Apr 25 2016
Il “Credo” dì Cagliostro
(1) Non sono di alcun epoca, né di alcun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza, e se immergendomi nel mio pensiero risalgo il corso delle età, se distendo il mio spirito verso un modo di esistenza lontano da quello che voi percepite, divengo colui che desidero. Partecipando coscientemente all’essere assoluto, regolo la mia azione secondo l’ambiente che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione, perché sono libero; il mio paese è quello in cui fìsso momentaneamente i passi. (2)Non ho che un padre: varie circostanze della mia vita mi hanno fatto supporre a questo proposito delle grandi commoventi verità; ma i misteri di questa origine e i rapporti che mi uniscono a questo padre incognito sono e restano i miei segreti; che coloro che saranno chiamati a divinarli, ad intravederli, come io ho fatto mi comprendano e mi approvino. (3)Eccomi: sono nobile e viaggiatore; io parlo e la vostra anima freme riconoscendo antiche parole; una voce, che era in voi, e che si era taciuta da bel lungo tempo, risponde all’appello della mia; io agisco e la pace torna nei vostri cuori, la salute nei vostri corpi, la speranza ed il coraggio nelle vostre anime. Tutti gli uomini sono miei fratelli; tutti i paesi mi sono cari; li percorro perché, dappertutto, lo Spirito possa discendere e trovare un cammino verso di voi. Ai re, di cui rispetto la potenza, non chiedo che l’ospitalità sopra le loro terre e quando mi è accordata, passo, facendo intorno a me il maggior bene possibile; ma non faccio che passare. Non sono un nobile viaggiatore? (4)Come il vento del Sud, come la rifulgente luce del Mezzogiorno che caratterizza la piena conoscenza delle cose e la comunione attiva con Dio, io vengo verso il Nord, verso la bruma ed il freddo, abbandonando dappertutto sul mio passaggio alcune particene di me stesso, prodigandomi, diminuendomi ad ogni stazione, ma lasciandovi un pò di chiarezza, un pò di calore, un poco di forza, sino a che in fine io sia arrestato e fissato definitivamente al termine della mia carriera, all’ora in cui la rosa fiorirà sulla mia croce. lo sono Cagliostro. 5)Perchè vi occorre qualche cosa di più? Se voi foste degli infanti di Dio se la vostra anima non fosse così vana e così curiosa, avreste di già compreso! Ma avete bisogno di particolari, di segni e di parabole: ebbene ascoltate! Risaliamo ben lontano nel passato perché lo volete. (6) Nella mia prima infanzia sotto la legge di rigore e di giustizia ho sofferto in esilio, come Israele fra le nazioni straniere. Ma come Israele aveva con sé la presenza di Dio, come un Metraton lo vegliava nelle sue vie, così pure un angelo possente vegliava sopra di me, dirigeva i miei atti, illuminava la mia anima, sviluppando le forze latenti in me. Egli era il mio maestro e la mia guida. La mia ragione si formava e si precisava; mi interrogavo, mi studiavo e prendevo coscienza di tutto quello che mi circondava; ho fatto dei viaggi, parecchi viaggi tanto intorno alla camera delle mie riflessioni che nei tempi e nelle quattro parti del mondo; ma quando volli penetrare l’origine del mio essere e salire verso Dio in uno slancio dell’anima mia, allora la mia ragione taceva impotente e mi lasciava in balia delle mie congetture. Un amore che mi attirava in una maniera impulsiva verso ogni creatura, un’ambizione irresistibile, un sentimento profondo dei miei diritti ad ogni cosa dalla terra al cielo, mi spingevano e gettavano verso la vita, e l’esperienza progressiva delle mie forze, della loro sfera di azione, del loro giuoco e dei loro limiti, fu la lotta che dovetti sostenere contro le potenze del mondo; fui abbandonato e tentato nel deserto; ho lottato con l’angelo come Giacobbe, con gli uomini e con i demonio e questi, vinti, mi hanno appreso i segreti che concernono l’impero delle tenebre perché non potessi mai smarrirmi in alcuna delle vie dalle quali non si ritorna. (7)Un giorno – dopo quanti viaggi ed anni! – il Cielo esaudì i miei sforzi: si ricordò del suo servitore e, rivestito di abiti nuziali, ebbi la grazia di essere ammesso come Mosè dinanzi all’Eterno. Da allora ricevetti come un nome nuovo, una missione unica. Libero e padrone della vita, non pensai più che ad impiegarla per l’opera di Dio. Sapevo che Egli confermerebbe i miei atti e le mia parole, come io confermerei il suo nome e il suo regno sopra la terra. Vi sono degli esseri che non hanno più angeli custodi: io fui uno di questi. |