Il Lavoro a Specchio

 

 

Il Percorso Iniziatico, lungi dal poter essere definito filosofia, religione o altro di analogo, è esclusivamente un metodo attraverso il quale l’uomo riesce a trovare e conoscere intimamente se stesso e quindi conoscere per analogia ( come in alto così in basso ) i misteri che governano gli dei e l’universo.

Il metodo che consente di addivenire a ciò, sicuramente ha alla base il famoso lavoro a specchio; lavoro che ci consente, di poter verificare i progressi, gli errori, le attitudini e quanto altro grazie al confronto costante ed oggettivo.

Tuttavia, come dimenticare che nel percorso iniziatico la parola specchio è ridondante in molti contesti?

Quello che forse si avvicina di più è il concetto di specchio negli antichi Esseni.

Infatti gli Esseni identificarono meglio di altri il ruolo dei rapporti umani riuscendo a suddividerli in categorie.

Sì possono distinguere fra 7 misteri, corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ciascun essere umano avrebbe sperimentato nel corso della sua vita di relazione.

Gli  Esseni  li  hanno definiti specchi e ci  ricordano che in ogni momento della nostra vita, la nostra realtà inferiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dai linguaggio di coloro che ci circondano!

IL PRIMO SPECCHIO

E’ quello della nostra presenza nel momento. Il mistero del primo specchio è incentrato su cosa noi inviamo nel momento presente alle persone che ci sono accanto. Chi ci è vicino ce lo rimanda indietro rispecchiandoci; possa trattarsi di disarmonia, paura, gioia, ecc., ciò’ che noi vediamo nel primo specchio è l’immagine di quello che noi siamo nel, presente.

IL SECONDO SPECCHIO

Ha una qualità simile alla precedente ma è leggermente più sottile. Anziché riflettere  ciò  che  siamo,  rimanda  ciò  che  noi  giudichiamo  nel  momento presente. Se si hanno di fronte persone che oggettivamente non rispecchiano ciò che noi siamo nel presente, gli altri ci mostrano ciò che stiamo giudicando nel momento presente.

IL TERZO SPECCHIO

Lo si percepisce ogni qual volta ci si trovi alla presenza di un’altra persona e guardandola negli occhi accade qualcosa di particolare, di magico. Talvolta ciò accade quando ci troviamo alla presenza di un individuo che incarna le cose che si sono perdute e che si stanno cercando al fine di ritrovare la nostra interezza originaria; nella fattispecie i corpi esprimono una risposta fisiologica
per mezzo della quale realizzano di nutrire una attrazione magnetica verso quella determinata persona. Se ci troviamo di fronte a qualcuno e per qualche motivo inspiegabile si sente l’esigenza di passare del tempo con quella persona, sicuramente è perché in esso troviamo delle parti che abbiamo perso nel nostro cammino evolutivo.

IL QUARTO SPECCHIO

Rappresenta una qualità un pò diversa; spesso nel corso degli anni accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli. Spesso tali modelli possono divenire compulsivi creando dipendenza. Il quarto mistero/specchio, ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione.
Attraverso questi stati noi rinunciamo lentamente alle cose a cui sì tiene di più.
In altre parole mentre le cediamo, poco a poco vediamo noi stessi lasciare le cose che più amiamo ( alcool,nicotina, smania del possesso, ecc.).
Questo modello può essere riconosciuto ad ogni stadio senza bisogno di arrivare agli estremi perdendo quindi tutto.

IL QUINTO SPECCHIO

Rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori nel corso della nostra interazione con loro. Attraverso questo specchio ci viene chiesto di ammettere la  possibilità  che  le azioni dei  nostri genitori verso di  noi  riflettano le  nostre credenze ed aspettative nei confronti di quello che potrebbe configurarsi come il più sacro rapporto che ci sia  dato conoscere sulla  terra: rapporto tra noi e  la nostra Madre e ed il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto femminile e maschile del nostro Creatore, in qualunque modo lo si concepisca.
E’ attraverso il rapporto con i nostri genitori, che essi ci mostrano le nostre aspettative e credenze verso il rapporto divino. Per esempio se ci troviamo a vivere un rapporto con genitori da cui ci si sente continuamente giudicati o per i quali fare del proprio meglio non è mai abbastanza, è altamente probabile che quel rapporto rifletta la seguente possibilità: siamo noi che crediamo, dentro di noi, di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che ci si aspettava da noi attraverso la nostra percezione di noi stessi fino al Creatore.
Questo è uno specchio molto impalpabile, che forse può svelare perché abbiamo vissuto le nostre vite in un determinato modo.

IL SESTO SPECCHIO

Gli Esseni lo chiamavano anche L’OSCURA NOTTE DELL’ANIMA; ci ricorda che la vita tende verso l’equilibrio, che la  natura tende verso l’equilibrio e che ci vuole un essere estremamente magistrale per bilanciare quell’equilibrio.
Nel momento in cui si affrontano le più grandi sfide della vita, esse divengono possibili solo dopo che si sono accumulati tutti gli strumenti che servono con grazia e facilità. Le più alte sfide della vita, quelle imposte dai rapporti umani e forse anche dalla nostra stessa sopravvivenza, possono essere percepite come grandi opportunità a nostra disposizione per saggiare la nostra abilità.
E’ attraverso questo specchio della notte oscura dell’anima, che vediamo noi stessi  nudi, forse  per la prima volta, senza l’emozione, il sentimento, il pensiero, senza tutte le strutture artificialmente create per difenderci. In sostanza rappresenta l’opportunità di perdere tutto ciò che ci è stato caro nella vita e di vedere noi stessi alla presenza e nella nudità di quel niente: mentre ci arrampichiamo fuori dall’abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo in noi una nuova luce, esprimiamo i nostri più elevati livelli di maestria.

IL SETTIMO SPECCHIO

E’ sicuramente il più difficile, esso ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai risultati, è di per se perfetta e naturale ( tutto è giusto e perfetto ! ).
Siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente, senza usare riferimenti esterni di alcun genere, ma unicamente cercando e trovando dentro di noi .
Ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni aspetto della nostra vita personale sia perfetto così come è ( annullamento della dualità che ci fa percepire il giusto e lo sbagliato, il buono ed il cattivo, ecc.)!
E’ lo specchio della perfezione.

Questi specchi sono molto potenti, ci forniscono profonde intuizioni sul perché si è vissuti  in  un certo modo e si  hanno determinati  rapporti  umani,  nonché l’attenzione che porgiamo nel nostro cammino iniziatico infinito.
Gli Esseni ci ricordano che ciascuno passerà attraverso questi specchi nella propria vita, che se ne abbia o meno coscienza e la circostanza di avanzare riflette il percorso iniziatico che ognuno deve ricercare.
Siamo quindi invitati a conoscere noi stessi in presenza di altri fratelli, attraverso i rapporti umani e quando quei rapporti sono sanati, noi diveniamo il beneficio di quella guarigione per noi stessi e per l’umanità intera .