il mito di Proserpina

Cerere, sorella di Giove, era venerata come la dea che aveva insegnato agli uomini a coltivare i campi e a renderli rigogliosi. Aveva una figlia incantevole di nome Proserpina, una fanciulla spensierata ed allegra, che soleva giocare con le compagne nei verdi prati.Un giorno Proserpina, in compagnia delle Oceanine e sotto lo sguardo materno, era intenta a cogliere i fiori del prato. Inavvertitamente si discostò dal gruppo, per prendere un bel narciso. …Ecco all’improvviso davanti a lei aprirsi la terra e sbucare dal profondo Plutone sulla sua carrozza trainata da cavalli
Cerere fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia. Distrutta dal dolore e dal tradimento del fratello, decise di ritirarsi, appartandosi dall’Olimpo, immersa nel tormento dell’animo e risentita contro tutti gli Dei: senza le cure della Madre terra, cessò dunque la fertilità dei campi e vennero i tempi della carestia e della morte. Giove vedendo la fame sterminare intere popolazioni, mandò in più riprese messi ad ammansire Cerere, la quale rispondeva che sarebbe tornata alle cure della terra, solo dopo avere riottenuto in vita Proserpina. Così intervenne Giove: inviò Mercurio da Plutone per chiedere che Proserpina fosse liberata. Il re degli inferi accettò solo a condizione che la fanciulla non avesse mai toccato cibo in tutto il periodo della sua permanenza. Proserpina affermò che, sapendo che il cibo offertole ogni giorno era quello dei morti, dall’amaro sapore di cenere, lo aveva sempre rifiutato: così Mercurio la portò via da lì e la ricondusse alla madre. Non appena Cerere poté riabbracciare la figlia, il mondo rinacque: l’inverno scomparve e lasciò posto alla primavera. Avendo Cerere minacciato che, se la figlia le fosse stata di nuovo tolta, avrebbe reso la terra sterile, Giove giunse ad un compromesso: Proserpina per sei mesi sarebbe stata con la madre e per gli altri sei al fianco del suo sposo. Cerere non si arrese del tutto: quando la figlia scendeva agli inferi, gli alberi si spogliavano e tutta la terra diveniva brulla e fredda; al suo ritorno sulla terra era di nuovo tutto un germogliare e un tripudio di colori .
La leggenda quindi vuole che Proserpina risalga alla superficie della terra, per ricoprire di fiori tutta l’Isola e portarvi il soffio creatore dell’abbondanza (il famoso profumo di primavera). Poi scompare all’apparire dei freddi invernali, per rinascere, insieme alla vegetazione, con la primavera successiva.