pronto ad agire nel sottile?
Esercitati, raccogli le tue possibilità psichiche e spirituali. Coagulale, dà corpo a ciascuno dei tuoi pensieri. Consolidali precisandoli con cura e concretizzali nel tuo spirito.
Essi sono numerosi, ma ti sfuggono perché non sai come governarli.
Procura di non perderne uno solo, di non diluire questa preziosa potenza, di non disperderla su nozioni inutili.
Individua, al contrario, quei pensieri, sui quali vuoi fissare la tua attenzione, elimina e scaccia tutti gli altri. Riunisci poi in un fascio i pensieri volontariamente emessi e consacrali proferendoli verbalmente con energia e volontà: compirai così grandi cose.
Arnaldo da Villanova definisce tale procedere: l’Angolo dell’Opera.
Raccogli dunque con attenzione l’acqua Pelidor che è di un verde nascente. Trasmuta le Acque Morte in Acque Vive. Prepara la resurrezione dell’uccello di Ermete.
A questo punto, è necessaria la massima purificazione del Cuore, delle intenzioni e della volizione, così è. Che tutt si orienti verso il Bene.
Attento, Discepolo mio, poiché corri, in questa fase dell’Opera, un grande pericolo.
Tutte le malvagie volontà da te emesse, contro di te si volgeranno. Non tentare evitare gli ostacoli col proferire la formula di maledizione contro coloro per mezzo dei quali esse ti raggiungeranno.
Non è per la vendetta che il potere ti è dato. Non fuorviarti: è la Via Regale, la Via dell’ASSOLUTO che tu persegui, non quella delle Tenebre.
Folgora lo schiudersi di malvagi pensieri nella tua mente turbata. Non scendere a patti con il maledetto. Respingi decisamente le consumazioni infernali e le morbose cogitazioni.
Quello che cerchi con tanta avidità, è il Solfo dei Filosofi, quel Solfo che ogni corpo illumina, essendo e gli stesso luce e tintura; abbi timore di incontrare, al suo posto l’Asmodeo che sedusse Aischa.
Ma ti ho detto, Discepolo mio, che non posso disvelare l’insieme degli Arcani Ermetici… Basta illuminarti la via che conduce a tali Arcani misteri. E’ con la tua intelligenza e con la tua volontà che perfezionerai, con l’aiuto di Dio, l’Opera.

MEDITAZIONE IX

Fissazione

Jehan de Meung, nel suo Specchio d’Alchimia, disse:« La nostra Scienza è una scienza corporea data da un solo ed unico composto semplice ».
Unica, in effetti, è la modalità per la quale si ricerca e si conquista l’Assoluto.
Colui che s’incammina verso la vera Perfezione si eleva al di sopra della natura: solo chi è sopra alla natura può comandare ad essa.
E’ così che potrai fare miracoli e trasmutar metalli e gemme.
Hai compreso, Discepolo mio, la sottile difficoltà dell’Opera?
Non otterrai la Pietra che quando sarai perfetto. Ma non sarai mai perfetto fintanto che ricercherai la pietra per ricchezza e avidità. Quando l’avrai realizzata, la perfezione da te raggiunta ti spingerà ad un supremo ed assoluto disprezzo per i vantaggi materiali che essa ti potrà offrire.
Quando avrai raggiunto l’enstasi, potrai renderti invisibile, evocare i morti e, in un istante, superare le più grandi distanze. Vivrai una vita sovraumana, avente in se stessa la propria alimentazione e sussistenza, sì che non sarai toccato nè da bisogni nè da desideri.
I profani coltivano strani sofismi: «Se possedete la pietra, sarete enormemente ricchi – essi dicono – esulterete di gioia ».
Altri, senza fede nelle loro anime e senza purità nei loro cuori, hanno aperto i libri degli alchimisti; hanno manipolato sostanze, soffiato negli athanor, calcinato i misti e non hanno capito – i poveretti – che prima di osar entrare nel laboratorio occorre aver fatto una lunga sosta nell’oratorio.
Davanti al fatale insuccesso, gonfi di vanità e tracotanza, non hanno esitato a dichiarare ingannevole ed illusoria la parola dei maestri, invece di riconoscere d’essersi sbagliati. Ignora le scurrilità e la dabbenaggine di questi censori da strapazzo, ignoranti e vacui.
Canzonano gli Alchimisti che son morti in stato d’indigenza e sono stati dimenticati.
Sappi, Discepolo mio, che quando possiederai la pietra, disdegnerai di fare l’oro fisico. Poiché tu sarai un Santo e comanderai agli elementi.
Che emozione ti potranno ancora date, quando sarai giunto alla soglia dell’infinito e ti perderai nella contemplazione dell’ASSOLUTO, le ricchezze materiali? Come potresti essere perfetto se non avessi estinto in te ogni desiderio umano, ogni necessità vitale?
E’ per questo che Grosparmy afferma che « non si ha ricordo di un avaro che abbia posseduto la Pietra ».
La pratica della Pietra e il desiderio dell’oro sono inconciliabili. Iniziare la Grande Opera con l’idea di arricchirsi economicamente equivale ad entrare a ritroso nella Via dell’ASSOLUTO.
In tal modo obbediresti ad un istinto malvagio, mentre in te non se ne devono trovare.
Come potrai comandare alla natura se, prima di iniziare, non avrai saputo comandare a te stesso?
Ma ciò non significa che un giorno, per motivi superiori, non debba tentare l’opera sul piano fisico e possa trasmutare materialmente i vili metalli in oro. Vari Adepti, come Flamel, Saunier, Zaccaria ed altri, l’hanno fatto.
Ma rammentati che un altro, e non tu, userà le ricchezze così prodotte e profuse dal tuo Athanor. Questo essere, dotato di una vita ardente e selvaggia, brillante e impetuoso, crudele e senza anima come l’animale delle foreste, seminerà ovunque disordine e terrore, spavento e sfortuna, sino al giorno in cui soccomberà sotto gli invisibili colpi di uno dei tuoi fratelli, in Sapienza, che avrà riconosciuto in lui l’incarnazone del maledetto.

MEDITAZIONE X

Lilium Artis. Quintessenza o Elixir Perfetto

Alberto Magno, arcivescovo di Ratisbona, ha detto:« Qui sono nascosti tesori inestimabili e nessuno che Dio non voglia li può scoprire ».
Risplendi nella Gloria, Discepolo mio.
Ti ho condotto sino al X° grado. Sulla vera Via, hai appreso a purificare i tuoi concetti e ad affinare il tuo pensare. L’uccello d’Hermes s’è ora trasformato in Pellicano e, a momenti, quel velo che occulta l’ASSOLUTO ti si toglierà davanti.
Ora ti trovi come l’Uomo Primordiale, nel Pardes, alla presenza dei due alberi: quello della Vita e quello della Scienza.
Il primo è la via iniziatica della contemplazione, èl’anagogia, l’enstasi. L’altro è la via del ragionamento, dell’obiezione e del dubbio, la strada dei sofisti.
Scegli quello da cui vuoi raccogliere frutta e bada, l’errore è fatale.
E’ qui che la via presenta un grande pericolo, ma sappi, per illuminarti nella tua scelta, che tutto quello che la scienza ci insegna grazie a migliaia di volumi, può acquisirlo in qualche secondo grazie all’illuminazione interiore: ti sarà possibile in quanto il tuo spirito, nella contemplazione dell’ASSOLUTO, afferra la chiave dell’armonia Universale.
Questa chiave i libri non te la daranno mai!
Invano ti affannerai a leggere tutto quello cbe i maestri hanno scritto sull’arte nostra, se non lo possiedi già; niente di quel linguaggio ti sarà comprensibile.
Saprai trionfare sulla sottile prova del dubbio? Stai in guardia! In questa partita tutto il tuo avvenire eterno è impegnato. Se soccombi, mai potrai vederne lo splendore;
ricordati cbe l’occasione di essere iniziato è, nella vita, unica. Se la lasci passare, non ti si ripresenterà mai più.
Chiedi Luce alla stessa Luce, non c’è altro modo per ottenerla.
«Lavate l’ottone e strappate i vostri libri, così che i vostri cuori non siano lacerati dalla paura e dall’irrequietezza», scriveva il saggio Morieno.
Non è che i libri manchino, anzi, forse, sono anche troppo numerosi, ma è l’energia e la volontà che sovente mancano per fare la Pietra.
La Grande Opera è scritta ovunque, esposta agli sguardi più indiscreti; così chiaramente espressa che è possibile attuarla senza venir meno al segreto degli Adepti.
Puoi leggerla sul portale destro di Notre-Dame de Paris, sulla Torre di Saint-Jacques la Boucherie.
Io l’ho trovata istoriata isagogicamente sulle vetrate del coro della Maddalena, a Troyes, e scolpita nel Palazzo dell’alchimista Jacques Coeur, a Bourges.
« Lavate l’ottone e strappate i vostri libri! ».
Si, Discepolo mio, l’Opera nella sua interezza è là.
Conquista l’Urim e il Thummin. Cogli il frutto dello gnostico albero d’Edot. Il gioiello è nel loto. Ricordalo, e l’Universo è tuo.

MEDITAZIONE XI

Moltiplicazione

Disse Bernardo il Trevisano: «Talvolta, il Mercurio dei Filosofi si sublima in un corpo risplendente e coagulato ».
Se hai esercitato potentemente e quotidianamente, secondo le norme che ti ho insegnato, la tua Volontà, potrai già cogliere, Discepolo mio, i frutti del Magistero.
La diatesi dell’animo tuo e del tuo spirito t’indicherà in modo manifesto questo risultato.
Quando tutte le circostanze della tua vita cominceranno a concatenarsi secondo la trama dei tuoi desideri, quando le difficoltà si appianeranno miracolosamente davanti a te, quando vedrai tutte le volontà piegarsi davanti alla tua Volontà, quando vedrai i tuoi nemici concorrere incosciamente alla realizzazione dei tuoi progetti e del tuo destino, avrai allora la conferma e la certezza d’essere molto innanzi nella Via.
Ti dirò l’ultima operazione della Filosofia Ermetica, riservata solo a coloro che sono pervenuti all’apogeo della Sapienza; confido nella tua prudenza e nella tua perfezione.
Le forze che hai acquisito sussistono in te allo stato latente, come un tesoro nascosto.
E’ la Pietra nel suo splendore che hai ottenuto, grazie al Mercurio, al Fuoco e all’Elixir.
Per porre in atto queste segrete possibilità non resta che praticare e conoscere la moltiplicazione dei Saggi.
Quando i tuoi fratelli con i cuori fortemente contriti e le anime sublimate saranno riuniti in assemblea per la preghiera, tu, stando in mezzo a loro, valuterai l’atmosfera sottile satura di benevoli intenzioni e di ardenti volontà, ti impadronirai con astuzia ed energia di queste sparse irradiazioni, le riunirai in un’unica corrente che dirigerai a tuo piacimento e grazie alla quale vincolerai il tuo voto, formulato in un modo così speciale.
Così facendo, innalzerai fra la Terra ed il Cielo, impregnata dalla tua potenza volitiva, una specie di colonna sottile che si animerà di un violento moto rotatorio producente il rumore di un torrente o d’un impetuoso vento che, a volte, potrà divenire visibile, infiammandosi all’improssivo di una luce scintillante.
Vedrai allora, per tuo mezzo, compiersi grandi cose, senza che gli uomini possano sospettare lo splendore dell’anima tua.
Sarai, figlio mio, nell’oscurità, uno degli eletti, uno di quelli che sanno!
Eccoti dunque chiamato, nel tuo secolo, a continuare la Tradizione di quei Maestri illustri che ti hanno preceduto nell’Assoluto.
Vedrai, Discepolo mio, i Geber, i Raimondo Lullo, vedrai Arnaldo da Villanova e Morieno, e Artefio, e Schelomoh e Maria la Profetessa, che ti contempleranno nella loro Gloria.
Possiedi, ormai, i loro segreti, l’arcano supremo che essi, preziosamente, hanno nascosto agli sguardi indiscreti della folla dei profani.
Sii dunque degno di questi magnifici, di questi Superbi.
Che possano essi salutare il tuo ingresso nell’Assoluto e che mai ti rigettino, come traditore e spergiuro, nelle tenebre esterne.

MEDITAZIONE XII

Maggiorazione o Proiezione

Ha detto Ermete Trismegisto: «Venite Figli dei Saggi cantiamo insieme. Facciamo manifesta la nostra gioia con grida d’allegria. La morte è superata. Nostro Figlio regna ed è rivestito e adornato dalla sua porpora Osanna! Discepolo mio. Sei giunto all’ultimo giro della Ruota; hai salito l’ultimo grado della scala di perfezione.
Rivesti la Pietra con il suo mantello reale. Esulta, rubificati.
Eccoti investito di uno splendido potere. Sei nell’anagogia, nel Pardes. A tuo piacimento, puoi entrare nell’en-stasi, inondare i tuoi occhi di Celeste luce, astratti, lontano da qui, nella contemulazione dell’ASSOLUTO.
I misteri si svelano ai tuoi occhi, non serbano più il loro geloso segreto. La tua potenza è illimitata.
Raggiunto il sommo grado del cammino della perfezione, tutte le tue possibilità e modalità sottili, sono interamente integrate nel tuo animo.
Il tuo vivere si sorreggerà su sè medesimo giacchè, ormai, sei giunto alla sorgente stessa della Vita.
Per te, ora, non esisteranno più nè distanze, nè ostacoli; comanderai alla Natura e agli Elementi; vedrai i mutamenti futuri e leggerai nelle coscienze.
Avrai ricostituito così lo stato edenico primordiale. Questa esistenza superiore sarà per te immortalità, ove sussisterai, immoto ma pur mobilissimo.
Discepolo mio, questa non è altro che la Resurrezione del Re di Gloria che ti viene incontro splendente della sua Luce. Ricordati dei Maestri. Essi hanno compiuto la trasmutazione del Mercurio il giorno di Pasqua al suono delle campane e degli allegri canti d’Alleluia.
Sii anche tu raggiunto da questo dono divino che in questo fausto giorno ti viene fatto.
E’ il vero carbonchio, il vetriolo rubificato, il balsamo di vita triangolare, il balsamum perfectum che ti offre la mano del Dio Eterno; è la rosa del mattino, la quintessenza nobilmente distillata, il pesce senz’ossa che nuota nel mare Filosofico, tutto ciò che gli Alchimisti chiamavano con una sola parola: l’Universale.
Eccoti ora divenuto Aquila dallo sguardo fisso nel Sole. Ho compiuto la mia promessa e ti ho condotto per mano sino alla soglia dell’Assoluto.