NUOVA ERA

INVOCAZIONE PER SCIOGLIERE ANTICHI VOTI

da Kryon

<888>“Revoco ogni e qualsiasi voto da me pronunciato per sperimentare l’illusione della non-consapevolezza.
Quale portatore di luce della mia linea genetico-genealogica revoco questi voti per me e per i miei antenati.
Dichiaro l’annullamento di questi voti in quest’incarnazione e in tutte le nostre incarnazioni nel tempo e nello spazio, in tutte le realtà parallele, in tutti gli universi paralleli, in tutte le realtà alternative e universi alternativi, in tutti i sistemi planetari, in tutte le dimensioni dell’universo.
Chiedo la rimozione di tutti i cristalli (Crystal Energy), dispositivi, forme di pensiero, sentimenti, schemi, veli, ricordi nelle cellule, immagini della realtà, limitazioni genetiche e invoco la liberazione dalla morte – ADESSO!
In nome del diritto alla grazia e della dichiarazione di Vittoria! Nel nome della dichiarazione di Vittoria! Nel nome della dichiarazione di Vittoria! Come stabilito dallo Spirito Divino invoco il risveglio.
Come stabilito dallo Spirito Divino noi siamo adesso risvegliati! In principio Io sono Colui/Colei che E’.

< Bereschit, Ehyeh, Ascher Ehyeh! >

L’ultima frase è un mantra che ha una profonda azione, è la versione ebraica di In Principio Io Sono Colui/Colei che E’.
Questa invocazione ripulisce contemporaneamente la cantina e il solaio e libera lo spazio per nuove energie che vogliono affluire e ora dobbiamo imparare a gestirle.
<888>

Paramhansa Yogananda

<888>Io voglio, con una volontà che è divina
che l’energia vitale
percorrendo i nervi e i muscoli
ricarichi i miei tessuti, le membra
e tutto il mio essere,
di un fuoco vibrante e stimolante
e di un vigore lieto e appassionato.
Per ordine superiore
io ti comando di fluire
nel sangue e nelle ghiandole.
Per ordine mio
io ti comando di ardere.
Per ordine mio
io ti comando di ardere”.<888>

ESORCISMO DELL’APOSTOLO PIETRO

<888>

Pietro disse: “Tu, demone, esci da questo giovane uomo senza fargli alcun male. O tu, sterminatore della Verità, seme malvagio di corruzione, frutto sterile della natura, la pena eterna ti attende. O tu, essere immondo che metti radici solo nel male, che sei privo di ogni speranza, allontanati da questo luogo e da questo suolo che reca impresse le tracce dei santi. Perché tu non corromperai mai più le anime innocenti, e la tua natura depravata sarà distrutta, ogni tuo inganno annientato. O scellerato nemico di tutti coloro che vivono e credono in Gesù Cristo, stai per essere distrutto insieme alle tue azioni malvagie e alle tue menzogne. Sarai maledetto, nemico e corruttore della Via della Verità di Cristo, che punirà col fuoco eterno le iniquità che hai commesso. Tu hai preso il primo uomo nella rete della concupiscenza e lo hai incatenato nella prigione della tua malvagità. Tu sei il frutto maligno dell’albero dell’amarezza e sei sempre tu che hai spinto Giuda al tradimento. Tu hai reso di pietra il cuore di Erode, hai infiammato il Faraone di collera e l’hai forzato a combattere il santo servitore di Dio, Mosè. O ignobile nemico della chiesa del Figlio di Dio Santo, sarai annientato dai servitori di Gesù Cristo. Che contro di te si ritorca la tua cattiveria, le tue minacce, le tue tentazioni. O principe di malizia, abisso di tenebre, che l’oscurità stessa ti avvolga e ti precipiti nel tuo arido deserto senza ritorno. Allontanati da coloro che credono in Dio. Dai servitori di Cristo e da coloro che vogliono essere i suoi soldati. Invano tu bussi a porte straniere che non sono tue, ma di Gesù Cristo. Dio Onnipotente ed Eterno, che per mezzo di Tuo Figlio Gesù Cristo hai da to ai Santi Apostoli il potere di cacciare i demoni, e tu, Signore Gesù Cristo, che hai aiutato i tuoi discepoli, ai quali lo spirito del male resisteva, noi Ti supplichiamo di venire in nostro aiuto. Permettici, Signore Onnipotente, di scacciare dal Tuo servitore …. (nome e cognome) lo Spirito del Male che lo tortura e lo degrada, affinchè una volta liberato possa renderti grazie con la preghiera e l’impegno di costante virtù. O Tu, che regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli, ascolta la nostra preghiera e fà che il Tuo Nome trionfi. 

Amen +

( A questo punto l’Esorcista  sparge 3 volte Sale Benedetto in forma di croce, sul capo della persona dicendo ogni volta: In Nome del Padre + del Figlio + e dello Spirito Santo + Amen.)<888>

L’Essere Multidimensionale

<888>Quando parlo dell’Uomo della Nuova Era, mi riferisco ad un essere multidimensionale. Noi in questo Tempo ci stiamo muovendo verso la nostra qualità multidimensionale ma, se io vi chiedessi che significa, che significa una qualità multidimensionale, un essere multidimensionale ?

L’essere multidimensionale è colui che è presente qui e in ogni luogo; è Colui che E’; è qui e in ogni dove, come Corpo Olografico.

Chi è? Il Divino. Il Cristo diceva : Io sono qui e in ogni dove.

Quindi il nostro diventare essere multidimensionale significa entrare nella qualità del Cristo. Incorporare il Cristo, il Christos Cosmico, ciò che le Maestrie ci hanno indicato come Seconda Venuta.

Molti vedono il Cristo collegandolo alla religione, ma noi in realtà stiamo parlando di una Coscienza Cristica Universale, uno spazio di Origine di immensa Luce.

Quell’Uomo straordinario, quel Maestro che è stato Gesù Cristo nella sua vita terrena, si è portato dietro anche un Karma pesante che si è compiuto con uno “smembramento” che è stata la sua crocifissione.

Nello sciamanesimo il rito dello smembramento si riferisce a quando vengono abbandonati tutti gli aspetti egoici fino a donare te stesso, fino alla più piccola particella della tua carne. Questo è ciò che ha fatto Gesù per diventare il Christos.

Noi come Umanità in cammino stiamo compiendo il Christos interiore; quindi, il nostro diventare essere multidimensionale è avere la qualità di essere qui e in ogni dove, perché noi siamo già qui e in ogni dove. In noi, quantisticamente, si compenetrano il presente, il passato e il futuro che si va compiendo attraverso il nostro presente .<888>

 

IL BENE E IL MALE

Da un Antico scritto del Conte di Saint Germain

<888>Nel giardino dell’Eden dove tu dimoravi prima d’intraprendere la tua missione terrena, cresceva un albero il cui frutto è chiamato della Conoscenza del Bene e del Male. Durante la tua dimora in quel giardino dell’Eden tu eri completamente impersonale, perché non avevi ancora gustato quel frutto. Ma una volta ceduto al desiderio, che è l’agente terreno della mia volontà e il cui compito principale è appunto quello di indurti a gustare quel frutto, tu, appena mangiatolo, cadesti, ossia fosti costretto a uscire dal tuo stato edenico (come il pulcino dal guscio e la rosa dal bocciolo) e ti trovasti immerso in condizioni del tutto nuove e strane; poiché invece d’aver dominio sui regni inferiori e di ricevere da essi quanto ti occorreva, ti trovasti a dover coltivare il suolo per ridurlo a produrre, a dover insomma guadagnare il pane col sudore della tua fronte. Ma, avendo assunto questa missione terrena, era necessario che tu entrassi pienamente nelle condizioni della vita terrena, allo scopo di sviluppare una mente e perfezionare un corpo capaci di esprimere la mia Idea sulla Terra; ragione e causa reali della tua entrata in tali condizioni.

Essendo caduto, o meglio, uscito dal tuo stato impersonale edenico, e permettendo ora al desiderio di guidarli, tu non eri più capace di vedere la realtà dell’anima delle cose poiché avevi rivestito un corpo fisico, un involucro terrestre, con un cervello umano che, influenzato dal desiderio, agiva come un velo sulla coscienza della tua anima, ottenebrava la tua vista e velava la tua mente, in modo che la luce della Verità non poteva penetrarvi e ogni cosa era colorata e distorta alla tua umana comprensione.

E vedevi tutte le cose confusamente come attraverso una nebbia, che t’impediva di vederle nella loro realtà; tu le vedevi solo nella loro nebulosa apparenza, che però a te sembrava la loro realtà. Così avveniva per tutte le cose che vedevi mediante i tuoi occhi fisici, cose animate e inanimate; per tutto quanto tu concepivi nella tua mente umana, perfino per il tuo sé e per gli altri sé che ti circondavano.

Non scorgendo più l’anima delle cose, ma soltanto la loro offuscata apparenza, tu venisti a pensare che quelle ombre fossero la vera sostanza e che il mondo intorno a te fosse composto e pieno di tale sostanza. Ma quella nebbia era solo effetto della luce della verità che non poteva penetrare attraverso la tua mente umana, il cui intelletto, come una lente imperfetta, distorceva ogni cosa e la faceva apparire reale.

Orbene, l’intelletto è una creatura del desiderio e completamente dominata da esso e non è, come altri suppongono, una facoltà dell’anima. In altre parole, quella nebbia era la torbida lente del tuo intelletto umano che, poiché dominato dal desiderio, rifletteva e faceva interpretare falsamente alla tua coscienza ogni immagine, idea o impulso che io ispirassi dall’interno o attirassi dall’esterno, durante il processo del risveglio che operavo nella tua coscienza, al riconoscimento della mia Idea interna sempre incalzante per esprimersi esteriormente. Tutto ciò io facevo appositamente, per mezzo del desiderio, per condurti coscientemente nel cuore delle condizioni terrene.

Mentre questa falsa visione, ispirata dal desiderio, cagionava molti errori, molto travaglio e molta sofferenza, tu, a poco a poco, perdevi la fiducia nel tuo vero Sé, in me, l’Uno Impersonale interno. Mi dimenticavi insomma, e così non sapevi più dove rivolgerti nella tua impotenza; eppure, se tu non avessi perduto la memoria del tuo stato divino e concentrata tutta la tua coscienza in queste condizioni terrene, io non avrei potuto sviluppare la tua mente, la tua volontà umana, tutte le tue facoltà e fornire al tuo corpo umano la forza e i poteri che mi avrebbero permesso di esprimere perfettamente sulla Terra la mia Idea divina. E ciò doveva essere.

Così, attraverso i tuoi errori, le tue pene, le tue sofferenze, il desiderio di alleviarle fece sorgere nella tua mente l’idea del Male e quando queste pene non esistevano più esso ispirò l’idea del Bene. E a tutte le apparenze di cose e condizioni tu attribuisti le qualità del Bene e del Male, nella misura in cui soddisfacevano o meno il tuo desiderio, il mio agente, il mio sé umano, ossia te, nella tua personalità umana.

Ma tutte queste condizioni ed esperienze in cui tu entravi, che chiamavi Bene se ti piacevano e Male se ti spiacevano, erano soltanto incidenti creati dal desiderio per suscitare in te certe facoltà dell’anima che ti avrebbero reso capace di riconoscere la verità che Io, dentro, desideravo in quel momento imprimere sulla tua coscienza.

Il Male (apparente) era l’aspetto positivo del frutto dell’albero, che sempre ti allettava, col suo bell’aspetto e con la dolcezza del primo assaggio, a mangiare e godere fino alla sazietà, o finché i suoi effetti dannosi si manifestassero e divenissero una maledizione, apportatrice del disinganno che serviva a farti tornare pieno di umiliazione a me, il tuo vero Sé, che per mezzo della nuova coscienza così risvegliata, poteva allora estrarre l’essenza del frutto e incorporarla nella sostanza e nel tessuto dell’anima.

Il Bene (apparente) era l’aspetto negativo del frutto, venuto a espressione mediante il tuo riconoscimento e la tua obbedienza al suo impulso e che ora ti permetteva di godere i suoi felici effetti naturali e di ricevere i benefici esterni della mia guida e della mia ispirazione piene d’amore.

Ma questo «tu» che era condotto dal desiderio attraverso tutte queste esperienze, era soltanto la tua personalità umana che il Tu reale sviluppava e preparava perché potesse divenire uno strumento perfetto per il tuo uso nell’esprimere la mia idea, che sempre cerca di manifestare nella carne la sua perfezione.

Tu facesti tutto ciò non solo costringendo la tua personalità umana a mangiare il frutto del cosiddetto albero della scienza del Bene e del Male, ma costringendolo anche a vivere di esso, finché non avessi veduto e conosciuto il cosiddetto Male, e vivendo con esso tu non avessi scoperto in lui il germe del cosiddetto Bene e, raccoltolo e sollevatolo, non lo avessi rovesciato dall’altro lato; in modo che da allora in poi tu sapessi che Bene e Male non hanno esistenza reale e sono soltanto termini relativi che descrivono condizioni esterne guardate da differenti punti di vista; ossia aspetti esteriori differenti di una verità centrale interna la cui realtà è appunto ciò che tu cerchi di conoscere, di essere, di esprimere.

Così, durante le ultime età, tu hai, per così dire, gettato via uno a uno gli strati della tua coscienza umana, dissipando la nebbia e il miraggio creato dall’intelletto intorno alla tua mente; soggiogando, spiritualizzando e quindi rischiarando l’intelletto stesso; finché ora tu cominci ad afferrare, per mezzo degli altri strati sempre più sottili, qualche barlume di Me, l’unica grande Realtà dentro tutte le cose.

Ma l’Onnisciente, l’Impersonale Io sono di te, ha fatto coscientemente e intenzionalmente tutto questo non allo scopo di acquistare la sola conoscenza delle condizioni e delle cose terrene, come il tuo intelletto ha proclamato a voce così alta e con tanta autorità, ma perché tu potessi raccogliere ciò che avevi seminato nelle remote età del passato e manifestare sulla Terra la mia perfetta Idea, come tu la manifesti anche ora nello stato impersonale, nella tua casa celeste.

E tu, ricordalo, sei il grande Io Impersonale che fa tutto ciò, che muta continuamente l’apparenza esterna ma che dentro è eternamente lo stesso.

L’infinito succedersi delle stagioni, la Primavera col suo affaccendato seminare; l’Estate con la sua calda maturazione; l’Autunno con la sua opulenta raccolta; l’Inverno, con la sua fredda, tranquilla abbondanza, anno per anno, vita dopo vita, succedentisi durante secoli ed epoche innumerevoli, sono soltanto l’ispirazione e l’espirazione del respiro della mia Idea, attraverso la Terra e te, mio attributo, e tutti gli altri miei attributi, durante il processo di manifestazione del mio sacro intento.

Si! Io faccio questo attraverso di te perché tu sei parte di me, perché solo attraverso te, mio attributo, io posso esprimere me stesso, io posso Essere. Io sono perché tu sei. Tu sei perché io esprimo me stesso. Io sono in te come la quercia è nella ghianda. Tu sei me come il raggio solare è il sole. Sei una fase della mia espressione. Tu, uno dei miei divini attributi, cerchi eternamente di esprimere la mia perfezione per mezzo della tua personalità mortale.

Precisamente come l’artista vede nella sua mente l’immagine perfetta che vuole dipingere, ma la sua mano non può riprodurre completamente con i rozzi strumenti del pennello e dei colori le qualità e gli effetti che egli vede, così tu mi vedi nel tuo Sé e sai che noi siamo uno, ma sei sempre ostacolato a esprimermi perfettamente dalla imperfezione del materiale terreno di cui è composta la tua personalità umana con il suo corpo animale, la sua mente mortale, il suo egoistico intelletto. Eppure io creai il tuo corpo, la tua mente, il tuo intelletto, allo scopo di esprimere me stesso per mezzo tuo. Feci il tuo corpo a immagine della mia perfezione; la mente ti diedi perché tu conoscessi me e le opere mie; ti diedi l’intelletto perché tu interpretassi la mia Idea che io ispirai alla tua mente. Ma tu sei stato così distratto dalle fasi umane di questo corpo, di questa mente, di questo intelletto e dei loro usi esteriori, che hai dimenticato me, l’una e unica Realtà interna, la cui natura divina io cerco sempre di esprimere a te e per mezzo tuo.

Ma il tempo s’avvicina in cui gli usi esteriori non ti distrarranno più, e in cui la mia Realtà ti sarà rivelata in tutto lo splendore della sua perfezione dentro di te.

Ma Tu, allorché io rivelerò così me stesso, non sarai più felice di prima, se ciò che ti avrò rivelato non diverrà pane di vita per te; se non vivrai e non manifesterai la vita che esso rivela.<888>