Apr 25 2016
L’EQUAZIONE DI DIO
La scienza nella filosofia – la filosofia nella scienza
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Ritenere la scienza prerogativa dei soli astronomi, matematici, fisici, medici etc. e’ limitare il concetto di questa e le sue aspirazioni.
Anticamente lo scienziato era anche un filosofo; la sua ricerca era animata dall’emozione nel voler conoscere e sondare le leggi della natura e di tutto il creato, non solo al fine di ottenere un’equazione che dimostrasse la validità delle sue teorie; quanto per far affiorare, e quindi rendere palesi all’intelletto, i segreti di una coscienza recondita celata nell’essere. Era energia che erompeva dal profondo e che si manifestava a sprazzi, inducendo riflessioni che avrebbero fatto attingere al patrimonio della Conoscenza Universale attivando l ‘intuizione. In una parola; era dedito ad uno studio che elevasse l’uomo nella sua totalità, corpo- anima- spirito. Se oggi parlassimo di astrologia o di alchimia o di esoterismo con uno scienziato, egli probabilmente sorriderebbe pensando di avere di fronte un illuso che ancora crede alle favole. Tuttavia il cammino per comprendere i misteri della vita; che da molti anni mi appassiona non può sottrarsi allo studio dei simboli, veri e propri archetipi del sapere che la Tradizione Iniziatica ci tramanda da secoli. Proprio in funzione di questo sforzo per conoscere e dagli arricchimenti che se ne traggono via, via che il tesoro di informazioni si srotola dinnanzi al ricercatore; ho potuto constatare una serie di incredibili analogie ed affinità nel loro utilizzo, che collegano inequivocabilmente; Saggezza- Scienza- Intelligenza. I tre principi con i quali Dio creò il mondo. Vorrei considerare l’intelligenza come lo strumento di cui madre natura ci ha dotato non solo per sondare l ‘Universo intorno a noi, ma anche l ‘Universo che è dentro di noi, e che si manifestano entrambi per mezzo di materia a diverse frequenze vibratorie. Il concetto di materia perciò, non può essere limitato alla sola massa fisica visibile di un oggetto o di un essere. In particolare nell’ uomo le sue sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo che provengono dalle sue esperienze, sono sempre espressioni di materia, ma più sottile. Esiste una sostanza onnipresente per così dire, a tutte le frequenze, soggetta alla legge di causa-effetto. Lo studio dell’Universo, del quale gli scienziati moderni si fanno promotori; permette loro di sfornare di continuo teorie nel tentativo di elaborare attraverso la osservazione, una teoria del tutto. Un tale traguardo però non può essere raggiunto se la ricerca si limita alla sola sfera dell’intelletto, cioè alla sola analisi, senza considerare la necessità di creare una coscienza della ricerca. Il tutto non può essere separato dalla saggezza. In questo principio è contenuto qualcosa di universale, tanto impalpabile quanto Reale che continuamente irrora le nostre menti e tutto il nostro essere affinché divengano il crogiuolo di continua aspirazione la quale ci conduca ad osservare la vita a 360°. Addentrarsi nell’essenza delle cose vuole dire trovarne il principio incorruttibile e perciò universale che le rende percepibili fisicamente ed emotivamente. Tale principio è ciò cui ogni filosofo aspira: La Luce. La luce fu l’elemento che permise ad Einstein di elaborare la teoria della relatività con la quale fu modificata la concezione di tempo e spazio. Le sue riflessioni partirono da un presupposto: Egli riteneva che le leggi che muovono l’Universo dovevano apparire identiche a chiunque le osservasse; quindi la velocità della luce misurata da qualsiasi osservatore doveva essere per tutti uguale, a prescindere dallo stato di moto di quest’ultimi. Arrivò così a dimostrare che la velocità della Luce è costante e la stessa in tutte le direzioni; ed è indipendente dallo stato di moto della sua sorgente. Da ciò si evince che la Luce è insita in ogni cosa, e da ogni cosa emanata; ma non è soggetta alla legge di causa- effetto; cui lo è invece il suo emanatore. Perciò la Luce è l’universale nella materia come noi la concepiamo e percepiamo. Va da se che l’Universo nel quale siamo immersi è anche dentro di noi, così come le stesse leggi che lo governano postulato che la Tradizione Iniziatica ha sempre sostenuto; considerando l’uomo il microcosmo e lo spazio intorno a lui il macrocosmo. L’Universo diventa così il tempio dell’uomo, e l’uomo il tempio di se stesso. Il punto di osservazione nel particolare, necessario per raggiungere la comprensione della totalità, è quindi tanto per lo scienziato quanto per il filosofo esattamente lo stesso; ambedue operano per la stessa causa; cioè quella di dare una risposta ai quesiti: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Einstein aveva rovesciato due capisaldi della scienza ottocentesca, la quiete assoluta rappresentata dall’etere, ed il tempo universale. Tuttavia questa rivoluzione che ribaltò le convinzioni scientifiche fino allora sostenute; non andava minimamente ad incrinare i principi di cui la Filosofia si faceva foriera. Secondo tali principi, lo sviluppo della vita nelle sue molteplici manifestazioni può avvenire solo se due energie opposte e complementari s’incontrano,provocando fra loro un attrito dal quale scaturisce una scintilla fonte a sua volta di nuova linfa vitale (Scintilla Divina). Da ciò ne deriva che il moto è il veicolo della vita. Inoltre ogni atto che sia proiettato ad una evoluzione personale, necessita di una operatività che non può essere esclusa dal movimento ed ognuno in questo processo possiede un suo tempo personale, che evolve e muta secondo lo stato di coscienza ed il contesto in cui si agisce. A questa legge, che potremmo definire di continuo progresso, sono sottoposte anche le più piccole particelle che compongono l’ Universo. Lo studio sulle particelle subatomiche, ha dimostrato che quando due di queste vengono a collidere; la loro traiettoria si biforca in due; così ad esempio quando l’elettrone entra in collisione con un positrone (sua antiparticella) si annichiliscono a vicenda provocando una grande scarica elettrica di energia (Scintilla Divina) che crea un fotone; il quale a sua volta libera un’energia che produce un’altra coppia elettrone-positrone. E’ come se le due particelle fossero semplicemente deflesse in due nuove traiettorie. Considerando poi queste particelle come stringhe unidimensionali (oggetti lunghi e sottilissimi capaci oggi di attraversare l’intero Universo) lo stesso procedimento di annichilimento darebbe origine a due nuove di esse; in un processo ininterrotto che come vere e proprie storie nel tempo originerebbero fogli d’Universo. Gli antichi conoscevano già questi comportamenti della materia? |
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Nella tradizione esoterica occidentale ritroviamo questo simbolo; esso rappresenta il sacrificio dell’iniziato che ne è il depositario; è lui che diviene il punto d’intersezione dove la materia si sublima, diventa eterica cioè arde(dall’etimo aitho io ardo) e viene poi ridonata a beneficio del tutto in un continuum di esperienze. Assistiamo così all’analogo processo che accade per le particelle. Osservando i progressi nelle ricerche degli scienziati moderni, si evidenzia come la materia assume e crea forme per modificarsi che hanno un’affinità incredibile con i simboli che la tradizione iniziatica tramanda da secoli; simboli che a loro volta vengono inconsapevolmente utilizzati per descrivere e spiegare le nuove teorie. Ad esempio per illustrare come la teoria quantistica (il quanto è il valore più piccolo fisicamente di una grandezza variabile) concepisca il tempo e lo spazio; viene introdotta l’idea di tempo immaginario. Questo viene rappresentato con un diagramma in cui appaiono una linea verticale rappresentante il tempo immaginario, che interseca una orizzontale raffigurante il tempo reale, a mo di croce con un punto zero nel luogo d’intersezione. La verticalità diventa sinonimo di un’iperealtà che al di là dall’essere una fantasia, riproduce invece una sensazione; un sentore dell’esistenza di qualcosa che c’è, esiste, ma non è ancora stata svelata. Tradizionalmente il braccio verticale della croce è analogamente collegato alla elevazione verso la spiritualità, verso una vibrazione della materia più elevata che prescinda dal grado di percezione dei cinque sensi dell’uomo. Osserviamo perciò come un’aspirazione matematica si sposa con una filosofica per solo amore di conoscenza. Un’equazione e un pensiero uniti, dove immaginario e reale convivono. |
L’immaginario diviene così l’elemento fondamentale tanto per la scienza, per poter sondare i segreti dell’Universo, quanto per il filosofo , che per poter superare gli ostacoli imposti dalla materia più densa, si pone in stato di Mag ; immette il denso, lo separa, lo fissa con l’immagine, e lo indirizza al suo universo interiore che in seguito ridonerà i frutti di questo lavoro sottoforma di consapevolezza. |
essa viaggia di continuo all’interno del corpo umano ed interagisce con la sua massa adattandosi ai suoi contorni, cosicché questo ne diventa il suo contenitore. Con la teoria della relatività, spazio e tempo sono interconnessi; incurvandosi divengono parte integrante e attiva degli eventi. La curva implica quindi partecipazione all’azione e sua individualizzazione, di conseguenza la Luce è il veicolo di questi eventi, ne è la memoria e ne conserva l’essenza eterica, spiritualizzata, in funzione del fatto che ogni cosa esistente lo è per il risultato che si produce per mezzo di un attrito dal quale si genera calore; nella Luce rimane quindi impresso il momento generativo di tale risultato, la memoria ignea, ovvero il suo concepimento. La fecondazione di un pensiero o di un intento, immessi per mezzo del “Verbo” nel nostro essere, va ad ossigenare la memoria della nostra Luce; più concepimenti elevati ci sono più la Luce si potenzia e più la massa cui viene a contatto assorbe questa energia sempre più elevata nelle sue vibrazioni a tal punto che la materia si trasmuta nella Luce stessa. Assistiamo ad un separando alchemico dove lo spesso lascia a poco a poco spazio al sottile, fenomeno espresso nella formula della relatività con C2 ovvero la velocità della Luce che replica se stessa:3oomila X 3oomila= 9…, numero che rivela il tempo necessario a che ogni cosa si realizzi; da cui ne consegue che alchemicamente un separando è frutto non di una divisione, o di una sottrazione, ma di una moltiplicazione, il cui simbolo X richiama ancora una volta il comportamento delle particelle nel loro processo di evoluzione. E’ la croce di S. Andrea, è il gioiello del M.D.C. del Mago a cui è concesso irrorare con la sua saggezza e memoria ogni angolo del Tempio, è il potere del mercurio dei filosofi che feconda ogni cellula del nostro corpo. A velocità costante (3oo.ooo Km. al secondo) la materia è alla sua massima frequenza vibratoria, infatti si trasforma in pura Luce, pura energia infinita potremmo dire: Dio E’, energia, è colui che E’, non principio, non fine. E=MC2: la E di energia diventa E’ con l’accento, cioè voce del verbo essere, grazie ad una asticella che ha la sembianza, se pur stilizzata di uno spermatozoo; paragonabile a sua volta allo Yod ebraico del nome di Dio. L’energia diventa Dio per (X) mezzo di una virgoletta; la radice di questa parola adduce a Vir cioè Uomo ed in particolare al suo attributo sessuale, in quanto etimologicamente la parola virgola è un diminutivo di virga che rimanda a verga, con la quale spesso si fa riferimento all’organo riproduttivo maschile. Se l’uomo è emanazione di Dio-E’, e si manifesta per mezzo della virgola, egli possiede in se una forza potenziale che può trasformare la sua E in E con l’accento; deve perciò applicare la stessa virgola all’energia che egli gia è. E è energia indifferenziata, che tutto permea, mentre E’ diviene energia fissata intelligentemente, un’energia cosciente della sue potenzialità, che può creare ciò che vuole perché sorgente attivata di ogni forma. Nella E’ si esclude qualsiasi possibilità del divenire, anche se ne è la fonte, in quanto tutto è contenuto in essa come monade ; quindi nella pura Luce che è E’ non ci sono più elaborazioni di prodotti derivanti da forze interconnesse, ma solo la potenzialità di esse; cioè la Volontà. Vorrei che la Volontà divenisse la fonte cui si abbeverasse l’umanità, per compiere il tanto agognato salto qualitativo; soprattutto in questo momento della sua storia così delicato, affinché apra finalmente gli occhi e si renda conto dei veri insegnamenti che la vita intorno ad essa, continuamente si sforza d’impartirle; ed in particolare uno, che racchiude in se tutti gli altri: Non separi più l’uomo ciò che Dio ha unito per sempre. |
Con Amore e Luce
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SIMEON
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