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L’Arcangelo Metatron tramite James Tipton

E’ l’era della Verità non edulcorata. State scoprendo la conoscenza che è già dentro di voi, perché l’umanità è una razza con amnesia. E’ ora di svegliarsi, è ora di ricordare. E questa è davvero l’Illuminazione, e l’Illuminazione, carissimi, ha a che fare con la Luce… Luce Coerente Cristallina. E vi diciamo con sincerità che tutti voi all’origine siete stupefacenti Esseri di Luce Divina.

Mentre il sole del vostro sistema solare è la fonte primaria della luce ricevuta sulla Terra, è importante notare che non è affatto l’unica fonte. Altre fonti comprendono il Gran Sole Centrale, le stelle, i buchi bianchi e gli “Esseri di Luce”. Questi Esseri di Luce, che sono ben oltre la sfera d’azione degli Angeli, forniscono una luce che è inimmaginabile per voi.

La maggior parte degli esseri umani è in grado di percepire “fisicamente” soltanto i quanti di luce che si verificano nel “campo visibile” dello spettro di luce.

Il Regno Angelico

IL regno ANGELICO è molto frainteso in alcuni aspetti della sua natura e scopo principale.

Gli Angeli sono davvero i “Messaggeri di Dio”. Ma cosa significa questo?

Gli Angeli sono Esseri Multidimensionali di Luce che hanno una funzione molto più grande della tutela e trasmissione di messaggi. Tenteremo di esaminare l’aspetto più grande degli Angeli, ma prima di farlo, vi diciamo che come Esseri di Luce, gli Angeli sono Esseri coscienti dell’Essenza Divina della frequenza fondamentale per aiutare l’umanità ad evolvere… e questo è amore. Aggiungiamo l’avvertimento che l’amore è una frequenza molto più complessa e molto molto più alta del semplice sentimento emotivo che pensate sia amore. L’AMORE è una scienza complessa.

Come vi abbiamo detto in precedenza, la più alta forma d’Amore è l’”Amore Incondizionato”. E mentre l’Amore Incondizionato può essere cercato dalla posizione della terza dimensione, può essere compreso soltanto a livello della quinta dimensione. Questo perché l’Amore Incondizionato è integrale, e la terza dimensione è un piano condizionato (non incondizionato). Quelli di voi che raggiungono gli aspetti iniziali dell’Amore Incondizionato, lo fanno soltanto a livello della quinta dimensione, vedete.

Gli Angeli sono senza forma, non occupano spazio fisico, nei vostri termini, non abbiamo massa. Siamo Pensiero Divino ed intatti nella manifestazione. Siamo “tonali” ed abbiamo uno spettro di frequenza a vostra disposizione. Quella Frequenza è l’AMORE.
Voi ritenete che gli Angeli e gli Esseri di Luce abbiano “personalità”. In Verità noi siamo riflessi di attributi della più potente energia nel cosmo, che è l’AMORE. Tuttavia, la nostra essenza viene ricevuta ed interpretata per l’umanità nella dualità come avente attributi che voi logicamente considerate personalità individuali. Noi siamo la Mente Divina con aspetto di nutrimento, d’amore, privo di ego, privo di quella che definite emozione negativa. Sosteniamo, teniamo a posto l’energia, e lo facciamo come obiettivo fondamentale. L’amore è il nostro fondamento.

Tutti gli Esseri Umani sono Esseri di Luce, coscienza spirituale potente, e sono scintille del Divino. La differenza tra l’Umanità e gli Angeli è che gli Umani sono un aspetto del Divino che evolve nuovamente nella pluralità di espansione divina, avendo scelto di sperimentare il libero arbitrio e di ri-apprendere la creazione attraverso quell’obiettivo generoso.

foto di Nazario Cannella.

Illuminati: documento secretato sulla manipolazione dei popoli

(QUESTO DOCUMENTO FU TRASCRITTO E TENUTO SECRETATO DAI DETENTORI DEL GOVERNO OCCULTO (CHIAMATI ILLUMINATI).

LA VERIDICITÀ DI QUANTO LEGGERETE SARA A VOSTRA DISCREZIONE, TUTTAVIA LE COSE CHE SONO SCRITTE SONO IN FASE DI REALIZZAZIONE E LE POTETE OSSERVARE NELLA REALTA’).

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* Un’illusione che sarà, cosi vasta da sfuggire alla loro percezione. Coloro che la vedranno, saranno percepiti come folli.

* Noi creeremo fronti separati per impedire loro di vedere la connessione con noi.

* Ci comporteremo come se non fossimo collegati al mantenimento dell’illusione. Il nostro obbiettivo sarà raggiunto una goccia alla volta così da non fare cadere mai il sospetto su di noi. Questo impedirà loro di vedere i cambiamenti cosi come si verificano.

* Noi staremo sempre sopra al campo relativo della loro esperienza conoscendo i segreti dell’assoluto.

* Noi lavoreremo sempre insieme e saremo legati dal sangue e dalla segretezza. La morte arriverà su chi parla.

* Manterremo la durata della loro vita breve e le loro menti deboli, con la scusa di fare l’opposto.

* Noi useremo la nostra conoscenza della scienza e della tecnologia in modi sottili cosicchè loro mai vedranno cosa stia succedendo.

* Useremo teneri metalli, acceleratori di invecchiamento e sedativi nel cibo e nell’acqua, ed anche nell’aria.

* Saranno ricoperti di veleni, ovunque essi si gireranno.

* I metalli teneri causeranno loro la perdita delle loro menti. Prometteremo di trovare una cura dai nostri molti fronti, ma gli faremo mangiare ancora più veleno.

* I veleni saranno assorbiti attraverso la loro pelle e bocche, distruggeranno le loro menti e i sistemi riproduttivi.

* Da tutto questo, i loro bambini nasceranno morti, e noi nasconderemo questa informazione.

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* I veleni saranno nascosti in ogni cosa che li circonda, in quello che bevono, mangiano, respirano e indossano.

* Dobbiamo essere geniali nel dispensare i veleni perché loro guardino altrove.

* Insegneremo loro che i veleni sono buoni, con immagini divertenti e toni musicali.

* Coloro che mirano ad aiutare Noi li arruoleremo a spingere i nostri veleni.

* Vedranno i nostri prodotti essere usati nei film, si abitueranno ad essi e non conosceranno mai il loro vero effetto.

* Quando partoriranno inietteremo veleni nel sangue dei loro bambini e li convinceremo che è per il loro aiuto.

* Inizieremo presto, quando le loro menti sono giovani, ci rivolgeremo ai loro figli con ciò che i loro figli amano di più, le cose dolci.

* Quando i loro denti carieranno, li riempiremo con metalli che uccideranno le loro menti e porteranno via il loro futuro.

* Quando la loro capacità di comprensione sarà danneggiata, creeremo medicine che renderanno loro ancora più malati e causeranno danni per i quali noi creeremo ancora più medicine.

* Renderemo loro docili e deboli di fronte a noi attraverso la nostra potenza.

* Diventeranno depressi, lenti ed obesi, e quando verranno da noi per chiedere aiuto, daremo loro ancora più veleno.

* Focalizzeremo la loro attenzione verso il danaro e i beni materiali in modo che non si connettano mai con il loro io interiore. Distrarremo loro con la fornicazione, coi piaceri esterni e con i giochi, così che essi non potranno mai essere un tutt’uno con l’unità del tutto.

* Le loro menti ci apparterranno e faranno ciò che noi diremo. Se rifiutano noi troveremo modi per implementare la tecnologia di alterazione mentale nelle loro vite. Useremo la paura come nostra arma.

* Stabiliremo i loro governi e stabiliremo le opposizioni al loro interno. Possederemo entrambi le fazioni.

* Nasconderemo sempre il nostro obiettivo ma porteremo a termine il nostro piano.

* Eseguiranno il lavoro per noi e noi prospereremo dalla loro fatica.

* Le nostre famiglie mai si mescoleranno con le loro. Il nostro sangue dovrà essere sempre puro, poiché questa è la via.

* Faremo si che si uccidano a vicenda quanto questo ci fa comodo.

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* Li terremo disuniti attraverso il dogma e la religione.

* Controlleremo tutti gli aspetti delle loro vite e diremo loro cosa pensare e come.

* Li guideremo gentilmente e delicatamente lasciando credere loro che siano loro stessi alla guida.

* Fomenteremo animosità tra di loro attraverso le nostre fazioni.

* Quando una luce splenderà tra di loro, noi la estingueremo con il ridicolizzarla, o con la morte, a seconda di cosa sia meglio per noi.

* Faremo loro reciprocamente strappare i cuori di ognuno e uccideranno i loro stessi figli.

* Otterremo questo usando l’odio come nostro alleato, la rabbia come nostra amica.

* Faranno il bagno nel loro sangue e uccideranno i loro vicini per tutto il tempo noi lo riteniamo necessario.

* Beneficeremo grandemente da tutto questo, perché non ci vedranno, non possono vederci.

* Continueremo a prosperare dalle loro guerre e dalle loro morti.

* Dobbiamo ripetere questo più e più volte fino a che il nostro obiettivo finale sarà ultimato.

* Continueremo a farli vivere nella paura e nella rabbia attraverso immagini e suoni.

* Useremo tutti gli strumenti che abbiamo per adempiere a ciò.

* Gli strumenti saranno forniti attraverso il loro lavoro.

* Noi faremo loro odiare sé stessi ed i loro vicini.

* Noi nasconderemo loro la verità divina, che siamo tutti uno. Questo non devono mai saperlo!

* Non devono mai sapere che il colore è un’illusione, devono sempre pensare che sono diversi.

* Goccia dopo goccia, goccia dopo goccia avanzeremo verso il nostro obiettivo.

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* Prenderemo sopra la loro terra le risorse e la ricchezza per esercitare il controllo totale su di loro.

* Li inganneremo nel farli accettare leggi che ruberanno loro quel poco di libertà che hanno.

* Creeremo un sistema del danaro che imprigiona loro per sempre, tenendo loro e i propri figli nel debito.

* Quando si dovranno escludere a vicenda, li accuseremo di crimini e presenteremo una storia diversa al mondo poichè possediamo tutti i media.

* Useremo i nostri media per controllare il flusso di informazioni e i loro sentimenti in nostro favore.

 

* Quando si alzeranno contro di noi, li schiacceremo come insetti, poiché sono meno di questi.

* Saranno impotenti a fare qualsiasi cosa, poiché non avranno armi.

* Recluteremo alcuni di loro per realizzare i nostri piani, prometteremo loro la vita eterna, ma la vita eterna non l’avranno mai, poiché loro non sono dei nostri.

* Le reclute saranno chiamate “iniziati” e saranno indottrinati a credere a falsi riti di passaggio verso livelli più elevati. I membri di questi gruppi penseranno di essere uno con noi senza mai conoscere la verità. Non devono mai conoscere la verità poiché si rivolteranno contro di noi.

* Per il loro lavoro saranno premiati con beni materiali e grandi titoli, ma mai diventeranno immortali congiungendosi a noi, mai riceveranno la luce e viaggeranno tra le stelle.

* Non raggiungeranno mai i più alti livelli, poiché l’uccisione dei propri simili impedirà il passaggio al regno dell’illuminazione. Questo non dovranno mai saperlo.

* La verità sarà nascosta cosi vicina alle loro facce che non saranno in grado di focalizzarsi su di essa fino a quando sarà troppo tardi.

* Oh Sì, cosi grande sarà l’illusione della libertà, che non sapranno mai che sono nostri schiavi.

* Quando tutto è al suo posto, la realtà che avremo creato per loro li possederà. Questa realtà sarà la loro prigione. Vivranno in una auto-illusione.

* Quando il nostro obiettivo sarà raggiunto, inizierà una nuova era di dominazione.

* Le loro menti saranno vincolate delle loro convinzioni, le convinzioni che abbiamo stabilito da tempo immemorabile.

* Ma semmai dovessero sapere che ci sono eguali, noi periremo. QUESTO NON DEVONO MAI SAPERLO.

* Se mai dovessero scoprire che insieme ci possono vincere, si metterebbero in azione.

* Non dovranno mai scoprire cosa abbiamo fatto, poiché se lo facessero, non avremmo nessun posto dove andare, poiché sarà facile vedere chi siamo una volta che il velo è caduto. Le nostre azioni porteranno alla luce chi siamo, e ci cacceranno e nessuna persona ci darà riparo.

* Questo è il patto segreto attraverso il quale vivremo il resto del nostra presente e delle future vite, poiché questa realtà trascenderà molte generazioni e la durata della vita.

* Questo patto è scritto nel sangue, il nostro sangue. Noi, quelli che dal cielo alla terra siamo venuti.

* Questo patto non DEVE MAI, MAI essere conosciuto di esistere. Non deve MAI, MAI essere scritto o parlato poiché se questo avviene, la coscienza che provvede a creare rilascerà la furia del CREATORE PRIMO su di noi e saremo gettati negli abissi da dove veniamo e rimarremo la fino alla fine del tempo stesso infinito.

Scritto da autore SCONOSCIUTO

Fonte: armysoftport.wordpress.com

LA MERKABA-ATTIVAZIONE

La merkaba è una delle più antiche e segrete conoscenze riguardo alla nostra essenza, alla parte più divina del nostro Essere. Essa è anche legata alla conoscenza di un altro simbolo ricco di significati: il fiore della vita; un simbolo che si può trovare nei reperti antichissimi di tutte le civiltà del nostro globo, dalle piramidi egizie, a quelle sudamericane, da creta all’antica grecia, dall’estremo oriente al medio oriente.
Merkaba significa mer, ka, ba è un campo di energia altamente spirituale, presente in tutti ma in una fase latente o ‘addormentata’.

La forma della Merkaba è come una stella formata da due tetraedri interconnessi, cioè due piramidi a base triangolare (tetraedri) una dentro l’altra, che viene chiamata ‘stella tetraedro’. In realtà la merkaba è formata da tre stelle-tetraedro, una fissa relativa al corpo fisico, una che dovrebbe ruotare verso sinistra, relativa al campo elettrico e all’energia maschile, la terza che dovrebbe ruotare verso destra, in senso orario, relativa al campo magnetico e all’energia femminile.                                                                Utilizzata fin da tempi remotissimi, la Merkaba è una meditazione dagli effetti estremamente forti, indicata per il periodo temporale in cui ci “veniamo a trovare”. E’ ormai assodato che l’umanità e con essa tutto l’universo, si sta preparando (o meglio sarebbe dire “si dovrebbe preparare”) ad un salto dimensionale previsto a breve termine. Con questa evoluzione si arriverà a raggiungere una dimensione nuova, differente, più completa, che ci permetterà di comprendere meglio la profondità dell’esistenza insieme ad altri arricchimenti personali.
Alcuni chiamano questo salto dimensionale “il ritorno a casa”, intendendo con questa definizione la possibilità che ci viene data di avvicinarsi ancora di più alla nostra essenza profonda, quella che ci tiene in stretto contatto con l’Universo; non dimentichiamo che noi siamo parte dell’universo, ma con esso siamo una cosa sola, praticamente indivisibile. L’argomento è serio, complesso e può incutere timore, ma non spaventiamoci. L’utilizzo della Merkaba ci prepara a questo salto dimensionale.

MEDITAZIONE
La Merkaba – I primi sei respiri
La Merkaba consta di diciassette respiri che vanno praticati seguendo una metodologia precisa.
In questo intervento impariamo come effettuare i primi sei respiri. Pur trattandosi di respiri, essi richiedono una preparazione a monte, a livello mentale. L’attivazione della Merkaba, come in altre tecniche di meditazione, si basa in primo luogo sulla visualizzazione. Visualizzare significa dare forma alle energie che verranno chiamate in causa. La visualizzazione potenzia l’efficacia e la durata delle meditazioni, quindi anche della Merkaba.
Nel nostro caso, l’elemento da utilizzare è un doppio tetraedro. I due tetraedri rappresentano la parte maschile e la parte femminile di ogni essere e la loro interazione nell’universo. Il nostro corpo fisico va immaginato all’interno di queste figure geometriche come segue: la base del tetraedro superiore, definito “del cielo”, si trova all’altezza delle ginocchia e la sua punta superiore si estende per un palmo di mano sopra la testa. La figura inferiore, tetraedro “della terra”, si estende dalla linea dei capezzoli fino ad un palmo sotto i piedi.
Ora siamo pronti per effettuare i primi sei respiri: essi servono per purificarci da eventuali “sporcizie” energetiche che sono presenti nel nostro corpo. Ci mettiamo in posizione a noi comoda, in cui il nostro corpo sia rilassato in ogni sua parte.
Sgomberiamo la mente da ogni pensiero… con i palmi delle mani rivolti verso l’alto, uniamo il pollice con l’indice, senza fare eccessiva pressione, chiudiamo gli occhi e pronunciando a mente le parole “tetraedro del sole” visualizziamo la parte superiore della figura che si riempie di luce bianca mentre inspiriamo lentamente.
Nell’iniziare l’espirazione, pronunciamo a mente la frase “tetraedro della terra” e visualizziamo la parte inferiore della figura riempirsi di luce bianca. Quando siamo al termine dell’espirazione, trattenendo il respiro, immaginiamo di riempire la parte inferiore della figura di colore grigiastro e quando questa è piena, muovendo gli occhi rapidamente dall’alto al basso, di lasciare uscire le impurità.
Ripetiamo questa fase per sei volte, ogni volta variando la posizione delle dita delle mani che si toccano (vale a dire, pollice-indice, pollice-medio, pollice-anulare, pollice-mignolo, poi di nuovo pollice-indice, pollice-anulare e pollice-medio. Alla fine dei sei respiri, dobbiamo trovarci con il pollice ed il medio che sono a contatto.
Con questa fase, abbiamo completato i primi sei respiri della Merkaba. A presto con la seconda serie di respirazione.

La Merkaba – La seconda serie di otto respiri
Si tratta di otto respiri, che andranno eseguiti in successione ai primi sei che abbiamo visto nell’intervento precedente.
Sono suddivisi in tre gruppi, il primo dei quali costituito da quattro respiri. Per effettuare questi respiri, dobbiamo prima di tutto cambiare la posizione delle dita delle mani. Precedentemente, avevamo unito il pollice di ogni mano con le altre dita, seguendo la respirazione, passando dalla combinazione pollice-indice a pollice-medio e così via, fino a completare la serie di sei respiri. Ora uniremo il pollice, l’indice ed il medio delle mani e rimarremo in questa posizione per tutti i seguenti otto respiri.
Immaginiamo di visualizzare un canale luminoso lungo la spina dorsale, e nello stesso tempo una sfera all’altezza dello stomaco. Effettuiamo quattro respirazioni consecutive, facendo entrare l’aria dal naso e uscire dalla bocca; ad ogni respiro, la sfera che abbiamo nella pancia si ingrandisce e diventa sempre più luminosa. Nel terminare il quarto respiro, espiriamo con forza, come se dovessimo “sputare” qualcosa dalla bocca.
Rimanendo con le dita sempre nella posizione sopra descritta, effettuiamo tre respiri consecutivi di “rilassamento”, seguiti da un respiro con il quale immaginiamo di portare la sfera tutt’ora presente sulla nostra pancia, all’altezza del cuore.
Non è difficile, no? Vi ricordo che imparare la Merkaba in questo modo non significa attivarla, l’attivazione avviene quando si eseguono le respirazioni in maniera continuata, dall’inizio alla fine.

La Merkaba – Gli ultimi tre respiri
Ci siamo! Siamo pronti per l’ultima serie di respiri che compongono la Merkaba! La parte più bella, più intensa ed efficace! Composta “solo” da tre respiri, ma sono i respiri che permettono di accendere l’astronave e di partire per la nuova dimensione.
Ricordiamo che la Merkaba è una tecnica di meditazione che permette di elevarci, e di passare dalla terza dimensione, quella in cui ci troviamo ora, alla quarta dimensione, che implica un’enorme salto evolutivo. Per questa ultima serie dobbiamo cambiare la posizione
delle mani: l’uomo deve mettere il dorso della mano sinistra sopra il palmo della mano destra, le dita si fermano alla base della mano destra. Per la donna, è l’opposto… la mano destra sopra la sinistra. Uniamo poi le punte dei pollici, senza esercitare troppa pressione. Immaginiamoci all’interno del tetraedro di base, il triangolo con il vertice superiore deve iniziare dalle nostre ginocchia e terminare un palmo di mano sopra la nostra testa; il triangolo inferiore inizia dalla linea dei capezzoli e termina un palmo di mano sotto i piedi. Con il primo respiro, ripetiamo a mente “stessa velocità”: questo fa si che le due figure geometriche ruotino, uno in senso orario e l’altro in senso opposto, alla stessa velocità. inspiriamo ed espiriamo lentamente. Con il secondo respiro, ripetiamo a mente “trentaquattro ventuno”: in questo modo le due parti della figura aumentano velocità ruotando uno più veloce dell’altro.
Completiamo il respiro, e quando iniziamo l’ultimo respiro, ripetiamo “nove decimi la velocità della luce”. In questa fase potremmo avvertire la sensazione di essere dentro ad un “frullatore”. Questo perché abbiamo attivato appieno l’energia della Merkaba che ora è pronta a dare i suoi risultati.
Può accadere che avvertiamo la sensazione di cadere o di essere “sparati” da qualche parte, non preoccupiamoci… la nostra “astronave” ci sta già accompagnando nel nostro viaggio.
Ora che abbiamo attivato, attraverso l’esecuzione di tutti i respiri, la Merkaba, essa va “mantenuta” ripetendo la procedura entro 48 ore, almeno per un mesetto. Se ciò non avviene, essa perde di efficacia e bisogna ripartire daccapo. Trascorso questo periodo di consolidamento, la Markaba può essere richiamata mentalmente attraverso la parola stessa “Merkaba”, e gli effetti sono esattamente quelli ottenuti dall’esecuzione della respirazione completa.

Questa può essere una musica appropriata se si ama l’accompagnamento musicale durante meditazione.

Alchimia Spirituale

L’Alchimia, se considerata senza pregiudizi e debitamente intesa, è una scienza che insegna le più alte verità che un uomo spiritualmente illuminato possa raggiungere.

Il contenuto simbolico di questa “Scienza Sacra” riguarda la più alta conoscenza di Dio, Natura ed Uomo; pertanto l’alchimia non è una scienza intellettuale, ma una scienza spirituale, in quanto quello che appartiene allo Spirito può essere conosciuto solo spiritualmente.

Essa, tuttavia, è una scienza che si occupa anche di cose materiali  essendo “spirito” e “materia” due opposte manifestazioni  o poli di una eterna “Unità”.

L’alchimista e il dragone igneo, Clavis Artis, Ms. XVII sec.

L’alchimia è un’arte, e come ogni arte richiede un artista per esercitarla, così questa scienza divina ed arte al tempo stesso, può essere praticata solo da chi è in possesso del divino potere necessario a tale proposito.

E’ necessario, quindi, mediante un processo di introspezione personale e la preghiera continua ed appassionata, elevare il nostro “Spirito”.

Ascesi spirituale cioè la capacità di trasmutare da quella condizione “individuale” che è propria di chi vive nel mondo del divenire, in quella “superindividuale” prima (compimento del Piccolo Magistero) e poi in quella “impersonale”, con cui si perfeziona il Grande Magistero.

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Iter, questo, che è stato sinteticamente espresso in tal modo: rincorsa appassionata dietro la propria anima fatta sirena per vite intere, fino a congiungersi ad essa in un amplesso che è morte per il secolo, ma che in realtà è vita sub specie interioritatis .

L’Alchimia nei suoi più alti aspetti si occupa, pertanto, della rigenerazione spirituale dell’uomo, ed insegna come un “dio”  possa svilupparsi da un essere umano o, per meglio dire, come stabilire le condizioni necessarie allo sviluppo dei poteri divini nell’uomo, in modo che un essere umano divenga un “Dio” per il potere di Dio.

Prima che una persona possa evidenziare fisicamente tale potere, la sua volontà deve divenire autocosciente dentro di sé; la luce che brilla dal centro del proprio cuore deve divenire vivente per poter agire su quelle sostanze che entrano nell’opera di trasmutazione alchemica.

Colui in cui la luce divina non è risvegliata alla vita, è virtualmente dormiente nello spirito e di conseguenza non è in grado di agire.

Che cosa impedisce, quindi, al genere umano di poter intraprendere questo percorso?

La risposta è che il “Guardiano della Soglia” custodisce la porta del tempio della verità e deve essere dominato prima che si possa entrare.

Il drago, Guardiano della soglia

Chi è il Guardiano della Soglia?

Il guardiano della soglia, il Drago nel simbolismo medievale, non è altro che il nostro sé inferiore, quella combinazione di principi materiali e semi materiali costituenti l’ego inferiore, che la maggior parte degli uomini amorosamente blandisce ed accarezza, a cagione dell’amore di sé.

L’uomo non vede le sue qualità vere finchè è attaccato alla sua natura inferiore; ma quando tenta di penetrare nel recinto del paradiso dell’anima, quando la sua autocoscienza incomincia ad accentrarsi nel suo sé superiore, allora il Guardiano della Soglia diviene oggettivo per lui, ed egli può essere terrorizzato dalla sua ( in verità la propria) bruttezza e deformità.

Il sé inferiore, oltre che delle sensazioni animali, è la sede anche dell’intelletto calcolatore con tutte le sue astuzie e i suoi cavilli, con la sua volontà personale e con l’amore per le illusioni.

Secondo le dottrine dei Rosacroce, l’intelletto e la volontà personale dell’uomo sono semplicemente un riflesso dell’eterno universale Sole spirituale di sapienza ( coscienza spirituale) agente nella sfera del sé e proiettante un raggio nelle menti degli uomini.

Allo stesso modo in cui la terra durante la notte riceve la luce fredda ed illusoria della luna, così il ragionatore materiale e superficiale, durante la notte della sua ignoranza vede soltanto il caldo raggio lunare del suo intelletto pervertito e lo scambia per il sole dell’eterna verità; egli, allora, orgoglioso del suo preteso possesso della vera luce , si rifiuta di cercare più in profondità e, soddisfatto della falsa conoscenza che ha acquistata, inevitabilmente, cade preda del drago.

Egli non può vincere il “Guardiano della Soglia”, né, d’altra parte desidera farlo, perché quel Guardiano è lui stesso ed egli ama se stesso.

Ma, se si riesce a dominare il “Guardiano della Soglia” , il sé inferiore, che cosa si otterrà?

Quando l’Adamo, l’uomo materiale con tutti i suoi desideri, le sue passioni e i suoi istinti animali muore, l’uomo spirituale, il Cristo, sorge nella sua gloria.

In questo principio spirituale hanno la loro base la coscienza, la vita, la conoscenza ed il potere spirituale.

Le Nozze Chimiche

La sua volontà ed immaginazione sono una sola cosa con la volontà e l’immaginazione del potere universale che tutto pervade, che creò tutte le forme dell’universo dalla sua stessa sostanza.

L’uomo è un Microcosmo, nel quale potenzialmente, sono contenuti i poteri , le essenze ed i principi del Macrocosmo, l’universo; cielo ed inferno, angeli e demoni sono dentro di lui; e qualunque cosa faccia parte della sua costituzione può svilupparsi e crescere.

La scienza dell’Alchimia insegna all’uomo spiritualmente illuminato come comportarsi con questi princìpi e poteri invisibili, i quali, benchè invisibili, sono però sostanziali, poiché Materia e Spirito sono uno ed entrambi manifestazioni di un unico potere originale.

La manifestazione di tale potere nei suoi effetti esterni e visibile è chiamata Materia, nella sua attività visibile e causante può dirsi Spirito.

Un uomo che conosce perfettamente se stesso, conosce tutta la natura; un uomo che può governare se stesso con sapienza divina non è soggetto ad altro potere.

E’ un Dio nell’ambito del suo regno, ed essendo uno col potere che governa l’universo, anche il suo potere si estende quanto quello universale.

Il potere usato nell’Alchimia pratica è quello dello spirito, e solo coloro i quali possiedono tale potere possono praticare questa Arte, per coloro che ne sono sprovvisti, il suo studio è solo mera speculazione.

Si conoscono tre generi distinti di manifestazione di energia:

Meccanica, che agisce semplicemente sulla superficie delle cose, e che è la più bassa di tutte.

Azione Chimica, più potente della prima perché penetra nell’interno degli oggetti e produce la disintegrazione molecolare.

Attività Spirituale, la più potente manifestazione di energia, perché penetra nel centro stesso, nell’essenza spirituale delle cose, cambia la loro sostanza ed infonde in essa nuova vita.

Quelli che ne sono in possesso rappresentano un esiguo numero, essi sono gli illuminati spiritualmente, gli Adepti, cioè uomini passati attraverso il processo di rigenerazione spirituale; in essi l’anima spirituale si è talmente sviluppata fino a permeare l’intero corpo fisico con i suoi poteri cosi che essi sono capaci di poteri pranoterapeutici, di immergere la propria coscienza nelle menti altrui e leggere i loro pensieri, di percepire con l’occhio interiore cose celate alla visione esteriore, compiere, insomma determinate cose che gli ignoranti non comprendono essendo fuori della portata della loro comprensione.

L’Alchimista e la Natura

Concludendo, per praticare l’Alchimia e per esercitare il potere spirituale, bisogna essere dunque, spiritualmente sviluppato; il primo passo in questa direzione è la conquista del “Guardiano della Soglia” ed il segreto di tale conquista sta nella sostituzione dell’amore di sé con l’amore dell’eterno Bene, sentimento che trova la sua espressione nella Fratellanza Universale dell’Umanità.

Il Linguaggio Segreto degli Alchimisti

Leggere per la prima volta un libro di alchimia e cercare di cogliervi un senso preciso è un’esperienza frustrante: enigmi, contraddizioni, allegorie, simboli, interruzioni e reticenze improvvise suscitano in chi legge l’impressione di essere vittima di una beffa straordinaria.

Né potrebbe essere altrimenti di fronte ad una ricetta che inizia così: “Per estrarre l’anima dell’asino in venti giorni: prendi un asino o un’asina, battili fortemente finche non venga più fuori alcuna feccia, poi prendi la metà di un sapiente milite armato e mescola nella pila…“.

Oppure: “Prendi di qualcosa di ignoto la quantità che tu vorrai. ..”.

Nella celebre Turba philosophorun alcuni brani sono scritti in questo stile irritante:” Voi parlate assai oscuramente e troppo. Ma io voglio indicare completamente la Materia, senza tanti discorsi oscuri. lo ve lo ordino, o Figli della Dottrina: congelate l’Argento vivo. Di più cose, fatene due, tre, e di tre una. Una con tre è quattro. 4, 3, 2, 1, da 4 a 3 vi è 1, da 3 a 4 vi è 1, dunque le 1, 3 e 4. Da 3 a 1 vi è 2, da 2 a 3 vi è l’1, da 3 a 2 vi è 1. 1, 2 e 3 e 1, 2 di 2 e1, 1. Da l a 2, 1, dunque 1. Vi ho detto tutto“.

Gli alchimisti ci hanno lasciato molte migliaia di libri. È evidente che essi amavano scrivere e desideravano essere letti, ma preferivano non essere capiti. Questo perché l’alchimia è Arte Sacra, è il Segreto dei Segreti, e come tale va protetta dai curiosi, dagli indegni, dai non iniziati.

L’Alchimista (William Fettes Douglas)

Povero stolto – ammonisce apertamente Artefio rivolto al suo lettore – saresti davvero così ingenuo da illuderti che ti sveliamo, apertamente e chiaramente, il più grande e il più importante dei segreti? Davvero così ingenuo da prendere le nostre parole alla lettera? In buona fede ti dico che chiunque pretenda di spiegare secondo il senso più comune e letterale ciò che gli altri filosofi hanno scritto, si troverà ben presto smarrito in un labirinto da cui non riuscirà mai più a liberarsi...” .

Per lo scrittore di alchimia l’impegno è esporre tacendo, senza mai oltrepassare i limiti oltre i quali la spiegazione diverrebbe delazione. Fulcanelli, alchimista francese del XX secolo, confessa: “Talvolta davanti all’impossibilità nella quale ci troviamo, di spingerci più in là senza violare il nostro giuramento, abbiamo preferito mantenere il silenzio” .

Di quale giuramento parli, possiamo forse intuirlo da un antico manoscritto conservato a Venezia, che riporta una formula nella quale l’alchimista si impegna, in nome della Trinità, a non rivelare i principi essenziali della dottrina, pena terribili castighi divini.

Paracelso in un incisione del ‘500

Pur badando a non oltrepassare mai il limite della delazione, gli autori di alchimia sono più o meno aperti alle confidenze e in rapporto a ciò meritano la definizione di invidiosi o caritatevoli, avari o prodighi.

Invidioso o avaro è colui che si adopera con ogni mezzo per trascinare chi legge su una falsa pista; caritatevole o prodigo è chi fornisce magari poche spiegazioni, ma sempre veritiere.

Purtroppo una precisa suddivisione nelle due categorie non è possibile.

Autori che sono invidiosi per pagine e pagine, possono diventare caritatevoli su qualche passaggio specifico delle operazioni, e, viceversa, autori caritatevoli possono nascondere in mezzo a molte cose esatte una sola menzogna, sufficiente però a stravolgere il significato di ogni cosa.

Non è raro che un trattato di alchimia si apra promettendo di voler rivelare ogni informazione necessaria con la massima sincerità e chiarezza.

Così il Rosarium Phiosophorum di Arnaldo da Villanova: ” Questo libro si chiama Rosario, perché è una cosa fatta breve, tolta dai libri dei Filosofi, nel quale non è alcuna cosa occulta, nissuna fuori di via, nissuna diminuita; ma in esso si contiene tutto quello che è necessario al compimento dell’opera nostra“.

Copertina del testo alchemico “Rosarium Philosophorum”

Nonostante il tono accorato, l’affermazione è invidiosa al massimo, perché nessun trattato alchemico, compreso il Rosarium di Villanova, è costruito in modo da potersi dire completo, nessuno contiene l’intero complesso delle conoscenze indispensabili er portare a buon fine la Grande Opera.

Nel migliore dei casi l’esposizione è particolareggiata su alcune fasi dei procedimenti e molto disinvolta su altre; più spesso interi passaggi vengono taciuti; quasi sempre si usa la tecnica di alterare l’ordine cronologico delle singole operazioni: apparentemente il discorso è logico e continuo, in realtà si compie con continui balzi avanti e indietro.

A completare lo smembramento, anche all’interno di uno stesso testo, identiche materie ed operazioni sono chiamate con nomi diversi, e cose diverse vengono definite con termini identici. Un antico Filosofo avverte: “State attenti, o ricercatori di questa scienza, che gli invidiosi smembrarono l’arcano in parecchi pezzi; e trattarono di parecchie acque, succhi, corpi, pietre, spiriti in modo che devastarono quest’arte preziosa con la moltiplicazione di tutti i nomi…“.

E Geber scrive: “…tengo a dichiarare che, in questa mia Summa non ho voluto insegnare la nostra scienza in modo continuato, a l’ho disseminata qua e là nei diversi capitoli….“.

Oltre allo smembramento, i mezzi usati per nascondere o velare la verità sono molti.

Matrimonio tra il Principio Solare e quello Lunare, da un’antico manoscritto alchemico

Tra i più complessi, ma meno frequenti, è la crittografia, che consiste nello scrivere singole parole o intere frasi secondo una chiave particolare, talvolta in base ad un alfabeto costruito appositamente per l’occasione con segni ermetici, segni di fantasia, lettere e cifre mischiate.

Un bell’esempio di crittografia è nel Codice De Oldanis, del XV secolo, dove alcuni passi sono scritti secondo un alfabeto di venticinque segni: ventidue corrispondono alle ventuno lettere latine (la è rappresentata da due segni diversi), tre non hanno alcun significato e sono usati in principio, in fine o in mezzo alla parola per aumentare le difficoltà del lettore.

Autori meno avari usano forme più semplici, limitandosi a scrivere nomi alla rovescia, mischiando alla grafia delle parole lettere inutili, mettendo in atto abbreviazioni drastiche, come ad esempio aroph per aroma philosophorum.

Certamente molto invidiosi erano invece coloro che sottraevano alla completezza del testo intere parole per sostituirle con altre prive di senso.

Nel De secretis operibus artis et naturae di Ruggero Bacone c’è un passo, sulla cui autenticità non tutti sono però d’accordo, che nasconde in anagramma la ricetta fondamentale per la fabbricazione della polvere da sparo (nitrato di potassio, carbone di legna, zolfo).

Il brano suona così: “Sed tamen salis petrae luru vopo vir can utri et sulphuris; et sic facies tonitrum et coruscationem si scias artificium“. Anagrammando le parole senza senso, luru vopo vir canutri, si ottiene R.VII PART: V .NOV.CORUL. V:, abbreviazione di “recipe VII partes, V novellae coruli V”.

L’intera frase suona allora così: “Ma tuttavia prendi sette parti di salpetra, cinque parti di nocciolo giovane, cinque di zolfo; e così, se conosci l’artificio, farai tuono e lampo”.

A Fulcanelli, mai altrettanto caritatevole, si devono ampie spiegazioni sulla cabala fonetica, in base alla quale per comprendere il significato di una parola occorre tener conto del suono dell’insieme di lettere e non dell’ortografia, che ne costituisce il velo.

La cabala fonetica spiegherebbe. ad esempio. perché gli alchimisti facessero spesso riferimento alla leggenda di S. Cristoforo, il gigante che trasportò sulle spalle il Cristo fanciullo attraverso un fiume in piena.

Secondo l’etimologia greca “Cristoforo” significa “colui che porta il Cristo”, ma in alchimia, per assonanza fonetica, diviene “Crisoforo”, cioè “colui che porta l’oro”.

San Cristoforo (dipinto rinascimentale)

Si tratta – afferma Fulcanelli – del geroglifico dello zolfo solare o dell’oro nascente (Gesù), innalzato sulle onde mercuriali e poi portato dall’energia propria di questo Mercurio, al grado di potenza posseduta dall’Elisir“.

In altre occasioni il ricorso alla cabala fonetica porta Fulcanelli a speculazioni ancora più ardite.

Se la logica a volte è carente e la forzatura è palese, chi legge deve comprendere che non è importante il rigore filologico del ragionamento, quanto ciò che il Filosofo cerca di dire tra le righe cogliendo a pretesto la Cabala fonetica.

Ne Il mistero delle cattedrali il solito Fulcanelli svela anche un perfido caso di enigma alchimistico inciso su un muro.

Nella cappella di Palazzo Lallemant, a Bourges, in una nicchia del XVI secolo c’è la scritta “RE- RE, RER” , ripetuta tre volte.

Sul frontone vi sono tre granate ignee.

Secondo Fulcanelli la chiave è nell’indicazione di ripetere tre volte un medesimo procedimento, la calcinazione dello zolfo filosofale (indicato dalle granate ignee).

Quanto alle parole misteriose, spiega: “RE, ablativo latino di res, significa la cosa, considerata per quel che riguarda la materia che la compone; poiché la parola RERE e l’accostamento di RE, una cosa, RE, un ‘altra cosa, tradurremo l’espressione due cose in una, oppure una cosa duplice; così RERE sarà l’equivalente di REBIS”.

Il REBIS Alchemico

Purtroppo, dopo aver dato qualche ulteriore chiarimento sul Rebis, Fulcanelli si fa avaro e conclude di non poter essere altrettanto esplicito nella spiegazione dell’altra parola, RER.

Tuttavia, poiché è la metà di RE, RER equivale ad una materia(RE) più la metà di un’altra o della sua propria (R). Gli alchimisti fanno un uso larghissimo di simboli, giustificato come sempre dalla necessità di nascondere almeno parzialmente la dottrina: “Così anco i Filosofi chimici – si dice nel Dell’imprese – nascondono gran magisteri sotto le aquile, i dragoni, le lacrime, il latte di vergine, luna, sole, matrimonio, monte, risuscitare, spirito, anima e cose simili. Questo si è fatto perché non si conveniva che cose nobili si intendessero da tutti gli sciocchi, perché sarieno state disprezzate e derise, et la filosofia stimata pazzia…“.

Molti simboli attingono al mondo animale, costituendo un folto bestiario di cui fanno parte sia esseri mitici, come Il fenice o l’unicorno, sia reali.

L’astrologia contribuisce in modo fondamentale ad alimentare il patrimonio del simbolismo ermetico.

Il rapporto pianeti = divinità = metalli risale alla più alta antichità ed è entrato nell’alchimia con le corrispondenze divenute poi consuete: Sole (Apollo) = oro; Luna (Diana) = argento; Mercurio = mercurio o argento vivo; Venere = rame; Marte = ferro; Giove = stagno; Saturno = piombo.

I dodici segni zodiacali trovano precise corrispondenze in altrettante fasi della Grande Opera i soprattutto con i periodi dell’anno in cui esse vanno svolte: “Lo zodiaco dei Filosofi – scrive l’abate Pernety – non è la stesso che lo zodiaco celeste benché il primo abbia un grande rapporto con il secondo. I segni dei Filosofi sono le operazioni dell’Opera che bisogna percorrere per giungere al loro autunno, ultima stagione del loro anno, perch essa è quella durante la quale i Filosofi raccolgono i frutti del loro lavoro“.

Tra gli altri simboli di diversa natura, a ricorrere con grande frequenza sono poche decine.

Nell’ambito del simbolismo si collocano anche le illustrazioni, che quasi mai hanno valore puramente ornamentale.

Costruite piuttosto come vere e proprie appendici ai testi, utilizzano ogni genere di simboli e nell’insieme si leggono un po’ come rebus. Esiste, anzi, un libro di alchimia costituito unicamente da immagini, il “Mutus liber”, che descrive la realizzazione della Grande Opera in quindici tavole.

Prima pagina del “Mutus Liber”

Vi sono rappresentati un uomo e una donna che lavorano sia all’interno di un laboratorio, davanti all’athanor (forno a forma di torre), sia all’aperto, nei campi, per raccogliervi preziosi influssi cosmici.

Nel corso dei secoli molti autori hanno tentato di interpretare il Mutus liber, ma le loro spiegazioni sono spesso così fortemente contrastanti da non poter essere considerate definitive.

Elementi, corpi ed operazioni sono rappresentati con segni convenzionali.

Sulla loro origine sappiamo molto poco, ma sembra fossero sconosciuti agli albori dell’alchimia latina per entrare poi nell’uso corrente dalla metà del XV secolo.

Dopo il loro primo apparire i segni alchemici diventarono via via più complessi e numerosi, senza però costituire un ulteriore elemento di enigmaticità, poiché le tabelle che costituivano i significati corrispondenti erano di uso comune.

Nel ‘700 l’elenco dei segni era così nutrito che le tavole della Encyclopedie di Diderot e D’Alembert ne comprendevano circa cinquecento.

Ben altro acume gli alchimisti hanno usato per rivisitare la mitologia e la storia sacra, allo scopo di farne rappresentazioni allegoriche della Grande Opera.

La vicenda biblica del profeta Elia, rapito in cielo su un carro di fuoco, è usata nei libri di alchimia come raffigurazione dell’alchimista che ha realizzato il lavoro, ottenendo la trasmutazione di se stesso.

Anche la creazione di Adamo è assimilata all’opera alchemica, poiché come Dio trasse Adamo dal fango, così l’alchimista trae la Pietra Filosofale da una materia iniziale vile.

Il parallelo Cristo nato dalla Vergine Maria = Lapis (pietra Filosofale) nato dall’Acqua Mercuriale trova spazio già nella prima alchimia latina e conduce ad interpretare tutto il mistero cristiano in chiave ermetica.

Il capolavoro di questo filone è l’Aurora consurgens, scritta agli inizi del ‘300, in cui le Sacre Scritture divengono il pretesto per una lunga esposizione di parabole che in realtà hanno significato alchemico.

Pagina del manoscritto “Aurora Consurgens”

Del 1617 è il Symbola aureae mensae, che illustra l’alchimia come Messa: il sacerdote che officia davanti all’altare è l’alchimista che lavora davanti all’athanor; la Pietra Filosofale è come l’ostia, fonte di grazia e di vita eterna; l’elisir ottenuto con la Grande Opera è come il vino eucaristico; la trasmutazione del metallo vile in oro avviene nello stesso modo in cui l’ostia si trasforma nel corpo di Cristo.

Con l’identico processo si ricorre alla mitologia greca.

Teseo che lotta nel labirinto di Cnosso è l’alchimista che combatte tra le difficoltà della Grande Opera, difficoltà dalle quali si esce solo possedendo il filo d’Arianna, ossia la necessaria conoscenza segreta che fornisce la chiave del lavoro da svolgere; Dedalo ed Icaro, che nel mito evadono dal labirinto usando ali di cera, rappresentano le materie volatili.

Ma il culmine dell’attenzione mostrata dagli alchimisti per i miti greci è raggiunta nell’interpretazione delle vicende di Giasone e del Vello d’oro.

Il Vello d’oro, il cui possesso dà l’abbondanza, è la Pietra Filosofale; Giasone che parte sulla nave Argo è l’alchimista che intra-prende la via umida; le fatiche dell’eroe sono altrettante allegorie delle operazioni da compiere per arrivare al perfezionamento dell’Opera.

Per spiegare questo ed altri miti alla luce dell’alchimia, l’abate Pernety (1716-1801) scrisse Le Favole greche ed egiziane svelate.

Lo stesso autore, nell’intento di facilitare la comprensione dei trattati di alchimia, compilò anche il Dizionario mito-ermetico,che a sua volta non è un modello di chiarezza, poiche attribuisce a molte voci significati troppo generici o troppo oscuri.

A volte l’allegoria percorre l’intero testo e non soltanto alcuni brani.

Il Libro delle figure gerogljfiche, scritto agli inizi del XV secolo con la firma dello scrivano parigino Nicolas Flamel, nasconde, sotto la forma di autobiografia reale e documentata, il resoconto del cammino mistico dell’autore.

Il Libro delle figure geroglifiche di Nicolas Flamel

Nel nucleo centrale della narrazione Flamel ricorda come un giorno sia entrato in possesso di un manoscritto di alchimia molto vecchio, largo e dorato, composto da tre gruppi di sette fogli ciascuno.

Dopo averne studiato invano il contenuto per molti anni, egli si era deciso ad andare in pellegrinaggio a S. Giacomo di Compostela, in Spagna, per chiedere la grazia di una giusta interpretazione.

Adempiuto al voto, sulla via del ritorno aveva incontrato un mercante bolognese ed un ebreo convertito, Mastro Canches.

In compagnia di quest’ultimo Flamel aveva concluso, via mare, il viaggio verso la Francia, ma al momento dello sbarco l’amico ebreo era morto, non senza aver prima rivelato il significato dello strano libro.

Dopo altri tre anni di studio e di lavoro, Flamel era riuscito finalmente ad ottenere la sua prima trasmutazione.

Per molto tempo si è discusso se lo scrivano Nicolas Flamel, realmente esistito a Parigi tra la fine del ‘300 e gli inizi del’ 400, sia stato davvero un alchimista e se davvero sia da considerare l’autore del Libro delle figure gerogljfiche.

Per i seguaci dell’alchimia la questione è irrilevante, ciò che conta è il significato riposto.

Il manoscritto vecchio, largo e dorato simboleggia un sapere antico, di vasta dottrina, che ha per oggetto i metalli.

I ventuno fogli sono le sette operazioni dell’alchimia, da ripetersi tre volte.

Il pellegrinaggio a Compostela è l’allegoria della strada da seguire per giungere all’illuminazione, da ottenersi con la fede e la devozione.

Nicolas Flamel (incisione di Rembrandt)

Nel terzetto Flamel – mercante bolognese – Mastro Canches è la dissoluzione della materia prima.. Analogamente, anche altri elementi della biografia possono essere colti allegoricamente.

Nella storia della letteratura alchemica il moltiplicarsi degli strumenti di occultamento dei contenuti cammina di pari passo con il proliferare degli scritti.

Non è un caso se si considera che i libri di alchimia si sono fatti più frequenti via via che la trasmissione orale della dottrina, da maestro a discepolo, diventava sempre più rara.

E’ da supporre che nel momento in cui l’insegnamento e il contatto personale iniziarono ad essere un’eccezione, i maestri abbiano sentito la necessità di affidare alla scrittura il proprio sapere, premurandosi però di nasconderne le chiavi.

Il lettore poco saggio o frettoloso avrebbe così intravisto soltanto le meraviglie del giardino alchemico.

Ogni sapere sarebbe stato riservato al lettore capace di meritarlo con un paziente, quotidiano lavoro di meditazione ispirato a quel motto dell’alchimia che raccomanda: “Prega, leggi, leggi, leggi, rileggi, lavora e troverai“.

In realtà la difficoltà di accesso non serve soltanto a tener lontano i curiosi e gli indegni; è anche lo strumento idoneo a trasformare i meccanismi mentali del lettore, rompendo il suo ordine logico e risvegliando in lui regioni di coscienza oscurate, le uniche a consentirgli di comprendere l’essenza della Grande Opera.

La rottura del piano razionale come mezzo indispensabile per poter accedere allo stato di risveglio, di illuminazione, in cui tutto acquista un senso, è lo stesso perseguito dallo Zen e da altre dottrine esoteriche.

Il cifrario più difficile da sormontare non è dunque quello esterno al testo, che – quando è presente – può essere ricostruito con qualche sforzo.

Il vero cifrario, che rende impenetrabili i testi, è quello non convenzionale che proviene naturalmente dalla realtà che cela. Come scrive Butor: “E’ dunque vano indagare quale aspetto del simbolismo sia destinato a sviare. Tutto svia e rivela in pari tempo.“.